55

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Mi sdraio sul divano con lo zaino sotto la testa a farmi da cuscino, ma non mi sento al mio aggio pensando che da un momento all'altro qualcuno potrebbe entrare e vedermi dormire qui. Mi metto seduta e appoggio la testa all'indietro sullo schienale pensando a cosa potrei fare con la macchina. Forse potrei chiamare un carroattrezzi, anche se mi costerebbe tanto, ma se la macchina non si accende non vedo alternativa. Un rumore proveniente da fuori di voci che cantano e parlano come se fossero allo stadio, mischiato a quello ricconoscibile delle moto fa scattare la mia testa all'insù. Fottutamente fantastico! Tutta quella gente che erano a quella stupida gara tra poco entrerà qui. È troppo tardi per accettare la sua offerta di dormire in camera sua? Mi alzo svogliata e trascino i miei piedi stanchi di nuovo alla reception.

"- Camera 55. L'ultima porta a destra sul secondo piano" istruisce la signora Rita intuendo il motivo per cui mi ero rivolta di nuovo alla reception. Annuisco sorridendo un po' imbarazzata. Chissà che cosa penserà.

"- Signorina" mi richiama facendomi fermare in mezzo alle scale. Mi giro a guardarla.

"- Non avere paura, è un bravo ragazzo. Ha un carattere difficile e un po' scontroso, ma non le farà del male. Lo conosco bene" cerca di rassicurarmi. Non sò quanto "bene" lo conosca la signora, ma dire che è un po' scontroso è riduttivo. Annuisco in risposta e salgo le scale non volendomi fermare di più dato che ormai le persone che erano fuori stanno riempendo l'entrata.

Busso leggermente sulla porta con il numero 55 ma non sento nessun rumore provenire dall'interno. Si sarà già addormentato, oppure ho sbagliato stanza?

Busso di nuovo, questa volta più forte.

"- Avanti" sento la sua voce assonata dall'interno. Abbasso la maniglia ed apro lentamente la porta scoprendo una stanza buia.

"- Il letto è quello lì." Indica con la mano alla sua destra. La luce proveniente dal corridoio illumina leggermente la stanza. Tanto da permettermi di vedere dov'è il letto. Lui è già sdraiato con la testa affondata sul cuscino. Un lenzuolo a coprirlo fino alla vita, mentre il busto è scoperto, senza maglietta lasciando ben visibili i muscoli sulla sua schiena. Chiudo la porta dietro di me e mi muovo con cautela cercando di abituare gli occhi al buio. Raggiungo senza problemi il letto che avevo individuato in precedenza e appoggio sù lo zaino. Il problema adesso sarà raggiungere il bagno. Vorrei farmi una doccia per togliermi tutta la stanchezza e la polvere di dosso, ma non posso accendere la luce perché li darebbe fastidio. Aspetto qualche istante finché gli occhi si abituano al buio e poi, molto lentamente e con un po' di fatica, raggiungo il bagno. Una volta dentro chiudo la porta a chiave ed accendo la luce. Contenta di poter finalmente fare una doccia, apro l'aqcua calda e inizio a svestirmi, ma mi accorgo subito di non aver portato con me nessun cambio, né lo zaino. Sbuffo irritata, ma continuo a svestirmi. Non posso ritornare lì dentro a prendermi le cose e tornare di nuovo in bagno. Non voglio svegliarlo e subire le sue lamentele. Alla fine mi ha già fatto troppi favori senza nemmeno conoscermi. Mi coprirò con l'asciugamano e mi vestirò in camera. Tanto lui dorme. Uso il suo shampoo e il suo bagnoschiuma dato che non ho altra scelta. Spero che non se ne accorga. Non voglio che pensi che mi sto prendendo troppi comodi. Cerco di sbrigarmi. Non vedo l'ora di andare a dormire. Tampono i capelli con un piccolo asciugamano e mi avvolgo l'altro intorno al corpo. È un po' troppo corto, ma può andare. Spengo la luce del bagno per non dare fastidio ed apro la porta. Gli occhi abituati di nuovo alla luce fanno fatica a ritrovare il letto. Mi muovo alla cieca con una mano in avanti per non andare a sbattere sul muro. Finalmente raggiungo il letto, ma quando alzo un piede per salirci sú, sbatto il mignolo sullo spigolo della rete.

"- Ahia" urlo per il dolore attroce e mi siedo sul letto. Una luce viene accesa con mio orrore scoprendo che sono sul suo letto e non sul mio. Alza la testa e mi guarda preoccupato con le sopracciglia aggrottate.

"- Se volevi dormire con me bastava dirlo" ride assonato , quando capisce che non è niente di grave. Neanche assonato non la smette di essere irritante.

"- Spegni la luce" li ordino appena me ne accorgo che l'asciugamano non riesce a coprirmi come si deve.

"- Perché? La vista da qui è bella" ride mettendosi seduto sul letto.

"- Spegnila" lo fulmino con lo sguardo. Scuote la testa ridendo, ma la spegne. Prendo lo zaino sul mio letto per andare a cambiarmi in bagno. Non esiste che mi cambi qui sapendo che lui adesso è sveglio. "- Accendi la luce, ma chiudi gli occhi" dico perentoria e cerco di sistemare come posso il maledetto asciugamano.

"- Non aprirli finché sarò in bagno" aggiungo. Raggiungo in fretta il bagno e chiudo la porta a chiave. Mi cambio velocemente e ritorno al letto sotto il suo sguardo attento.

"- Hai finito di fare casino? Vorrei dormire" dice.

"- Sì, ho finito" sbotto ancora irritata per poco fa'. Mi metto sotto le lenzuola beandomi della sensazione di freschezza e chiudo gli occhi.

"- Perché hai cambiato idea?" Chiedo una volta spenta la luce.

"- Di cosa parli?"

"- Perché sei venuto a prendermi in macchina?" Chiarisco e mi giro nella sua direzione anche se sò che non mi può vedere.

"- Volevi che ti lasciassi lì?" Ribatte. Rimango in silenzio un po' delusa della sua risposta non-risposta.

"- Non è un buon posto per dormirci" risponde dopo qualche minuto.

"- So badare a me stessa" recito quello che ormai da anni mi sono inculcata nella testa.

"- Sì, certo! Adesso dormi" chiude lì il discorso. Dopo pocchi minuti la stanchezza della giornata si fa sentire e mi addormento.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora