"- Allora Gwen, cosa vuoi fare oggi?" Chiede Ron addentando il suo toast. Siamo seduti in cucina a mangiare la colazione preparata cortesemente da Tyler. I suoi riccioli castani gli cadono costantemente sugli occhi facendolo sbuffare annoiato ogni tanto.
"- Il bucato, dato che non ho più vestiti puliti" rido.
"- Come sei noiosa" Dice con la bocca piena e a me viene da rimproverarlo, ma mi trattengo. Tyler non ha parlato per un bel po'. Ci ascolta in silenzio. O forse non ci ascolta affatto. Ron continua ad elencarmi le attività che ha in serbo per la giornata, ma la mia mente vola altrove. Intrecci di fantasia e intrighi su ciò che potrebbe essere successo con questi ragazzi prendono vita nella mia testa. Saranno parenti o amici fin dalla nascita? Sembrano intendersi con lo sguardo quando parlano e solo le persone che conoscono ogni centimetro di vita dell'altro possono avere quel tipo di intesa. E i genitori di Tyler? Lui vive in questa casa, perciò presumo che anche loro siano morti o forse non si parlano e lui è scappato di casa per rifugiarsi dal suo migliore amico? Farei prima a chiedere a loro, lo so, ma non sono molto inclina a rispondere alle stesse domande se il discorso << passato>> viene aperto.
"- Dove vai?" La voce squillante di Ron indirizzata all'amico mi riporta con la testa nel presente. La forchetta penzola nella mia mano senza che me ne accorga del suo peso.
"- Esco" dice fermandosi sulla porta con il giubotto in pelle in mano.
"- Non vieni con noi?" Gli chiede disinteressato.
"- Non ci tengo a fare la guida turistica" Ci saluta senza lasciarci il tempo di risponderli.
"- Non posso uscire con i vestiti di Tyler" dico ricordandomi.
"- Nessuno farà caso a come sei vestita" alza la mano noncurante. "- Poi li possiamo comprare strada facendo"
***
La luce del sole filtra attraverso le tende, candida e pura come solo la luce sa essere. Si riflette sopra le pareti bianche della stanza, sulle superfici dei mobili illuminando ogni angolo della stanza. Mi giro e rigiro nel letto cercando di coprire gli occhi con il cuscino ma mi arrendo dopo poco. Mi sta bene! Così imparo a chiudere le persiane la prossima volta. Mi alzo pigramente dal letto e mi infilo le pantofole che ho comprato ieri con Ron al mercato, insieme a dei vestiti. Scendo le scale a tentoni, ancora stordita ed entrò in cucina. La trovo vuota. Un sacchetto di carta è appoggiato sul bancone. Il profumo di caffeina che invade la cucina mi dà una buona idea su cosa ci potrebbe essere all'interno. Lo apro golosa e i miei dubbi vengono affermati. Oltre al caffè ci trovo anche un donut. Lo prendo felice e lo addento finendolo in pochi morsi. Sento la leggera vibrazione del telefono e lo estraggo dalla tasca per trovarmi un sms da un numero sconosciuto. Lo apro curiosa.
Che non diventi un abitudine. Mi devi una colazione.
Sorrido guardando lo schermo del cellulare e lo infilo di nuovo in tasca. Deve essere Ron. Poi mi ricordo che io non gli ho mai dato il mio numero e lo tiro di nuovo fuori.
Come hai avuto il mio numero???
Gli scrivo e appoggio il cell sul tavolo. Sorseggio il caffè mentre guardo fuori dalla finestra la giornata scorrere lentamente. Gli uccellini cantano gioiosi saltellando sul grande albero di glicine dai fiori blu-viola posto nel giardino sul retro della casa. Il telefono vibra di nuovo.
Me lo sono preso...Bambi!
Tyler!
Non hai di meglio da fare? Hai rubato il cell a Ron?
Appoggiò di nuovo il telefono sul tavolo e aspetto la sua risposta che non tarda ad arrivare.
No e no. Me lo ha prestato, ma mi sono già pentito. Questo maledetto ha squillato in continuazione. Se continua così lo romperò.
Il solito bambino imbronciato.
Gné! Gné! Ridaglielo così non c'è bisogno che lo rompi.
Nel giardino di fronte dei bambini giocano con una palla sul prato. Gli orli dei pantaloni sono bagnati e le magliette sudate, ma loro continuano a correre felici. Mi viene voglia di andare a giocare con loro.
Hai ragione Bambi. Ciao.
Trovo la risposta di Tyler dopo pochi secondi. Butto i resti della colazione nel cestino e cerco qualcosa da fare per occupare le ore vuote che mi aspettano. Decido di pulire la casa, in segno anche di gratitudine verso la sig.ra Rita che senza nemmeno conoscermi mi ha accettata in casa sua. Lei però non l'ho ancora vista. Forse il lavoro al hotel le occupa molto tempo. E se invece non lo sa che io sono qui? Se i ragazzi non le hanno detto niente? Che imbarazzo. Faccio una nota mentale di ricordarmi a chiederglielo ai ragazzi e mi concentro sulle pulizie. Raccolgo i capelli in una coda alta - sono diventati ormai troppo lunghi ma mi piacciono così - e vado a cercare gli attrezzi di pulizia.
***
Sono ormai le otto passate, ma dei ragazzi nemmeno l'ombra. Da quando ho scambiato quei pochi sms con Tyler al mattino, non ho più sentito nessuno dei due. Nemmeno la sig.ra Rita si è fatta vedere il che mi sembra strano. La Caesar's Salad che ho preparato per cena giace ora nel frigo in attesa dei commensali. Spengo la luce ed accendo la TV in attesa che ritornino. Decido di guardarmi un film che ho visto un centinaio di volte ma che non fallisce mai nel farmi ridere, "Amici di letto". Le ore passano e le mie palpebre diventano sempre più pesanti, il respiro più leggero e le voci dei protagonisti del film sempre più lontani.
"- Cazzo devi stare attento" sento una voce lontana ma non riesco a distinguere se è ancora la TV o se la voce è reale. Vorrei aprire gli occhi e vedere, ma sono stanca, troppo stanca. Così mi lascio cullare dalle braccia di Morfeo.
***
Nuovo capitolo e non è nemmeno sabato 😝! Che ne pensate? È un po' un capitolo di passaggio in cui vi volevo mostrare come Gwen si stabilisce nella nuova cittadina. Spero vi piaccia! Se è così votate😛! Prometto che il prossimo capitolo sarà più movimentato. Notte!
Kiss kiss
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
RomanceUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...