Maschere

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Walnut oggi è più vivace di come mi si era presentata qualche giorno fà. Tyler non corre in moto come al solito permettendomi di sentire e vedere la città che si sveglia. Si sente in aria odore di pulito, di pane appena sfornato e di cannella e cioccolato che mi ricordano i dolci di mia madre.
Il sole abbraccia la piccola città in ogni suo angolo, scaldando i tetti degli edifici e i cuori tristi di chi non si può fermare a godersi la serenità dopo la tempesta. Le chiome degli alberi non ancora asciugate, portano sulle loro foglie i resti della pioggia. Le vetrine dei negozi brillano colpite dai raggi di luce che riflettono sui vetri colorati, creando arcobaleni di luce. Le strade sono un po' più vivaci oggi, ma sono comunque abbastanza tranquille a parte il rombo dei motori delle poche macchine in circolazione compresa la spazzatrice stradale e i gridolini dei bambini che corrono nel parco a giocare, incuranti delle pozzanghere formate nel corso della sera, dando un po' di vita a questa città.

In pochi minuti raggiungiamo la casa di Ron e rimango un po' perplessa quando invece di bussare, Tyler tira fuori le chiavi ed apre la porta invitandomi dentro con un cenno del capo.

"- Non c'è nessuno in casa?" Chiedo curiosa mentre scorro lo sguardo in salotto.

"- Ron è andato da Kyla" risponde secco senza dare ulteriori spiegazioni lasciando accesa la fiamma della mia curiosità. Perché ha le chiavi di casa di Ron?

"- Tu e Ron siete per caso fratelli?" Do voce ai miei pensieri. Lo so a cosa state pensando: sono una ficcanaso, ma la mia è solo genuina curiosità.

"- Ti sembriamo fratelli?" Alza una sopracciglia.

"- Tu sei sicuramente il fratello brutto tra i due" li faccio la linguaccia. Lui ride e scuote la testa.

"- Non siamo fratelli" risponde alla mia domanda. "- E se lo fossimo non sarei quello brutto, ma quello figo" mi fa l'occhiolino. Alzo gli occhi al cielo alla sua spavalderia.

"- Vieni, ti mostro la tua camera" Mi precede verso le scale. Lo seguo in silenzio finché si ferma davanti ad una delle porte e la apre, rivelando una piccola stanza con un letto singolo e un armadio di fronte che lascia lo spazio sufficiente a passare fino alla finestra dall'altro lato della stanza. Un abat-jour è posto al lato del letto sopra a dei libri che li fanno da comodino.

"- Tutta tua" dice accendendo la luce anche se la ampia finestra lascia passare tanta luce attraverso le tende bianche. Butto lo zaino sul letto e mi siedo. Mi guardo intorno come per analizzare i dettagli. C'è poco da analizzare però. È tutto freddo ed impersonale. Niente decorazioni a parte i libri-comodino e un tappetino rosso. Meglio così. Non voglio sentire mio un posto in cui ci starò solo per pochi giorni. Si spera!

Se hai sbisogno di qualcosa a me mi trovi nella camera a fianco e di fronte c'è quella di Ron. Il bagno è dal lato opposto, in fondo al corridoio.

"- Aspetta, tu vivi qui?" Sono un po' confusa.

"- Da due anni" annuisce. 'Perché?' Gli voglio chiedere ma tengo la bocca chiusa per ora.

"- E l'altra camera?" Chiedo invece riferendomi alla porta che ho visto di fianco alla porta del bagno.

"- Quella è la camera di sua nonna, la signora Rita che hai già conosciuto"

"- La signora Rita è sua nonna?" Chiedo stupita. Fa cenno di sì con la testa. Nessuno aveva mai accennato ad un legame di parentela tra i due. Adesso capisco perché Tyler aveva quel sorriso genuino ogni volta che la salutava.

"- E i suoi genitori?" Mi spingo più in là. Lui mi raggiunge e si siede a fianco a me.

"- Sono morti tempo fà. Suo padre ha avuto un infarto e sua madre si è suicidata una settimana dopo." Lo dice con una freddezza quasi glaciale. Rimango di sasso a guardarlo insistentemente chiedendomi se sta cercando di mascherare le sue emozioni o se veramente la cosa non lo tocca.

"- Già " si sgranchisce la voce facendomi rinsavire.

"- Lo dici quasi con disprezzo" vomito le parole.

"- Era una madre egoista dal mio punto di vista. Ha pensato solo a se stessa, a liberarsi del suo dolore senza pensare a quello del figlio. Lei ha perso un marito, Ron il padre...e poi anche lei. Lo ha lasciato quando più aveva bisogno di lei." Dice velenoso.

"- Io..." Non so che dire. Non avevo visto le cose da questo punto di vista.

"- Tu la conoscevi?"

"- No...e certe persone è meglio non conoscerle" si alza ed esce dalla camera lasciandomi lì a riflettere su ciò che mi ha appena raccontato.

A prima vista Ron dà l'idea di un ragazzo felice, uno che ha tutto nella vita, sempre sorridente e positivo e invece... È una maschera, una maschera positiva, ma negli abissi della sua anima nasconde profonde ferite.

La porta principale cigola e la voce di Ron che ci chiama mi riporta nel presente.

"- Sei arrivato" sorrido scendendo le scale.

"- Mi piace questo benvenuto. Molto meglio di quello di Ty "Sono in cucina"" imita la voce profonda dell'amico. Lo spingo scherzosamente in avanti e lo seguo in cucina dove troviamo un Tyler alle prese con i fornelli. Espressione seria e concentrata da vero Chef, facendo delle uova fritte.

"- Com'è andata?" Gli chiede Tyler.

"- Bene" si scambiano degli sguardi d'intesa. Per oggi ho già fatto troppe domande...

Sono le 03:15 del mattino mentre scrivo, perciò se trovate troppi errori abbiate pietà. Domani, se riesco a trovare il tempo, aggiorno di nuovo. Cosa ne pensate della storia di Ron? Condividete l'opinione di Tyler? Fatemi sapere se la storia vi piace e votate se la risposta è sì. Notte a tutti!

Kiss kiss

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora