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Aurora

" Allora? Come è andata? " chiese Olivia, quando venne ad aprirci la porta di casa. 

Non risposi, ma con lo sguardo le indicai Jonathan. 

Mio marito era davanti a me, aveva appena abbandonato le valigie in salotto.

" Gli hai parlato? " mi chiese in un bisbiglio preoccupato. 

Annuii: " Sì. " 

" E non l'ha presa bene? " 

Scossi la testa: " No, l'ha presa ancor peggio di quanto credessi." 

Olivia non pensò minimamente di nascondere il suo disdegno, portò lo sguardo su Jonathan e se avesse potuto l'avrebbe mangiato con i soli occhi. 

" John, che problemi hai? " tuonò, inutili furono i miei tentativi di fermarla.

" Olivia, perdonami, ma questo non penso sia un tuo problema." sbottò mio marito furioso, voltandosi verso di lei. 

La bionda inarcò le sopracciglia: " Di quale problema stiamo parlando? I tuoi figli sono forse un problema per te? " 

Jonathan sbuffò, avviandosi verso le scale: " Dov'è Silvia? " 

" Non hai risposto alla mia domanda." rispose Olivia con le mani sui fianchi. 

Lui alzò gli occhi al cielo: " Per favore, non sei mia madre. Ok? Ti voglio bene, ma adesso non ho voglia di parlare di quelle cose."

Quelle cose. 

Quelle cose? 

Quali cose? 

Stava paragonando i nostri figli a...oggetti? 

Mi salirono le lacrime agli occhi, a causa sua non facevo che piangere ultimamente. 

Olivia mi strinse a sé, comprendendo il mio stato d'animo. 

" I tuoi genitori si vergognerebbero di te." ribatté lei, inviperita. 

" Che avete tutti? Vi rendete conto che cosa significherebbe per me avere due bambini? " esplose lui, furioso. 

" Dimmelo" urlai, dando libero sfogo alla mia sofferenza. " Avanti, dimmelo. Una volta per tutte." 

Jonathan tornò indietro e si avvicinò a me, mi ritrovai il suo viso a solo qualche centimetro di distanza: " Lo sai. Ti ho già detto che potrebbero essere un problema per noi, il nostro amore, per me. Non sono pronto per essere padre, d'accordo? Non sono in vena di prendermi cura di due neonati, non ne ho voglia. Non ho mai chiesto niente del genere. " 

Ora. Basta. 

Gli mollai uno schiaffo in pieno viso. 

E lo sguardo che mi rivolse non penso che l'avrei mai dimenticato, non facilmente. 

" Non ti permettere mai più. " scandì, parola per parola. 

" E tu non ti permettere mai più di pensare ai MIEI figli come fossero un problema. Ok? " 

Lui scosse la testa: " Possibile che tu non capisca che ti amo? Che farei di tutto per te? Qualsiasi cosa? E tu? Cosa faresti per me? Per il nostro amore? Saresti disposta a rinunciare a l'unica cosa che ti ho espressamente chiesto più volte di non volere? " 

" Ti senti quando parli? I bambini si fanno in due. Abbiamo sbagliato entrambi, d'accordo? La colpa di tutto questo è anche tua. Adesso, io ho scelto di accettare quanto accaduto e di prendermi le mie responsabilità. Stiamo parlando di due bambini, non di oggetti! E tu? Sei disposto a crescere ancora un po' ? Io ti amo, Jonathan. Non vorrei che tu mi portassi a prendere decisioni che..." 

" Che decisioni? Vuoi lasciarmi? Accomodati pure, non sarai né la prima, né l'ultima a voltarmi le spalle. Ok? Ci sono abituato. Avevamo un accordo, no? Tu mi avresti aiutato a sbarazzarmi di quell'assistente sociale che voleva portarmi via Silvia, in cambio io avrei fatto in modo di far funzionare questo matrimonio, giusto? Se le cose non fossero andate bene avresti chiesto appena possibile il divorzio. Vuoi farlo? Sì? Come vedi questi bambini ci stanno già dividendo." mi urlò in faccia. 

Sgranai gli occhi, completamente scioccata dalle sue parole e lo spinsi indietro con una mano: " Che razza di problemi hai? Sai cosa ti dico? Giacomo aveva proprio ragione quando mi avvertiva sul fatto che mi avresti fatto del male." 

" Calmatevi, state iniziando a dire cose senza senso. " s'intromise Olivia, agitata. 

Non era stata una gran bella mossa litigare davanti a lei...e a Silvia. 

Silvia ci stava osservando dal pianerottolo delle scale, aveva gli occhi lucidi. Non c'eravamo accorti del suo arrivo. 

Alzai completamente lo sguardo per concentrarmi solo su di lei: " Tesoro, va tutto bene." la rassicurai, sforzandomi di sorriderle. 

Lei scosse la testa scendendo le scale: " E' colpa mia tutto questo? " chiese semplicemente questo. 

Mi affrettai a risponderle: " No, niente di tutto questo è colpa tua. Ok? " 

Jonathan raggiunse sua sorella e l'abbracciò: " No, tu non c'entri. La colpa è soltanto dell'egoismo e dell'orgoglio di una persona in questa casa. " 

E con queste parole aveva toccato il fondo. 

" Jonathan." lo richiamò Olivia, con occhi sbarrati. 

Con un gesto delle mani la invitai al silenzio, poi mi voltai verso di lui.

 " Il mio egoismo? Il mio orgoglio? " gridai in preda alla collera. Lo stress aveva raggiunto livelli esorbitanti, non mi faceva bene arrabbiarmi a questo modo. Non mi sentivo bene,  e perché dovevano subirne le conseguenze anche quei due bambini innocenti? 

Annuì: " Se tu rinunciassi a qualcosa nella vita, come ho fatto io, tutto andrebbe per il meglio!" 

" Non ti rispondo neanche, non meriti altra attenzione. Me ne vado, ok? Torno dai miei." annunciai, recuperando la mia valigia. " Guarda, che ironia. La mia valigia è già pronta." sbottai furente. 

" Vai pure, io non ti trattengo." rispose duro. 

" Jonathan, che fai? " urlò la sorellina allarmata, devastata dal pianto. " Non farla andare via, io le voglio bene. Che state facendo? " 

" Mi ero illusa che tu fossi cambiato. Soltanto adesso mi rendo conto di quanto invece tu sei un vero perdente. Distruggi tutto quello che ti circonda per i tuoi capricci. Credi che tutto ti sia dovuto perché pensi di aver sempre ragione. La verità è che sei marcio dentro e sei un arrogante ed un bastardo, proprio come avevo sempre immaginato dal primo giorno che ti ho incontrato. Sei quel ragazzetto che ha condannato a morte i suoi genitori e che non ha voglia di prendersi qualche responsabilità in più perché in cuor suo sa di non valere nulla." tuonai con il volto rigato dalle lacrime. " Hai ragione, sai? Tu non meriti nulla, a cominciare dal mio amore e il mio rispetto." 

Capii la gravità delle mie parole soltanto dopo averle dette, l'avevo ferito nel profondo...lo vidi dal suo sguardo, e mai ero caduta così in basso in tutta la mia vita. Mi aveva fatta infuriare, questo però non avrebbe dovuto darmi il diritto di dirgli quelle cose, avrei dovuto contare sino a dieci e...

" Sei stata molto chiara." disse con voce roca. 

Non avrei mai voluto che parole del genere uscissero dalla mia bocca, mai. 

" Hai altro da aggiungere? No? Vattene." ordinò con i suoi occhi verdi lucidi. 

Aprii bocca per rimediare, ma lui scosse la testa: " Va bene, ok? Puoi andare, sei libera. " 

La verità? Era che mai sarei stata libera senza di lui...

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora