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Aurora

" Mmm..." 

Era primo mattino e dalle labbra mi sfuggì un suono gutturale, tipico di un animale Giurassico. 

Ancora avvolta nelle lenzuola bianche e blu, che emanavano un buon profumo di bucato appena steso, stavo escogitando un piano per uccidere in maniera dolorosa e brutale le mie due coinquiline. 

Avere un balcone in camera poteva tornarmi decisamente utile in occasioni come queste. 

Una leggera spintarella ingiustificata e via...ciao, ciao!

Ok, ok scherzavo! 

Il fatto era che non ne potevo più di ascoltare quella musica commerciale orrenda, tra l'alto a volume alto, ogni giorno della mia vita ed alle sette del mattino.

Sul serio! Alle sette del mattino! 

La mia sveglia avrebbe suonato alle otto, esattamente un'ora dopo. 

Un'ora di sonno perduta! 

Mi diedi una manata in faccia, esasperata, mi strofinai la pelle del viso, mi stropicciai gli occhi per benino, ed infine agguantai il mio cuscino cercando di coprirmi le orecchie.

Nulla di fatto! Mi girai su un fianco, ma la musica era sempre a portata delle mie orecchie.  

Mostrai i denti al soffitto. 

" Ragazze! Potete abbassare quel cavolo di stereo? E' prima mattina! " tuonai furiosa, ma nessuna delle due parve sentirmi. 

Perfetto! Fantastico!

Lanciai le lenzuola in aria e mi affrettai a scendere la scaletta del letto a castello, rischiando di cadere faccia a terra per colpa dell'ultimo piolo. 

 " Allora?" sbottai uscendo dalla stanza sbraitando, tra l'altro chiudendo le mani a pugno pronta a colpire. 

Le due ragazze si voltarono con aria innocente verso di me, mi guardarono stranite.

" la musica, m'infastidisce." specificai con un falso sorrisetto, scandendo bene parola per parola ed indicandomi le orecchie. 

 "Aaaah scusa." tuonò la proprietaria dell'aggeggio, che subito si affrettò a rimediare al danno correndo sui tacchi. Mi domandai se la signora del piano inferiore stesse pensando di spararci, me inclusa. Di sicuro a quel bel Paese ci aveva già mandate.  

Abitavo nella città di Milano, all'ottavo piano della scala B di un condominio ormai in decadimento costruito all'epoca della Seconda Guerra Mondiale o giù di lì. Pagavo regolarmente ogni fine mese la mia quota d'affitto, seppur stellare, pur di portare a termine i miei studi universitari il più in fretta possibile, dato la mia famiglia abitava parecchio distante dal centro. Per non fare continuamente avanti ed indietro con treni vari, che il più delle volte facevano ritardo o venivano cancellati, avevo avuto la brillante idea di trasferirmi in città. Mi era sembrata un'ottima idea. Sembrata. 

Felicity e Carlotta, erano i nomi delle mie due dolci coinquiline. 

Felicity era nata e cresciuta in Italia, mentre Carlotta - tra l'altro anche mia compagna di stanza - era del Sud America, trasferitasi qui grazie ad una borsa di studio. 

Volevo bene ad entrambe, ma non era facile per tutte e tre condividere gli spazi ridotti di cui potevamo disporre, per non parlare del fatto che le pulizie per loro erano un grande optional. 

Felicity amante della moda, lavorava proprio in quel settore. Trascorreva i suoi giorni in un grande showroom in centro. Si truccava e si vestiva sempre come una gran signora, capelli biondi perfetti, ciglia lunghe, immancabile gel alle unghie...per lei i tacchi a spillo e il fard erano all'ordine del giorno. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora