Scherzo infantile (parte II)

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Il giorno dopo mi sveglio in una casa silenziosa e vuota, più stanca di quando sono andata a dormire. Metto i piedi nelle pantofole e gli trascino a malavoglia fino alla finestra. Apro le tende bianche e tutte e due le ante. Il sole ora libero di entrare in stanza senza filtri crea degli arcobaleni di luce specchiandosi sui mobili lucidi. L'aria fresca mattutina mi solletica il viso e mi da una sferzata di energia già appena svegliata. Sento la stanchezza scivolare via ad ogni respiro di aria fresca che entra nei polmoni. Una nuvola bianca gioca solitaria nell'immenso cielo blu. Chiudo gli occhi per qualche secondo e sembra di respirare aria di casa. Casa... Mi manca dire "Vado a casa".
Sospiro nostalgica ed esco dalla mia camera per andare in bagno, ma il suono inconfondibile di Ron che russa mi ferma sui miei passi. Ron è a casa?
La porta della sua camera è leggermente aperta. Lui dorme sdraiato a pancia in su con una gamba penzolante e il cuscino a terra. Dorme beato in mutande e una canotta nera sottile, russando. Il lenzuolo accartocciato ai piedi del letto. Sorrido e chiudo la porta lentamente. Poi la curiosità mi spinge a vedere nella camera di Tyler. So che non dovrei farlo, probabilmente me ne pentirò ma ora la curiosità è più grande del mio buon senso. Apro leggermente la porta e trovo anche lui dormendo. Ha i lineamenti distesi, non quel cipiglio perenne che si porta sempre. Sembrerebbe un angelo se non lo conoscessi bene. Il torso nudo, di cui ormai ci ho fatto l'abitudine, si alza e si abbassa con il respiro regolare, come una fisarmonica. I capelli scuri cadono da un lato e un braccio gli copre gli occhi. Segno di una reazione istintiva alla piccola luce che entra senza permesso nella sua stanza tra le tende blu scuro, posandosi sul suo viso. Delle note leggere di agrumi e legno di sandalo permangono nell'aria. L'ho sentito tante volte questo profumo stando sulla moto dietro di lui. Chiudo la porta cercando di fare il più piano possibile e vado in bagno. Dopo aver finito scendo giù in cucina a mangiare qualcosa. L'orologio d'acciaio sul muro segna le 7 e mezza del mattino. Come abbia fatto a svegliarmi così presto dato che sono andata a dormire alle 3, non me lo chiedete. Mi è sconosciuta anche a me. Cercando negli armadi qualcosa da mangiare e il caffè da preparare trovo una scatola bianca da tè con il coperchio in vetro, dalla quale intravedo dei rossetti. Ma che cosa?!Curiosa la apro. Prendo in mano i due rossetti, uno rosso e l'altro rosa, che sembrano di vecchia data per come puzzano di rancido; e degli ombretti e matite per gli occhi della stessa epoca. È parecchio strano che uno metta la scatola del make up negli armadi in cucina, ma è altrettanto strano che non li abbiano già buttati queste schifezze. Saranno più vecchi di signora Rita. Sto per rimetterli apposto, ma poi mi si accende una lampadina. La vendetta è un piatto che va servito freddo. Sorrido maligna a me stessa. Non credo che alla signora Rita dispiacerà se gli prendo in prestito.
***
Mi nascondo in camera mia ad aspettare che si sveglino. Voglio vedere le loro facce quando andranno a lavarsi il viso e vedranno quello che gli ho fatto. Nel frattempo mi tengo occupata leggendo un libro sdraiata sul letto.
Ron si sveglia per primo. Sento la porta della sua camera aprirsi con un cigolio, ma invece di andare in bagno, come mi aspettavo, scende al piano di sotto. Strano e schifoso! Bleah! Non si va a lavare il viso e i denti? Poi sento rumore dalla camera di Tyler. Lo sento stiracchiarsi e sbadigliare. Esce dalla camera sbattendo la porta dietro di lui. Tipico!
I suoi passi pesanti percorrono le scale che portano al piano di sotto. Ma a questi ragazzi  non ha insegnato nessuno che bisogna prima lavare i denti?
Qualcuno suona alla porta. Cazzo! No no no! Non aprire quella porta! Se qualcuno gli vede conciati in quel modo si incazzerano con me!
Hanno aperto! Sono spacciata! Qualcuno ride rumorosamente. Un uomo. Mi nascondo sotto le lenzuola.
"- Hai cambiato sponda Ty?!" Una voce profonda che riconosco parla ad alta voce.
"- Cosa?!"
Già me lo immagino con le sopracciglia unite in un cipiglio e il labbro inferiore piegato in una smorfia.
"- Ti dona il trucco" sono in tre a ridere. Tre, due, uno!
"- GWEN" l'urlo di Tyler arriva come un rimbombo. Non basterà nascondermi sotto le lenzuola. Sento i passi pesanti salire le scale due a due. Forse dovrei buttarmi dalla finestra e correre il più lontano possibile.
"- Gwen che cazzo!" Spalanca la porta. Sto zitta. Faccio finta di dormire con la testa sotto le coperte.
"- Gwen so che non stai dormendo. Alza il culo da quel letto o ti prendo in braccio e ti trascino fuori vestita con quell'orrendo pigiama rosa trasparente!" Urla. Tiro fuori la testa dal lenzuolo e apro gli occhi lentamente. Pessima idea. Nemmeno io riesco a stare seria. Esplodo in risate. Lui è rosso in faccia dalla rabbia. Il colore degli occhi non è più il solito blu cobalto, ma una specie di grigio tempesta.
"- Voglio sapere perché cazzo ho il rossetto e gli occhi pitturati" digrigna tra i denti.
"- Ehm...mmmm...ti piace il rossetto?" Balbetto. Serrò le labbra. Giuro che ci sto provando con tutta me stessa a trattenere le risate. Ho esagerato un po' con lui. L'ombretto rosa non gli dona.
"- Non ci provare" si avvicina lentamente al mio letto. Mi sposto più in fondo.
"- Ieri sera ti sei ubriacato e..." Non c'è la faccio. Esplodo per la seconda volta in risate isteriche. Lui mi carica in spalla come un sacco di patate. Cerco di divincolarmi dalla presa ma mi guadagno solo delle sculacciate.
"- Ti ammazzo Tyler" lo colpisco con i pugni sulla schiena. Non sente niente. Continua a portarmi giù per le scale come se fossi una piuma leggerissima. Più che la piuma sarei un tacchino di ringraziamento, credetemi. Mi mette giù davanti al grosso specchio in salotto.
"- Cos'è questo?" Mi chiede di nuovo. Punta il dito sulla sua faccia guardandomi attraverso lo specchio.
"- È la vendetta per avermi bagnato con l'acqua qualche giorno fa alle 7 del mattino, svegliandomi traumaticamente" esagero. A qualcosa mi devo pur aggrappare.
"- Gwen, Greg e gli altri mi hanno visto in queste condizioni, te ne rendi conto?! Mi prenderanno in giro per il resto della mia fottuta vita" alza la voce. Mi sento un po' in colpa. Giusto un pochino.
"- No, solo per un anno o due" Greg e altri due uomini con lui entrano in salotto e si mettono a ridere di nuovo. Tyler alza le mani disperato. È carino però con il rossetto. Uno dei due uomini di Greg, quello più basso e paffuto mi guarda dal basso verso l'alto. Disgustoso!
"- Aspettate fuori" grugnisce Tyler. Greg annuisce. Gli altri due smettono di ridere e si dirigono verso l'uscita.
"- Tyler io..."
"- Non adesso Gwen. Vai di sopra a cambiarti." Indica le scale. Guardo i miei vestiti. Cazzo, ho il fottuto pigiama rosa trasparente. Per questo quello lì mi guardava. Salgo su quasi correndo ed entro in camera a cambiarmi. Sono fritta!
"- Se qualcuno di voi ride ancora, lo ammazzo" sento la voce minacciosa di Tyler che si rivolge a Greg e i suoi amici. Si scambiano altre parole che non riesco a scorgere perché parlano molto piano e poi ancora Tyler.
"- Venerdì sera?" Chiede. Non sento di nuovo la risposta. Cosa c'è venerdì sera? Ancora gare? Sento la porta chiudersi e Tyler salire per la seconda volta le scale. Si precipita in bagno ed apre l'acqua della doccia. Mi cambio velocemente i vestiti e scendo giù. In cucina trovo Ron che mangia tranquillo i cereali, seduto su uno sgabello, come se non avesse sentito tutto quel baccano.
"- Non hai sentito niente?" Chiedo aprendo il frigo.
"- Ty che urla? Sì. È normale per lui. Ormai non ci faccio più caso a quello che dice e penso alle mie cose."
"- Oh ok!" Vuol dire che non ha ancora capito che anche lui sembra un clown in questo momento. A volte è meglio che ascolti quando urla Tyler, Ron. Penso a quanto avrebbe riso Kyla nel vederlo in questo stato. Sarà simpatica? Vorrei conoscerla...
Mi riempio una tazza di cereali al cioccolato e ci verso sopra il latte freddo. Mi siedo accanto a Ron. Lui non mi nota. Mangiamo in silenzio. Ognuno perso nei suoi pensieri, finché Tyler entra in cucina sbuffando con la fronte ancora aggrottata. È così brontolo.
"- Non siamo pari comunque" mi punta il dito. Sopracciglia unite sulla fronte e sguardo severo, ma gli occhi sono tornati al suo colore naturale. Segno che non è più così incazzato come prima.
"- Cosa vuoi dire?" Chiedo alzandomi dallo sgabello per mettere la tazza vuota nel lavello.
"- Lo sai bene. Io tutto quello che ti ho fatto è stato un po' di acqua sul viso. Tu hai strafatto. Adesso sono la barzelletta del paese" si lamenta. Apre e chiude le ante della cucina senza prendere niente. Così irritante.
"- Un po' di acqua che quasi mi ha fatto venire un infarto e che mi ha traumatizzato la sveglia mattutina" tiro fuori l'attrice che è in me. Voce profondamente seria e braccia piegate sotto il petto. Lui deve credere che siamo pari.
"- Te la farò pagare" punta l'indice minaccioso verso me. Se ne sarà dimenticato prima che io me ne vada. Guarda Ron che continua a mangiare piano con un'espressione sognante sul viso ignorando la nostra conversazione, e un sorriso si fa strada sul suo broncio.
"- Divertente vero?" Rido. Lui si gira e cambia subito espressione guardandomi storto. Ma piano piano gli spunta il sorriso di nuovo. Oh Tyler, nessuno è così duro da non saper sorridere propriamente.
"- Tu sei pazza" scuote la testa. Sorrido anche io.
"- Mi perdoni se ti offro la colazione?" Lo guardo riluttante.
"- Posso pensarci" fa il difficile. Sorrido e gli faccio segno di seguirmi.
"- Ron vieni con noi?" Mi fermo sullo stipite della porta. Alza gli occhi dalla tazza dei cereali.
"- Dove andiamo?"
"- Doppia colazione sta mattina. Questa volta offro io" gli strizzo l'occhio.
"- Lasciami il tempo di cambiarmi i vestiti" dice alzandosi dallo sgabello e va subito verso le scale.
"- Devi anche..." Inizio a dire ma Tyler mi mette una mano davanti alla bocca e non mi lascia finire.
"- Cosa?" Ron si ferma e si gira.
"- Niente" risponde Tyler al posto mio. "- Devi sbrigarti"
Ron annuisce e sale velocemente le scale.
"- Perché mi hai interrotto?" Cerco di parlare piano.
"- Lascialo venire così" sussurra e mi fa l'occhiolino.
"- Mi ammazzerà se lo vedono tutti così" abbasso ancora la voce.
"- Se non ti ho ammazzato io, direi che sei salva." Ride e mi spinge fuori dalla porta. Dopo un tempo che sembra infinito, soprattutto se lo passi con Tyler che ti fa il terzo grado sulla scatola del make up,  scende le scale con il viso completamente pulito.
"- Pensavate veramente che non lo avrei visto?" Alza le sopracciglia e ci guarda incredulo.
"- Ci speravo, ma alla fine so che tu non esci di casa se non ti sistemi almeno per un ora davanti allo specchio" lo schernisce Tyler.
"- Dovresti farlo anche tu, invece di uscire con la prima maglietta pulita che hai. Che poi quella non è neanche tua" Ron indica la maglietta blu di Tyler.
"- A) non ne ho bisogno e B) era in camera mia perciò è mia." Risponde l'altro guadagnandosi un sorriso di scherno dall'amico.
"- Andiamo" cerco di dissuadergli dall'incominciare una discussione inutile. Salgo sulla moto con Tyler e Ron ci segue dietro.
***
Ciao bella gente! Questo capitolo arriva in ritardo ma è lungo il doppio di quelli normali, perciò abbiate pietà. 🙏Scherzo! Lo so che non siete così cattivi. 😘 Vi chiedo come al solito di scrivermi i vostri opinioni, potrebbe non sembrare così, ma sono molto importanti per me. Se il capitolo vi piace, cliccate sulla stellina e accendetela. 😍
Kiss kiss

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora