Non importa

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"- Esci?" Chiedo a Tyler quando lo vedo prendere il giubotto di pelle e il casco con il portafoglio dentro. Il sole non è ancora calato, ma anche se non brilla come nelle prime ore della gionata, riesce comunque ad illuminare i suoi tratti duri e i capelli scuri che non si è preso la briga ad asciugarli.

"- Sì" risponde secco senza disturbarsi a guardarmi in faccia mentre parlo ma continua a cercare con gli occhi qualcosa nella stanza con un cipiglio costante come se qualcosa lo disturbasse.

"- Vai a gareggiare?" Insisto guardandolo di sbiecco, sperando in una risposta un po' più articolata. Si siede sbuffando sul letto e infila le scarpe con movimenti bruschi e veloci.

"- Sì" continua invece con le risposte a monosillabi. Ha la schiena rivolta verso di me ma lo specchio sul muro davanti a lui mi da una bella panoramica del suo viso contorto in una smorfia. Se non fosse per il fatto che non l'ho visto tutto il giorno, penserei che ce l'ha con me.

"- Vengo anche io. Mi annoio qui, non c'è niente da fare" mi alzo e infilo anch'io le scarpe senza preoccuparmi di cambiare i vestiti che ho tenuto tutto il giorno. Prima di tutto ho solo due paia di pantaloni e gli altri sono  sporchi, e secondo, gli ho messi solo per non stare in pigiama, perciò sono puliti dato che non sono uscita più in là della reception.

"- Beh trovati qualcosa da fare perché tu non vieni" dice puntando un dito nella mia direzione finalmente degnandomi del suo sguardo. Quel dito puntato contro e il tono con qui mi parla mi fanno indietreggiare.

"-Cosa?! Perché no?" Mi vergogno di me stessa per il tono quasi disperato. Sono rimasta chiusa qui dentro per due giorni e se continuo a stare chiusa mi ammazzerò per la noia. Non che prima nella mia monotona vita facevo qualcosa di più ecccitante, ma il lavoro mi teneva occupata per la maggior parte del tempo e l'altra parte lo passavo a guardare "Una mamma per amica" o nella biblioteca della città. Qui non funziona nemmeno la Tv.

"- Non ho tempo per fare il babysitter tutta la notte" A quelle parole il sangue mi ribolle nelle vene.

"- Nessuno te lo chiede" ribatto accigliata alzando la voce di qualche ottava. Prendo lo zaino appoggiato sulla sedia ai piedi del mio letto e chiudo fino in fondo la cerniera lasciata per metà aperta decisa a non lasciarmi scoraggiare dal suo cattivo umore.

"- Ma Dexter ci sarà e sicuramente riprenderà da dove ha lasciato" dice acido. Come se fosse una valida ragione... Alzo la testa e lo guardo irritata.

"- E quindi? So difendermi da sola, non c'è bisogno che tu giochi a salvare la dama in pericolo." La sua espressione si indurisce ancora di più. Chiude gli occhi e sospira pesantemente cercando di calmarsi.

"- Fai come vuoi, ma io non ti ci porto" dice ed esce chiudendo la porta con un tonfo. Rimango allibita in piedi dietro la porta. Che cazzo è appena successo? Beh, presumo che alla fine non sono poi molto desiderata qui. Mi arrabbio con me stessa per essere stata così ingenua e debole e per aver lasciato che qualcuno che nemmeno conosco mi aiutasse permettendoli di avere un qualche potere su di me. L'idea di proseguire il mio viaggio in autobus si rinforza ancora di più. Delusa dal suo comportamento, mi siedo sul letto e tiro fuori il mio diario. È difficile per me esprimermi a parole, ma quando scrivo sul diario le parole fluttuano nella mia mente, pronte per essere incise con l'inchistro blu.

La porta della camera viene aperta di nuovo e un Ron molto felice entra fischiettando. Come fanno ad essere amici loro due? Non ho mai visto una persona più sorridente di lui. L'esatto contrario dell'amico musone.

"- Non si usa più bussare?" Chiedo chiudendo il diario e buttandolo nello zaino.

"- Scusa, mi ci devo ancora abituare all'idea" alza le spalle e si siede sul mio/suo letto con un tonfo facendo muovere il materasso. Si appoggia allo schienale del letto con le mani dietro la testa e incrocia le gambe senza togliere le scarpe. Spingo le sue gambe fuori dal letto puntando il dito sulle scarpe. Lui alza gli occhi al cielo ma mette giù i piedi.

Guidami all'inferno (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora