Conversazioni a notte fonda

6.9K 226 52
                                    

"- Sei bellissima stasera" la voce sensuale di J mi manda in paradiso con solo due parole. Mi trova bellissima? Oh mio Dio! Il mio cuore sta battendo velocemente nel petto. Ho paura che scoppierà per iperattività. Sento le farfalle nello stomaco prendere il volo proprio come descrivono nei libri. Mi sento una ragazzina un po' sciocca. Lui è più grande di me. Mi troverà stupida? Il pensiero mi taglia un po' le ali e mi fa mettere i piedi per terra. O almeno ci provo.
Sorrido e lo ringrazio con la voce squillante per l'emozione, come a voler confermare che sembro una stupidissima bambina che non è mai uscita con qualcuno. Spero che non se ne sia accorto.
Mi riserva un piccolo sorriso squadrandomi da capo a piedi. Non so se mi piace o meno il suo modo di guardarmi.
È la prima volta che ricevo questo tipo di attenzione dai ragazzi e la cosa mi fa agitare non poco. Credo che lui se ne sia accorto, perché allunga la mano dalla leva del cambio alla mia coscia nuda appoggiandola su', mentre con l'altra tiene il volante della sua Ford rossa. Mi irrigidisco e cerco di continuare a guardare dritto.
Ho indosso un vestitino bianco che mi fascia tutto il corpo e lascia un bel po' di gambe scoperte. Volevo piacergli e sembrare più grande, ma forse ho esagerato.
Lui trascina la mano più su', sul orlo del vestito.
I miei occhi guizzano per qualche istante sulla mano, ma poi tornano subito a fissare la strada come se avessi paura della sua reazione.
È tutto così nuovo per me. Le attenzioni, stare da sola in auto con un ragazzo... Non so come comportarmi. Non voglio farlo incazzare e allontanarlo proprio adesso.
Ho aspettato da mesi questo momento. Da quando l'ho visto per la prima volta il primo giorno delle superiori. Ero in mensa, insieme ad Erin che come sempre si stava lamentando. Lei è una schizzinosa assurda quando si tratta di cibo. Colpa o merito- dipende dai punti di vista- di sua madre che le faceva sempre la predica su come mangiare sano. Non che aveva torto. Nella nostra mensa il cibo fa  davvero schifo.
Poco più in la', proprio nel centro della grande sala, c'era il tavolo dei popolari. Erano per di più i ragazzi della squadra del basket e le cheerleader.
E poi c'era lui.
Jake.
Tutti lo chiamavano J. Non faceva parte della squadra, ma usciva comunque con il loro gruppo quando lui decideva che voleva farlo. Forse perché era dannatamente bello e questo lo aveva reso popolare con le ragazze, soprattutto le cheerleader che facevano a gara su chi riusciva a portarselo a letto quel giorno. Questo li dava potere sui popolari.
Erin continuava a straparlare sul cibo pieno di olio, di ogm e cose varie che ormai avevo smesso di ascoltare perché la mia attenzione venne catturata da una voce melodiosa che sovrastava il chiasso della mensa. Aveva i capelli di un biondo cenere e gli occhi scuri come la notte. Mi aveva completamente rapita. Lo fissavo senza nemmeno accorgermene che lo stavo facendo. Tanto ne ero ipnotizzata.
Ad un certo punto il mio sguardo catturò il suo e ne rimasi incatenata alle sue iridi scure. Aveva l'aria del bravo ragazzo. Indossava una camicia blu scuro con dei jeans che gli calzavano a pennello. Mi guardò per una frazione di secondo e mi fece l'occhiolino. Io divenni rossa e mi sentii prendere fuoco all'istante. Fu quello il giorno in cui mi presi una bella cotta per lui e finalmente, dopo sei mesi il mio sogno di uscire con lui si sta avverando.
In macchina, dopo quel complimento è calato il silenzio. Ogni tanto J accarezza la mia coscia con movimenti distratti facendomi rabbrividire. Per fortuna dopo pochi minuti arriviamo davanti a casa sua, dove c'è la festa e lui toglie la mano per fare le manovre del parcheggio. Usciamo all'unisono dalla macchina e ci dirigiamo verso l'ingresso mano nella mano, attraversando la strada e poi un piccolo giardino che porta all'ingresso.  Appena apre la porta veniamo invasi da suoni di una musica rock e l'aria che puzza di fumo e sudore. Mi sento soffocare, ma cerco di non darlo a vedere.
J mi lascia la mano per salutare alcuni ragazzi della squadra del basket. Rimango un po' delusa in disparte anche perché mi aspettavo che almeno mi avrebbe presentata a loro, ma poi mi dico che questa è solo la prima uscita e lui magari ancora non sa come presentarmi.
"- Te la fai con quelle più piccole ora?" Gli chiede uno dei ragazzi facendomi diventare paonazza in viso. Ma come si permette?
"- Non fare il cafone Brad" sorride J spingendo l'amico per la spalla. Noi non facciamo niente, voglio urlare a quel cretino, ma mi trattengo e mi limito solo a guardarlo male.
"- Vieni Gwen, vuoi bere qualcosa?" Interviene J tirandomi per mano.
"- Acqua" rispondo sgranchendo la voce. Lui si gira e mi guarda con le sopracciglia alzate.
"- Siamo ad una festa, sciogliti un po'" ride facendomi arrossire all'istante. Non ho mai bevuto alcolici fin'ora. Mio padre mi potrebbe ammazzare se lo venisse a sapere. Ma del resto mi ammazzerebbe già per il fatto che sono uscita di nascosto.
"- Ti preparo un buon cocktail, non noterai nemmeno che c'è dell'alcol dentro" dice aprendo degli armadi in cucina e tirando fuori alcune bottiglie di alcolici. Poi prende dei succhi di frutta dal frigo e si mette a fare uno strano miscuglio. Io intanto mi guardo attorno, il fastidio che ho provato all'inizio passa in secondo piano mentre con gli occhi cerco una cascata di ricci castani. La mia unica e migliore amica, Erin. Mi ha scritto che è già qui ma non l'ho ancora vista. Forse sta ballando in mezzo a quel ammasso di corpi che si dondolano in salotto.
J mi allunga un bicchiere con dentro una bevanda rossa. Ne bevo un sorso e mi lecco le labbra. Il sapore è buono. Sa di fragole, perciò la mando giù un po' velocemente.
"- Se ti piace te ne preparo un'altra" sorride lui avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra. Il respiro mi si strozza in bocca e annuisco debolmente. Lui fissa insistentemente le mie labbra e si avvicina ancora di più sovrastandomi con la sua stazza. Deglutisco in preda al panico. Non mi ero preparata a questo. Non ho mai baciato un ragazzo e non so come si fa. E se sbaglio qualcosa? E se faccio schifo? Lui ha baciato un sacco di ragazze. Probabilmente non solo quello. Io non ho paragoni.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora