Wake Up //

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Aurora

Silvia scrutava con i suoi occhietti verdi assonnati - ormai quasi sul punto di chiudersi - i suoi nipotini. Teneva le mani strette intorno le sbarre della culla in legno, reggendosi in piedi a malapena,  i capelli boccolosi castano chiaro in completo disordine dietro le spalle e la bocca sempre pronta a partorire sbadigli. 

A quanto sembrava, i due gemelli Corindone avevano svegliato l'intera famigliola con le loro urla agghiaccianti e il pianto che sembrasse non poter finire mai. Non la smettevano da due ore, e io e Jonathan non sapevamo più cos'altro fare per calmarli. 

Come se non bastasse Olivia dormiva in piedi, sulla soglia della porta della nostra camera da letto. Spalancando gli occhi ogni qual volta le urla aumentavano e richiudendoli appena diminuivano - seppur per breve, brevissimo tempo -  e Giacomo? Non ci mise molto ad unirsi alla veglia

" Cos'è questo baccano? Che cavolo hanno ingerito? Litri di caffeina al posto del latte della mamma? Aurora ieri hai mangiato pesante ed hai trasferito il senso di pesantezza ai due pargoli? Come si spegne questo allarme? " chiese con occhi sgranati ed esasperati, i capelli biondi arruffati sul capo ed il pigiama stropicciato. Era così buffo, che nonostante l'estenuante situazione, mi venne quasi da ridere. 

" Non è divertente. " chiarì lui, intuendo i miei pensieri. Non sapevo nemmeno come avesse fatto a leggermi dentro. " Il vostro aspetto non è affatto migliore del mio. " aggiunse con una punta di rimprovero nella voce. In effetti, come dargli torto? 

I miei capelli erano sparati in aria, elettrizzati, grosse occhiaie violacee circondavano i miei occhi e Jonathan...era la mia versione maschile, in quel preciso momento. 

Mio marito sbuffò: " Spegnere questo allarme? Non ne ho idea. Credo che non abbia il tasto OFF. " commentò in tono amaro, recuperando nuovamente Marco Patrick dalla culla per stringerlo fra le sue braccia. 

E tutto restò invariato, almeno fino a quando non ebbi una illuminazione. 

" Un giretto in auto? " proposi come ultima risorsa. Avevamo provato con il bagnetto caldo, a massaggiare loro il pancino, a cantare canzoncine, ninnananne varie, a fargli vedere immagini luminose e simpatiche dall'iPhone, a parlargli semplicemente, li avevo allattati, avevano ascoltato della buona musica classica ( persino Mozart si sarebbe arreso ) avevamo fatto facce buffe, giocato con i sonaglini...ma nulla. Il loro era un pianto inconsolabile. 

Piangevano per le colichette? Boh! Probabile. 

" Un giretto in auto alle sei del mattino? " tuonò mio marito con gli occhi fuori dalle orbite. " E' uno scherzo, vero? " 

" Penso che sia il caso di portare entrambi all'ospedale! " esposi pensando al peggio. 

" Stanno male? Entrambi? Aurora, no. Nessuno dei due ha la febbre o qualche altro sintomo da tener conto, rilassati. " mi rassicurò Giacomo, passandosi una mano tra i capelli. 

" Questo è il cosiddetto pianto inconsolabile, è una cosa del tutto normale nei primi mesi di vita di un neonato. " spiegò Olivia, con un occhio chiuso e l'altro pure. 

Jonathan sospirò affranto mentre piazzava lo sguardo su Marco Patrick: " Signorino, che vogliamo fare? La mamma e il papà sono sfiniti, avete svegliato anche la zia, lo zio e persino la nonna! Quindi? " 

Come risposta il piccolo agitò i pugni per aria e cacciò lacrime di pura disperazione. Il visetto era così rosso!

Mi mangiai le unghie delle mani, non sapendo cos'altro fare. 

" John, io ho sonno. " evidenziò Silvia, stropicciandosi gli occhietti. 

Lui guardò la sorellina con infinita dolcezza e con un mezzo sorriso cercò di chiederle scusa e altra pazienza. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora