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Bene. Siamo giunti ad uno dei tanti ed attesi capitoli di questa storia :D 

Tante domande troveranno risposta, siiii ;) 

Jonathan svuoterà il sacco, alleluia, per la gioia di Aurora.

E poi...ci sarà anche una piccola sorpresina finale, spero davvero che questo capitolo vi piaccia tanto quanto sia piaciuto a me scriverlo.  

Buona letturaaa <3 


Aurora

Trasse un profondo respiro: " Sì, Aurora conosco l'uomo che mi ha pugnalato, che ha cercato di rapire mia sorella, e che forse avrebbe fatto del male anche a te se ne avesse avuta l'occasione. Quella notte, non ho chiesto aiuto a nessuno perché non volevo che qualcun altro si facesse male per i miei errori. Io la causa, mie le conseguenze. " esordì d'improvviso.

Rimasi in silenzio, non era il momento di fare altro. 

Dovevo semplicemente rimanere lì, ad ascoltarlo.

" Tempo fa, ero un ragazzino viziato e ribelle. Facevo tutto quello che volevo, tutto ciò che mi passasse per la testa. Dopotutto ero ricco, anzi sono molto ricco. Cosa non potevo permettermi? Moto, sigarette, cocktail a volontà, discoteche, pub, viaggi, potevo comprare tutto, persino le ragazze. E pur di sentirmi al top, di sembrare superiore agli altri e di essere accettato dal mondo intero ho fatto cose terribili che hanno profondamente deluso i miei genitori. " aggiunse con disgusto per se stesso.

" Io e Giacomo siamo cresciuti insieme, proprio in questa casa. Sin da quando eravamo piccoli sapevamo di essere fratelli, anche se solo da parte di padre, avevamo legato parecchio. Ne combinavamo una dietro l'altra e nostro padre affermava continuamente che eravamo intrattabili, nonostante fosse contento del nostro legame. Ai tempi delle medie eravamo diventati i bulletti della scuola, avresti dovuto vederci. - sorrise mesto - Qualche canna, qualche ragazza, uno o due pacchetti di sigarette al giorno, le sere passate ad ubriacarsi senza un motivo preciso, tornando sempre a casa oltre la mezzanotte. Al liceo, fu persino peggio. Non hai idea di quante persone io abbia preso di mira, trattandole così male da fare schifo. Ho picchiato a sangue ragazzini indifesi, offeso ragazze che avevano bassa autostima. "

" Un'idea ce l'ho." commentai scherzosamente, ricordando i nostri primi incontri in Università.

Rise piano: " Immagina quel che hai visto di me il primo giorno che ci siamo incontrati, quadruplicato. Ero tremendo. Le punizioni di mio padre erano del tutto inutili. Giacomo non era da meno, ma ammetto che molto spesso era lui a trattenermi dal fare cose ancora più stupide. In quegli anni avevamo stretto amicizia con un altro gruppetto. Erano cinque ragazzi di quartiere, ma dei veri teppisti. Alberto e Andrea erano gemelli, poi c'erano Alfredo, Bruno e...Mirko. Io avevo voglia di fare cose assurde, proibite, di sentirmi vivo in un certo senso. Mi piaceva come stavo vivendo la mia vita, la sentivo piena, intensa e non sai quante volte abbiamo allagato scuola, quante volte l'abbiamo occupata rompendo sedie, banchi e vetri solo per puro divertimento. Uno di noi alzò persino le mani su una professoressa in più di una occasione. Io ho bucato le ruote della macchina del mio professore di matematica, ora che ci penso. " Scosse la testa al ricordo.

Il Jonathan del presente non avrebbe mai fatto tutto questo, ne ero certa. 

Quel ragazzo che stava descrivendo non c'era più. 

Se ne era accorto? 

Prima era solo uno dei tanti ragazzini viziati e bulli, ancora oggi presenti in giro, ma adesso era cresciuto. Era maturo. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora