Jonathan
Quando la vidi andar via, una parte di avrebbe voluto implorarle di restare, sarebbe persino stata disposta a piegarsi sulle ginocchia, supplicandole di non lasciarmi da solo. Era consapevole che senza di lei, sarei stato vicino al baratro. L'altra metà, che invece comprendeva il mio orgoglio, inchiodò i miei piedi sul pavimento e mi fece assistere a quella scena straziante per il mio cuore ed i miei occhi. Aveva vinto il mio orgoglio sul mio amore, in quel momento. Perché?
L'avevo persa.
Alla fine, avevo perso anche lei, la donna che amavo.
Non era una novità per me, perdere le persone che amavo, era una mia condanna, come se fosse stato scritto, inciso, nel mio DNA.
Se non morivano mi tradivano oppure ero io la persona che le allontanava.
Ero veramente un perdente, un bastardo. Tutto quello che mi aveva urlato contro era vero, e non c'era niente che potessi rimproverarle. Non ero mai stato un vero uomo, ne ero consapevole. Per questo non fu una sorpresa per me ritrovarmi quella stessa notte alle Colonne di San Lorenzo, a bere, a fumare. Non ero in grado di cambiare la mia vita, perché difficilmente accettavo i cambiamenti e le responsabilità.
Quel che non capivo era che la vita non era vita senza prendere delle scelte radicali per andare avanti. Aurora mi aveva insegnato così tanto con la sua vita, averla al mio fianco era stato come ricevere un dono prezioso, di inestimabile valore, una seconda vita, ed io...l'avevo lasciata andare.
Avrei voluto annullarmi quella sera. Sparire dalla faccia della terra, perché pur avendo tutto mi sentivo un fallito. Un completo idiota, inutile a questo mondo.
Non avrei dovuto bere, avrei appesantito ulteriormente il mio fegato, che già doveva farsi carico del lavoro della milza, che non avevo più, ma cosa m'importava?
Risi con in mano un gran bicchiere di Vodka e ghiaccio.
Tanto sapevo fare soltanto questo, no?
" Ehi, non ti vedevo qui da un pezzo."
Roteai gli occhi.
" Veronica, tu non sei inclusa nei miei progetti serali. Gira a largo." minacciai, seppur già un po' brillo.
Lei mosse la sua chioma di ricci voluminosi e rise: " Problemi? La mogliettina ti ha spezzato il cuore? "
Trassi un profondo respiro: " Potresti sparire? " le chiesi nervoso, sedendomi a cavalcioni tra due colonne.
Alzò le mani: " Sì, nessun problema. Non ho intenzione di perdere il mio tempo con te, non più."
Con un gesto della mano la congedai: " Bene." e la vidi mentre si allontanava.
Se fossi stato in altre circostanze non avrei mai allontanato Veronica, ma nel mio cuore si era inciso soltanto un nome quello di Aurora. E sanguinava quando sentivo di non poter amare più nessun'altra donna, perché lei...mia moglie, aveva preso per sé tutto l'amore di cui ero capace.
Mi portai una mano sul viso e scoprii che stavo piangendo. Fantastico.
" Uno straccio sarebbe ridotto meglio di te, in questo momento." esordì Federico.
Brontolai: " Ascolta, voglio essere lasciato solo."
In risposta mi strappò il bicchiere di Vodka dalle mani: " Sei pazzo? "
" Vattene. Ti prego lasciami solo, prima che possa allontanare anche te dalla mia vita per parole che potrei sparare senza pensare."
Mi guardò: " Io non me ne andrò. In questo momento potrai dirmi di tutto, ma non crederò ad una tua sola parola quindi..."
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L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1
ChickLitAurora abita con due bizzarre, ma simpatiche, coinquiline all'ottavo piano in un condominio ormai in decadimento. Troppo presa dai suoi studi, non pensa minimamente a perdere tempo in feste universitarie, svariate uscite notturne e quanto altro, fig...