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Jonathan

Le sue labbra sfiorarono le mie in un leggero e quasi impercettibile tocco, e per un breve istante mi ritrovai a respirare il suo stesso ossigeno. 

Ero tra il sonno e la veglia, ma la sentii comunque armeggiare con qualcosa. 

Rimasi fermo, immobile.

Lei doveva essere rimasta al mio fianco dopo quel piccolo bacio, perché molto presto le sue dita presero ad accarezzarmi i capelli con dolcezza. Immaginai un meraviglioso sorriso impresso sul suo viso ed i suoi occhi castani scrutarmi con amore, questo mi faceva sentire in Paradiso, pur non avendo ancora visto per davvero con i miei occhi tutto questo.

Poco dopo, non riuscivo a capire di preciso quanto, lentamente le sue mani scesero giù, fino a sollevarmi l'orlo della maglietta. 

Prendendo un ampio respiro, riuscii a costringermi ad aprire gli occhi. 

La luce del sole diffusa nella stanza non mi diede alcun fastidio, era gradevole. Sorpresi Aurora, mia moglie, accanto a me come avevo sospettato, intenta ad occuparsi della mia ferita. 

Non c'era più traccia della vecchia medicazione, i punti adesso erano ben visibili mentre preparava nuove garze da applicarci su. Faceva quasi impressione vedere il punto in cui Alberto mi aveva colpito con quel coltello, ma mi sforzai di non pensarci troppo.  

Inoltre, il tocco di Rora era così leggero e gentile e delicato che non mi ero accorto di nulla, non avevo percepito neanche una piccolissima fitta di dolore. Niente. 

" Buongiorno." sussurrò con quel meraviglioso sorriso, quando scoprì che ero sveglio ed intento a fissarla, imbambolato.

Le sorrisi: " Ehi, hai delle piume al posto delle mani?" le chiesi, con voce ancora impastata dal sonno. 

Rise piano, che suono soave! 

Ascoltarlo di primo mattino era qualcosa che ti caricava di nuove aspettative e speranze.

" La ferita sta migliorando, presto toglierai anche questi punti." annunciò contenta. 

Annuii, sollevato quanto lei. 

" Dormito bene? " le domandai curioso. 

Le avevo raccontato ogni cosa sul mio passato e non riuscivo a capire come avesse fatto a reagire così bene. Il suo amore per me era davvero così forte da cancellare ogni mia colpa, ogni mio errore? A quanto pareva sì.

 Ed io avevo scoperto di essermene innamorato perdutamente. L'amavo, per davvero. 

Ora che lei era entrata nella mia vita mi sembrava impossibile che potesse uscirne. Pensare ad un futuro senza di lei era come non averlo affatto. 

" Tieni." ordinò mostrandomi una pillola ed un bicchiere d'acqua. 

Inarcai un sopracciglio: " Ancora? Ne ho abbastanza di tutti questi farmaci." sbottai imbronciato. 

Rimproverandomi con lo sguardo aggiunse severa: " Non fare il bambino, l'antibiotico è importante e non puoi nemmeno prenderlo in ritardo." 

Roteai gli occhi, obbedendo. 

Parve soddisfatta quando mandai giù la pillola e mi mostrò un altro bellissimo sorriso. 

Io la ricambiai ma con una certa malizia. 

Inarcò le sopracciglia ed indietreggiò di un passo, confusa: " Cosa c'è?" 

Sapeva a cosa stavo pensando, perché altrimenti non sarebbe arrossita a questo modo. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora