Botta e risposta

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Tyler POV
Chi cazzo è Carmen? Lei sembra terrificata. Qualcosa di oscuro attraversa i suoi occhi ambrati. La sua pelle forma tanti piccoli brividi sul collo e sulla clavicola, l'unica sua parte scoperta. Gioca nervosamente con l'orlo della maglietta arrotolandola tra le dita e stringendola. La strapperà se non la smette. Che scopo ha dirglielo all'orecchio se poi alza la voce? È proprio un idiota.
"- Credo che avrà sbagliato persona. Non conosco nessuna Carmen qui!" Sembra di camminare sulle spine quando parla. Forza un sorriso, pure mal riuscito.
"- Hey Gwen. Puoi venire con me un secondo?" Mi alzo da dove ero seduto e gli faccio segno con la testa di seguirmi. Questo non dovrebbe essere affare mio, ma in qualche modo lo è diventato.
"- Adesso?" Esita. Guarda speranzosa Dan. Che dolce...crede che quel ritardato capisca cosa cerca di dirgli con lo sguardo? Annuisco innocente. Voglio proprio sapere che cosa sta nascondendo...e non me lo dirà con le cattive.
"- Torno subito" sorride a Dan rassicurandolo. Il cucciolo ha bisogno di rassicurazioni...che tenero. Annuisce e va ad unirsi con gli altri intorno al fuoco, ma non prima di lanciarmi un occhiataccia. Addio Dan lo saluto anch io sorridente con la mano. Prendo Gwen per mano. La tiro fino in un angolo dove la debole illuminazione fornita dal fuoco non arriva. L'aria è più fresca qui e un leggero vento smuove il grano alto.
"- Che cosa c'è di così urgente?" Strattona la mano dalla mia presa. Alzo gli occhi al cielo. Sempre così combattente.
"- Tu e mister "Credo di essere figo e misterioso ma sono solo un coglione" vi frequentate?" La prendo in giro. Voglio tranquillizzarla prima di farla parlare. Se sorride il resto verrà da solo.
"- A te che importa" piega le braccia sotto il petto. Avvicina la giacca di jeans chiudendola con le mani. Niente sorriso. Già, che m'importa?
"- Diciamo che essendo tuo amico mi sento in dovere di avvertirti che hai a che fare con il ragazzo più meschino di Walnut."
"- Da quando siamo amici?" Finge indifferenza. Mi sembra di vedere il grano vicino a noi spostarsi. Guardo meglio, ma vedo solo una piccola lucertola che scappa per nascondersi.
"- Ma come, non mi vuoi invitare al tuo matrimonio?" Sorrido facendole spuntare un accenno di sorriso...o forse una smorfia.
"- Taglia corto Tyler" alza la testa e fa un passo avanti, in posizione di difesa. Non ho ancora attaccato e già si difende.
"- Sei in qualche guaio?" Chiedo piano cercando di frenare la lingua per non innervosirla ulteriormente. La guardo fermamente negli occhi. Quelli non mentono mai. Lei si irrigidisce. Il telefono gli cade dalla mano. Meno male che è uno di quei telefoni dell'era dei dinosauri e non si rompe, se no se la sarebbe presa con me. E non ho tanta voglia di ascoltarla.
"- Cosa? Perché dici questo?" Cerca di rifilare anche a me lo stesso sorriso nervoso alla "non so di cosa parli". Se solo sapesse farlo... Ha già perso la grinta di poco fa'. Io non me la bevo Gwen!
"- Chi è Carmen?" Vado dritto al punto. Lei mi evita. Si abbassa a recuperare il telefono. Non scappi lo stesso.
"- Non lo so, e anche se lo sapessi non sono cazzi tuoi." Sputa. I suoi occhi ambrati rispecchiano le fiamme. Gli posa ovunque a parte me.
"- Beh lo è dato che vivi in casa mia" le parole mi escono dalla bocca senza riflettere. Vorrei riprendermele, ma non si può. Lei diventa rossa in faccia, anche se cerca di trattenersi. Ma le mani che si chiudono e dischiudono ripetutamente a pugni ai lati dei fianchi, la tradiscono. Stringe la mascella e mi guarda come se mi volesse picchiare. Lo farebbe...se potesse.
"- Primo, la casa non è tua." Alza il dito indice della mano destra e conta.
"- Secondo, domani mattina sarò lontano da qui e non mi vedrai mai più, perciò non preoccuparti." Si gira e corre nella direzione del falò. La seguo. Forse ho esagerato un po'.
"- Hey aspetta" la fermo tenendola per il braccio. Cerca di divincolarsi dalla presa. La tengo ferma. Ma invece di calmarla, riesco solo a farla arrabbiare ancora di più. Mi colpisce sul petto con l'altra mano, con quel suo piccolo pugno chiuso. Crede veramente di farmi male?
"- Ok ok" la lascio andare e alzo le mani in segno di arresa.
"- Non volevo...io...è solo che..." sembro un fottuto balbuziente. Respiro profondamente e inizio da capo.
"- Te ne vai così presto?" Non posso crederci di averlo detto ad alta voce.
"- Devo trovare mia sorella, ricordi? Se non fosse stato per lei, non sarei qui ora." Si muove cauta. Si guarda intorno come se cercasse qualcuno tra i presenti. Gli occhi sgranati e lo sguardo impaurito. Sento che non mi sta dicendo tutta la verità. La sorella non è l'unica ragione per qui è andata via da Chicago. Spero che si fidi di me. Non so perché ma sento questo fottuto bisogno di aiutarla. È così da quella sera in cui l'ho conosciuta. Quando cercava di spacciarsi per un ragazzo. Forse perché non voglio rifare lo stesso errore. Fallire anche con lei.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora