Io Resto...

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Gli occhi di Tyler sono su di me prima ancora che io parli. La sua espressione è davvero divertente. 

Lo sguardo languido si ferma per un momento sul mio corpo e poi le sue labbra si dischiudono formando una O, come se fosse la prima volta che mi vede in vita sua e non posso negare che è esilarante. Gli uomini sono così prevedibili. 

"- Hai la faccia da pesce lesso" lo rimbecco e lo precedo verso la porta con un sorriso da ebete che combacia il suo, sotto quello sguardo curioso che continua a farmi la radiografia.  Il ticchettio dei miei tacchi sulle piastrelle bianche risuona per il corridoio. Mi fermo davanti alla porta prima di aprirla, afferro le chiavi di casa e aspetto che Tyler mi raggiunga dopo il suo momentaneo stato di trance.
"- Non mi puoi biasimare. Hai sempre addosso magliette di due taglie più larghe che porti sempre legate di fianco, ma si vede comunque che ti stanno larghe. Non ci posso credere che nel tuo armadio ci siano anche dei vestiti. E non il genere largo e lungo delle magliette, ma...questo" mi indica su e giù con la mano mentre mi raggiunge con passi lenti.
Già!
"- Sei sorpreso che possiedo un vestito o per quello che c'è sotto?" Lo prendo in giro. Intanto apro la porta ed entrambi usciamo. 

"- Nah quello lo avevo già visto" risponde guadagnandosi una pugno sulla spalla.

"- Sei violenta." Si lamenta toccandosi il punto in cui l'ho colpito. "- Ti farebbe bene sfogarti da qualche parte, ma non con me. Prova con la boxe"

"- Bella idea. Vuoi farmi da sacco?" Sorrido falsamente e intanto lo precedo verso l'ascensore.

La giornata è davvero bella, anche se l'aria è leggermente fredda, il che mi fa pentire di non essermi portato una giacca con me. Il vento muove leggermente la mia coda di cavallo facendo finire alcune ciocche di capelli negli occhi, obbligandomi a spostarli continuamente. Il sole luccica sulle nostre teste, sui tetti delle case e sul viso delle persone, ma nessuno è fermo a goderselo. Delle volte siamo così occupati a fare finta di vivere che non abbiamo tempo per fermarci e guardare il cielo e ringraziare di essere ancora qui. Di poter sentire il vento tra i capelli, il cinguettio di uccelli migranti, il battito delle loro ali, il profumo della terra dopo la pioggia e il gusto della neve mentre si scioglie nella bocca. Tante persone non possono più farlo, eppure noi sembra darlo per scontato.
"- Ti sei incantata dagli uccelli?" Mi chiede Tyler con la portiera dell'auto aperta mentre mi guarda con espressione divertita.
"- Eh?" Chiedo stranita guardandolo dall'altra parte della strada.
"- Sei ferma in mezzo alla strada con la testa all'insù da cinque minuti. Le auto stanno aspettando che tu ti tolga da lì."

Solo ora noto che sì, sono in strada dalla parte destra, mentre l'autista di un taxi mi sta guardando incazzato. Faccio un mezzo sorriso tirato al tassista incazzato e poi attraverso la strada in fretta.

Entro in macchina e il contatto del mio corpo con il freddo sedile in pelle mi fa rabbrividire. Tyler accende il riscaldamento appena ci immettiamo nel traffico di Chicago, ma l'auto ci mette un po' a riscaldarsi.
"- Perché non mi hai tolta da lì" gli do un pugno sulla spalla e la macchina sbanda leggermente a sinistra.
"- Ci farai ammazzare"
"- Stronzo..." lo apostrofo e lui ridacchia.
"- Eri troppo divertente con la testa all'insù mentre guardavi il cielo e te ne fregavi di dove ti trovassi e anche del clacson che quel autista continuava a suonare . Avevi un'espressione buffa." continua a ridere a mie spese, ma sinceramente non sono infastidita. E' così raro vederlo ridere.
"- Hanno suonato e io ero lì imbambolata?" Chiedo stranita. Lui annuisce.

Ma come è successo? Di solito guardo al massimo alle spalle che nessuno mi segua.

"- Certo che sei proprio smarrita Bambi" sorride ed io realizzo che non c'è cosa più vera di quella che ha appena detto.
Decidiamo di fare prima un giro al centro commerciale. Devo ricomprare i piatti che mi hanno spaccato in casa ed è ancora un po' presto per il pranzo. In realtà non so ancora cosa farò. Se rimarrò qui a Chicago, se cambierò casa. Sono nel buio totale. Come del resto lo è tutta la mia vita.
Tyler si offre più volte di pagare, ma non glielo permetto. La cosa sembra irritarlo, ma non m'importa.
"La casa è mia" gli dico mentre prendo le buste che mi porge la cassiera "pagherò io per le cose che compro". Sorrido e lascio che mi tenga la porta aperta prima di uscire dal negozio.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora