"- Hai avuto un bel coraggio a partire in un lungo viaggio con questa auto" dice Ron quando arriva con la sua Ford Capri nuova. Alzo gli occhi al cielo annoiata dalle risate di Tyler e dallo sguardo della serie "Te l'avevo detto" che mi rivolge continuando a scuotere la testa quando gli mostro il dito medio.
"- Non avevo tanta scelta. Questa era quella che sembrava messa meglio tra quelle che ho trovato" alzo le spalle.
"- Sei andata a prenderla in una discarica?" Mi prende in giro.
"- No, solo non tutti sono abbastanza ricchi da potersi permettere un auto nuova" dico un po' alterata. Non c'è bisogno che continuino a ripeterlo.
"- Hey mi dispice, stavo solo scherzando" mette una mano sulla mia spalla e mi gira verso di lui. Il cipiglio che ha sul viso mi convince che le sue scuse sono sincere. Annuisco e mi faccio da parte lasciando che si occupino della macchina il prima possibile. Prima lo fanno e prima possiamo andare via da questo caldo infernale.
I ragazzi collegano insieme le due auto con un cavo, mentre io resto a guardarli litigare con Tyler che da' dell'incapace a Ron. Dopo che hanno finito di collegare la macchina e di prendersi a parole, mi metto sul volante della mia e Ron sulla sua, mentre Tyler ci segue in moto. Dopo un'ora e mezza il cartello all'entrata della città ci da il benvenuto a Walnut (Iowa), la città antica. Mi chiedo perché lo chiamano "Città antica", ma la mia domanda trova risposta appena entriamo nelle vie, a quest'ora quasi deserte, della città. La città è uno susseguirsi di strade fatte di mattonelle rosse e negozi di antiquariato che sembra stiano lì dai tempi della guerra. Le case vecchie ma mantenute molto bene si collocano distanti tra l'un l'altra con i giardini ben curati e qualche albero qua e là. Un signore esce da un bar spingendo con il piede la porta che cigola facendoci girare la testa. Lui visibilmente ubriaco saluta con la mano e ride poi torna di nuovo dentro. Anche le insegne dei bar e dei ristoranti rispecchiano il nome della città. È tutto ben conservato, ma sembra di essere in un altra epoca. È una bella città comunque, piccola ma accogliente, solo troppo tranquilla per i miei gusti, abituata alla vitalità e rumore di Chicago. Passiamo davanti ad un parco in cui scorgo dei giochi con l'acqua, ma anch'esso è vuoto probabilmente perché è mezzogiorno ed è troppo presto per far uscire i bambini.
"- Davvero vivete qui?" Chiedo scettica ai ragazzi una volta arrivati davanti alla casa di Ron. A parte girare in negozi di antiquariato, non sembra che ci siano altre cose da fare in questa città. La monotonia e la tranquillità non fanno decisamente per me. Inizio già a deprimermi all'idea di dover stare qui per chissà quanto, finché non avrò sistemato la macchina.
"- Sì, non è così male come sembra. Forse ora che sono tutti i giovani fuori città per le vacanze o le gare in moto al deserto, sembra disabitata. Ti assicuro che ci vive della gente comunque" scherza Ron. Tyler si toglie il casco e ci raggiunge.
"- È solo che è troppo tranquillo. Cosa fate quando non ci sono le gare?" Chiedo seguendo i ragazzi fino all'entrata della casa. È un edificio bianco, con il tetto grigio e con delle grandi finestre e un piccolo giardino di rose davanti. Sembra nuova rispetto agli altri edifici che ho visto durante il tragitto in giro per la città.
"- Sappiamo divertirci, se è questo che ti preoccupa" ribatte Tyler da dietro di me. Ron apre la porta e mi intima di entrare tenendo la porta aperta per me.
"- Che gentiluomo" ridacchio e faccio due passi in avanti.
"- Sempre con le belle signorine" ride anche lui facendo roteare gli occhi a Tyler che ci sorpassa e si butta sul divano con un tonfo. Mi guardo intorno aspettandomi di vedere i suoi genitori da qualche parte, ma sembra che la casa sia vuota. È ancora mezzogiorno perciò saranno ancora al lavoro. Il salotto è piccolo ma ben arredato con un divano beige a tre posti e un tavolino di legno scuro davanti. La Tv è piazzata su un mobile vintage di legno chiaro con dei dettagli in color oro sui bordi. La casa è pulita e in ordine. Ci sono tante foto sul muro e sui mobili sparse in giro. Sono quasi tutte di Ron quando era piccolo con presumo i suoi genitori. Lui è sempre sorridente nelle foto, ma una di loro attira particolarmente la mia attenzione. Lui sta abbracciando i suoi genitori, un braccio intorno al collo della madre e uno intorno al collo del padre. Stanno tutti sorridendo mentre guardano l'obiettivo della fotocamera a parte Ron che sta guardando con adorazione sua mamma. Sorrido a me stessa guardando quanto sono felici. Quanto vorrei avere anch'io delle foto ricordo dei miei genitori. Vorrei aver fatto più foto con loro.
"- Gwen sei ancora con noi?" Chiede Tyler agitando una mano davanti ai miei occhi. Non me ne ero resa conto di essermi persa nei pensieri.
"- Certo" schiarisco la gola.
"- Hai fame?" Chiede e il mio stomaco brontola al pensiero del cibo. Annuisco e seguo i ragazzi fuori.
"- Io vengo in macchina con te" dico a Ron "- se non è un problema" aggiungo guardando il suo sguardo spostarsi da me a Tyler.
"- Certo che no" sorride e apre la portiera della macchina per me. Sono un po' sorpresa dai suoi modi. Nessuno lo ha mai fatto per me. Entro in macchina e lui chiude la porta.
"- Vengo anch'io con voi" dice Tyler salendo dietro nello stesso momento in cui Ron sale sul posto di guida.
"- Sono shockato. Tu che preferisci la mia macchina alla tua moto?" Ron mette una mano sul petto scherzosamente e guarda Tyler attraverso lo specchietto retrovisore. Lui alza gli occhi al cielo annoiato.
"- Sono solo 5 min di strada, non ha senso andare separati e poi sono stanco oggi" si giustifica. La macchina parte e in pocchi minuti siamo davanti al ristorante. "Glenn's Food & Pub" legge l'insegna. Il locale è pieno di gente. Arredato nello stesso stile antico che caratterizza la citta, con tavoli e sedie in legno e decorato con vasi e quadri che danno l'impressione di essere tanto antichi quanto la città stessa. Qua e là un tocco di colore dato dai fiori freschi dentro a dei piccoli vasi colorati. Ci sediamo in uno dei tavolini vicino all'entrata e aspettiamo il cameriere che non tarda ad arrivare. I ragazzi sembrano al loro agio qui ordinando senza nemmeno guardare al menu, mentre io non riesco a decidermi cosa prendere. Alla fine mi arrendo. Lascio scegliere loro anche per me e ordino solo dell'acqua da bere.
***
Sono passati due giorni da quando abbiamo portato la mia macchina nel garage di Ron. Tyler ha detto che domani torneremo a Walnut e lui inizierà a prendersi cura della mia macchina appena torniamo. Non so ancora dove dormirò quando saremo la'. Qui ho dormito nel letto di Ron e lui è andato da Kyla che presumo sarà la sua ragazza. Mi sento un po' in colpa per averli occupato il posto, ma lui mi ha assicurato che per lui è anche meglio dormire da lei che in camera con Tyler. Lo so che lo dice solo per non farmi sentire in colpa. Tyler dal canto suo non è andato in quelle gare queste due sere, ma in compenso è rimasto fuori durante il giorno. Mi annoio da morire tutto il giorno da sola, senza nemmeno un posto dove poter uscire a fare due passi a parte la strada deserta. Ho scambiato due parole con Rita, la portinaia ogni tanto, che mi ha prestato un libro da leggere e mi ha aiutato a scegliere dove ordinare del take away. Per fortuna domani torneremo a Walnut. Non posso crederci che lo sto dicendo, ma non vedo l'ora. Almeno potrò girare nei negozietti o al parco e sono sicura che avranno anche una biblioteca in cui potrei prendere qualche libro da leggere. La mia mente vola ancora da mia sorella. Non vedo l'ora di vedere il suo sguardo felice quando mi vedrà. È da cinque anni che non la vedo e mi manca da morire. Ho vissuto tutto questo tempo con una sola idea, un solo scopo nella mia vita. Ritrovarla e non separarmi mai più da lei. Sarà difficile trovarla però. Tutto quello che so è che la famiglia che l'ha addottata è di Newberry Springs in California e che la donna fa la maestra d'asilo. Ma non mi arrenderò, anche se dovrò muovere le montagne per trovarla, ci riuscirò. È l'unica persona che mi rimane in questo mondo. La mia vita non avrebbe un senso se non avrei qualcuno con qui condividerla. Asciugo una lacrima che non me ne ero ancorta fosse scappata e mi schiaffeggio mentalmente per essere così vulnerabile. In quel momento la porta della camera si apre e un Tyler tetro entra. Non mi saluta nemmeno ma va direttamente verso il bagno e apre l'acqua calda. Lo seguo e mi fermo sullo stipite della porta con le braccia incrocciate.
"- Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Chiedo con tono infastidito. Mi ha lasciato da sola tutto il giorno e ora non saluta nemmeno.
"- Vuoi stare a guardare mentre mi faccio la doccia?" Ignora la mia domanda e indisturbato dalla mia presenza si toglie la maglietta e si sbottona i pantaloni. Alzo gli occhi al cielo e non gli rispondo, ma vado a sedermi sul letto. Perché si è offerto di aiutarmi se poi deve fare lo stronzo? Forse dovrei lasciare perdere la macchina e trovare un altro modo per andare a Newberry. Domani a Walnut vedrò se posso prendere un autobus o qualcosa. La porta del bagno si apre e lui esce fuori con i capelli bagnati che gocciolano sul suo torso nudo e un paio di jeans chiari stretti ancora sbottonati. Cerco di guardare altrove un po' imbarazzata. Per lui sembra normale girare mezzo nudo in mia presenza, ma io non riesco ad abituarmici. Solo che non posso dirglielo dato che questa è la sua camera e l'intrusa qui sono io.
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Guidami all'inferno (#Wattys2016)
RomanceUna ragazza fiera, diffidente e con un sarcasmo disarmante. Non è abituata ad avere qualcuno che si prende cura di lei. Ormai è da anni che si deve arrangiare da sola, ma poi arriva lui. La sfida, la mette alla prova, ma soprattutto è sempre lì qua...