Chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle. L'aria fresca mattutina mi colpisce in faccia obbligandomi a chiudere meglio la felpa e tirare su il suo cappuccio per proteggermi meglio dalla leggera brezza. Una sensazione di malessere si fa strada sulla bocca dello stomaco, come un groviglio di emozioni convulse e confuse.
So che uscire dalle vite di queste persone è la cosa giusta da fare, ma allora perché mi sento come se gli stessi abbandonando?Scuoto la testa come se stessi scuotendo via i pensieri.
È una cosa stupida da pensare. Loro non sono miei parenti e se resto porterei a loro solo guai...forse anche a me stessa.
Cerco di convincermi di non voltarmi, di non guardare indietro neanche per un secondo e di cancellare questi due mesi dalla mia testa. Solo così potrò andare avanti senza rimorsi.
Un tentativo inutile per il momento, ma forse quando sarò lontana da qui sarò anche in grado di dimenticare.Almeno è ciò che voglio sperare...
Faccio un respiro profondo guardando le piccole nuvole di fumo bianco che escono dalla mia bocca, tiro meglio lo zaino sulla spalla e poi, dopo aver tirato fuori le chiavi dalla tasca, mi avvio verso la macchina parcheggiata nel vialetto.
"- Volevi andartene senza salutare?" La voce di Tyler mi fa prendere un colpo e le chiavi della macchina mi cadono per terra per lo spavento con un rumore graffiato. Mi giro, con una mano sul cuore e lo vedo lì, già bello pronto, con il giubbotto in pelle sulle spalle e la immancabile sigaretta tra le labbra. La accende e poi butta fuori il fumo che si dissolve subito nell'aria umida.
Sento il cuore sotto il mio palmo fare un piccolo tuffo, ma cerco di ignorarlo e prendo un lungo e profondo respiro per calmarmi.
Ma quando cazzo si è svegliato?! E soprattutto come fa ad essere bello pimpante alle sei del mattino?Mi scruta con sfacciataggine mentre mi abbasso a prendere le chiavi.
"- Credevo che odiavi i saluti?" Mi rimetto con uno scatto in posizione eretta. Gli do subito le spalle per aprire la portiera sperando che non continui questa conversazione ma faccia una delle sue uscite di scena snervanti, così lo posso odiare per il resto della strada fino a Chicago.
"- Io sì, ma Ron no." Lo sento rispondere dietro di me. Butto lo zaino sul sedile del passeggero e chiudo la portiera sbattendola un po' troppo forte.
Mi giro per risponderli di farsi gli affari suoi, ma le parole non trovano la via d'uscita. È così vicino a me che mi blocca appiccicata alla portiera dell'auto e il cuore accelera i battiti.
Mi sento così stupida e vulnerabile in questo momento che odio me stessa.
Quel sorrisetto da furbacchione, mi da l'idea che sta tramando qualcosa che non mi piacerà.
"- È troppo presto per svegliarlo" alzo le spalle cercando di sembrare più calma possibile quando si avvicina ad un palmo dalla mia faccia e punta quei zaffiri fin dentro l'anima. Voglio odiarlo, e anche tanto, così che questo fastidioso nodo alla gola sparisca, ma da qualche parte dentro di me qualcosa me lo impedisce.
"- Cazzate" sbuffa buttando a terra la sigaretta. Alzo gli occhi al cielo e cerco di spingerlo per passare dal lato del guidatore, ma non riesco a muoverlo neanche di un centimetro.
"- Devo andare" dico con tono un po' incavolato per mascherare il nervosismo che si sta impossessando di me.
"- Dobbiamo andare, Bambi" precisa con un sorriso di scherno.
"- Dobbiamo?!" Lo guardo confusa mentre cerco ancora una volta di spingerlo di lato, ma senza successo.
"- Vengo con te" dice aprendo la portiera del passeggero. Prende il mio zaino, lo carica sulla spalla e si allontana verso il garage, tutto tranquillo come se niente fosse.Ma...cosa?!
Ha davvero detto che viene con me?!"- Non mi ricordo di averti invitato!" Alzo la voce seguendolo, ma senza ricevere risposta. Sento la rabbia farsi strada e il sangue bollire nelle vene.
"- Hey non è divertente e dove cazzo vai con il mio zaino?" Sbotto dietro di lui e affretto il passo per raggiungerlo. Se questo è uno scherzo, è di cattivo gusto.
Lui non può venire con me.
"- Prendiamo la macchina di Ron, è nuova e non ci darà problemi." Dice ignorando completamente la mia protesta. Apre la portiera della Audi e butta dentro il mio zaino. Cerco di riaprirla per riprendermelo, ma il braccio di Tyler si appoggia con forza sulla portiera impedendomi di fare qualsiasi cosa.
"- È fuori discussione" digrigno i denti incazzata per come mi sta trattando. Ma chi cazzo si crede di essere? Pensa che può venire qui con il suo bel sorriso e decidere per me? E che cazzo gli dice il cervello poi? Ammesso che ne abbia uno...
Venire a Chicago? Con me? A fare cosa, il mio babysitter?
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
Storie d'amoreUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...