Il sole non ne vuole veramente sapere che ormai siamo a settembre e che l'estate dovrebbe essere già finita. Brucia sulla pelle e non passano che cinque minuti da quando sono uscita e già mi sento la maglietta sudata appiccicarsi addosso, ma non demordo. Devo cercare senza farmi rallentare dal caldo, pioggia o terremoto che sia. Sentendo una carica di energia e sicurezza che non so da dove arriva, decido di partire dai licei. Lei ha 15 anni adesso e da quello che ho saputo la madre adottiva è un insegnante. Non so di cosa, so solo che è un insegnante. Perciò iniziare dai licei della zona mi sembra l'idea migliore.
Faccio un giretto a piedi nel paese pensando alle parole che le avrei detto appena vista. L'avrei abbracciata prima? O le avrei parlato? E se non mi riconoscesse? Forse dovrei presentarmi prima. Ma che dico! Certo che mi riconoscerà. Aveva dieci anni l'ultima volta che ci siamo viste, mica tre. E io la riconoscerò? Sarà cambiata tanto, certo, ma riconoscerei quel faccino da angelo anche a distanza di mille anni.Giro per qualche ora a vuoto, senza nemmeno sapere dove sto andando, rendendomi conto che avrei dovuto cercare più informazioni prima di partire e anche comprarmi una mappa magari. Il paese è abbastanza piccolo in realtà, ma avrei potuto evitare di camminare sotto il sole e di cercare inutilmente licei che non esistono. Le uniche scuole che trovo a Newberry sono una scuola elementare e una media e anche quelle sono ancora chiuse.
Che stupida non averci pensato prima!La poca gente che c'è nelle strade sono delle vecchiette che chiacchierano e dei bambini che giocano al pallone.
Mi siedo su una panchina pensando a cosa fare. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma in questo momento mi sento sconfitta. Non so da dove partire. La ricerca sembra arrivata ad un punto morto. Tutta la sicurezza di poco prima si dissolve nell'aria afosa come zucchero nell'acqua. Il paese è veramente molto piccolo e gli abitanti sembrano essere un numero limitatissimo. Forse questo mi sarà d'aiuto! Se ci sono pochi abitanti sarà più facile trovarla.
Felice di questa nuova scoperta, cambio strategia e mi accingo ad entrare in un negozio aperto e iniziare a chiedere da lì informazioni su di lei.
La commessa dice di non averla mai vista, ma dubito che ci veda bene perché continua ad avvicinare ed allontanare la mano nella quale tiene la foto in continuazione. La ringrazio cortese ed entro nel prossimo negozio sperando di avere più fortuna questa volta, ma sembra che oggi mi giri alla larga. Non che prima ne avevo questa grande botta di culo...
Con la gola secca, i capelli appiccicati al collo e i piedi indolenziti entro ed esco dai negozi e i bar della zona facendo vedere la foto a chiunque aspettando ogni dannatissima volta di sentire le parole magiche "Sì, la conosco", ma vengo ogni volta a contatto con facce perplesse seguite da smorfie e "non l'ho mai vista" come risposta.
Ogni volta che scorgo una testa bionda con capelli lunghi e ondulati, il cuore fa le capriole. Poi però quando mi avvicino a vedere meglio le mie speranze muoiono come carta bruciata.
Quando il sole inizia a calare e l'aria diventa più umida, decido che è ora di tornare nella mia camera. Potrei chiedere informazioni anche ai signori Everton. Perché non ci ho pensato da subito? Sto diventando rincoglionita.La strada di ritorno mi sembra atrocemente lunga. Sembra quasi che ad ogni passo che faccio l'albergo sia sempre più lontano. Non vedo l'ora di fare una doccia e andare dritto al letto. Penso che stasera non cenerò nemmeno. Domani riparto con le ricerche e mi compro anche una mappa o posso chiedere indicazioni al signor Evans. Lui si è mostrato da subito gentile e accogliente. Sono sollevata quando vedo la vecchia struttura del Bed & Breakfast in lontananza.
Avvicinandomi scorgo una figura che mi sembra familiare. Mi si forma un nodo allo stomaco quando vedo che quella figura è il ragazzo spavaldo dagli occhi blu notte. Non avrei mai pensato di essere così felice nel rivederlo dato che abbiamo litigato così spesso in così poco tempo. È seduto sulle scale che portano all'entrata con la testa china sulle sue mani. Sorridendo mi avvicino a lui che alza la testa dall'oggetto che tiene in mano appena la mia ombra lo raggiunge precedendomi. I raggi del sole che sta scomparendo nel l'orizzonte si riflettono sui suoi occhi come se fossero la superficie dell'oceano.
"- Finalmente sei tornata" dice con tono quasi scocciato.
Che peccato, una bellezza come la sua sprecata in un carattere così di merda!
Il sorriso che si era accennato quando l'ho visto da lontano, si affievolisce fino a sparire.
"- Che ci fai qui?" Chiedo perplessa. Infilo le mani nelle tasche posteriori dei jeans e mi avvicino ancora di più.
"- Ti sei dimenticato questo" si alza spingendo con una mano e mi porge l'oggetto che teneva con l'altra.
"- Il medaglione" boccheggio riuscendo a stento a credere che sia venuto fin qui per riportarmelo. Tolgo le mani dalle tasche e prendo la collana.
"- Già" dice abbassando lo sguardo e infilando le mani nelle tasche dei jeans come avevo fatto io prima.
"- Grazie" cinguetto felice unendo le mani. Reprimo la voglia di abbracciarlo. So che molto probabilmente lo infastidirebbe. Annuisce e mi sorpassa di lato.
"- Dove vai?" Mi giro confusa a guardare la sua figura retrattile. Si gira anche lui ed io alzo gli occhi al cielo per il tono che usa.
"- Me ne torno a Walnut" dice girando le chiavi della moto sul l'indice.
Ma è venuto fin qui in moto? Questo è pazzo!
Cerco di mascherare come meglio posso la delusione che mi morsica sulla bocca dello stomaco quando sento che se ne vuole andare via subito. Mi do mentalmente della stupida per sentirmi come un animale abbandonato dal suo padrone che se ne va in vacanza. Io non sono un animale e lui non è il mio padrone. Scaccio via quel pensiero con un movimento della testa e lo chiamo.
"- Hai fatto tutto quel viaggio per andare subito via?" Cerco di farlo ragionare.
"- La collana l'hai presa" dice indicando con un dito l'oggetto nelle mie mani. La mia mente si mette subito in opera come un criceto che corre sulla ruota per trovare una ragionevole spiegazione al fatto che vorrei che rimanesse qui ancora un po'.
Avere una persona che conosci vicino alleggerisce un po' lo stress, per questo vorrei che rimanesse ancora un po'.
"- Sarai stanco, il viaggio è lungo e la sella della moto non è molto comoda quando devi guidare per ore. Rimani stasera" le parole mi escono dalla bocca senza pensare, quasi come una supplica.
Lo vedo in quel momento! Il suo sguardo diventare più morbido. Le onde dell'oceano che si calmano. Come se avesse letto tra le righe e percepito la tensione che mi schiaccia il petto. Sposta lo sguardo sui miei occhi ed io mi sento annegare nei suoi. Dannazione a me!
"- Hai avuto successo con le ricerche?" Cambia domanda. Scuoto la testa.
"- Se entri ti racconto" stuzzico la sua curiosità nella speranza che funzioni. Si guarda intorno con espressione pensierosa.
"- Dopo di te" dice indicando con la mano l'entrata del Bed & Breakfast. Cerco di trattenere un sorriso per non sembrare bisognosa. Spingo la porta d'entrata che oggi sembra molto più leggera e poi salgo le scale nella speranza di non incrociare i signori Everton. A metà strada mi rendo conto che lo sto portando in camera mia e che forse avrei fatto meglio a parlare con lui al bar o nella hall. Non vorrei che pensasse male. Sento le guance accaldarsi. Ma perché mi devo fare tante paranoie?
Spingo il pensiero in qualche parte buia del cervello e continuo a marciare fino a raggiungere la mia stanza. Lui entra dopo di me e chiude la porta alle sue spalle. Cerco di ricordare a me stessa che abbiamo dormito per giorni nella stessa camera e che questa situazione non è diversa.
Oh ma chi se ne frega!
"- Mi devi per caso raccontare un segreto di stato?" Scherza alzando un angolo della bocca all'insù.
"- Più o meno." Sorrido riflettendo la sua espressione.
"- Ti dispiace se prima di raccontarti tutto mi faccio una doccia? È stata una lunga giornata e ne ho veramente bisogno." Dico cercando dei vestiti puliti.
"- Fai pure." Indica la porta del bagno con la mano e si siede sul bordo del letto. Lo ringrazio ed entro in bagno chiudendo la porta a chiave dietro le mie spalle.
Sento come l'acqua calda lava via la stanchezza della giornata rinvigorendo la mia pelle e dando al mio cervello nuovi input per pensare. Come se non bastassero quelli che ho già.
Quando esco dalla doccia trovo Tyler sdraiato sul letto, con i piedi che gli penzolano sul bordo e la faccia nascosta nel mio cuscino. Mi avvicino e lo chiamo con voce fievole, ma non mi risponde. Sarà stato molto stanco per via del viaggio. Mi sento in colpa perché non gli ho neanche offerto di fare lui la doccia per primo. Decido di non svegliarlo. Gli tolgo piano le scarpe e cerco di fare altrettanto con il giubbotto. Per fortuna si è sdraiato a pancia in giù rendendomi più facile la cosa. Cerco di tirare il lenzuolo sotto di lui per coprirlo un po' ma ci rinuncio dopo due secondi per paura di svegliarlo. Mi sdraio accanto a lui e chiudo gli occhi cercando di non pensare al fatto che stiamo dormendo nello stesso letto. Gli amici possono dormire nello stesso letto, giusto?
***
Il buongiorno si vede dal mattino e io oggi mi sono svegliata con la voglia di aggiornare "Guidami all'inferno". So che gli aggiornamenti sono lenti e probabilmente siete stufi di aspettare, ma purtroppo ho poco tempo a disposizione. Davvero, non è una scusa. Molte volte scrivo mentre sono in autobus andando al lavoro, o in pausa pranzo e spesso la sera prima di andare a dormire, finendo sempre per dormire molto tardi e svegliandomi con delle belle occhiaie il mattino dopo (ma per fortuna esiste il correttore 😂). Comunque, scrivo questo non per lamentarmi, (sono sicura che molte persone che scrivono qui su wattpad si trovano in una situazione simile) ma per chiedervi scusa delle lunghe attese.
Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate nei commenti. Non abbiate timore a farmi anche delle critiche, le accettato con sportività 😉.
Vi auguro una bella giornata e vi mando un bacio volante 😘.
Kiss kiss
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
RomanceUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...