Jonathan
Da qui a breve sarebbe volati schiaffi, calci, pugni, probabilmente si sarebbero abbattuti su di lui anche fulmini e saette.
Tra noi c'era fin troppa tensione, e quel suo risolino impertinente di certo non aiutava.
Sì, ne ero certo. Ero fermamente convinto che da qui ad un millesimo di secondo sarei esploso.
I suoi occhietti color cacca di mosca essiccata stavano indugiando fin troppo sul corpo di mia moglie, e questo mi dava tremendamente fastidio, ero un fascio di nervi senza speranza.
Bello! Do not touch my wife. Do you understand? * Non toccare mia moglie. Hai capito? *
Se l'avesse fatto, anche soltanto sfiorato un microscopico capello sfuggito dalla sua coda di cavallo, anche con tutto il dolore all'addome che avrei provato, l'avrei menato senza ritegno fino in capo al mondo. I pinguini l'avrebbero accolto, ne ero sicuro.
" Mmm...hai le mani d'oro, Aury. Davvero, questa ciambella allo yogurt è una favola! " commentò addentando quella fetta di dolce con grazia, seduto comodamente in casa MIA, nel MIO salotto, sul MIO divano, accanto a MIA moglie.
Da quando era entrato in questa casa non aveva fatto altro che farle dei complimenti, l'aveva praticamente seguita ovunque. In cucina e in salotto, come se non potesse perderla di vista neanche un momento. Di certo, io non potevo stare al loro passo, ma facevo del mio meglio. Era mio dovere fare l'ombra di Aurora, perché non mi fidavo di quella sanguisuga. Sarei persino entrato in bagno con Aurora - se ne avesse avuto bisogno e se fosse stato necessario - per essere certo che lui non si fosse nascosto all'interno per starle attaccato come una cozza!
Lecchino oltre che un ciuchino!
Lo squadrai da capo a piedi e ridussi gli occhi a due fessure mentre Aurora gli sorrideva con garbo, lieta dei complimenti.
" Allora, siamo qui perché devi dirmi qualcosa d'importante o per le doti culinarie di mia moglie? " esordii piantando i piedi sul tavolino. Stavo cercando una posizione comoda.
Puntò finalmente gli occhi su di me: " Hai ragione." rispose accavallando le gambe.
Inarcai un sopracciglio: " Allora, cosa vuoi? Che mi devi dire? "
" John!" mi richiamò mia moglie, non avevo usato un tono di voce amichevole.
L'ignorai.
Giacomo sospirò: " Va tutto bene, Aurora." la rassicurò.
" Io sono qui, è con me che devi parlare." sottolineai con un sorriso forzato.
" Inizio a credere che Alberto abbia fatto bene a metterti K O per un po'! Sei insopportabile, da quando sono entrato qui non fai altro che lanciarmi sguardi omicidi! " sbottò d'improvviso, passandosi una mano tra i capelli biondini, ereditata da sua madre. " Sto cercando di essere il più gentile e garbato possibile, perché questa situazione non è facile anche per me, d'accordo? "
Allargai le braccia: " Ok, ma il tuo essere qui per parlare con me non include il fatto che tu rivolga un certo tipo di sguardi a MIA moglie, chiaro?"
Sfoderò un sorrisetto beffardo: " Ah! E da quando tieni a lei? Fino a circa una settimana fa l'hai tradita più e più volte con Veronica alle Colonne di San Lorenzo! Non facevi altro che farla soffrire! Cosa è successo adesso? " mi sfidò.
" Ragazzi, calma." intervenne subito lei, vedendo che la tensione cresceva. Stava raggiungendo livelli esorbitanti.
" Lei è mia, che ti piaccia o no. Io l'ho sposata e tu non potrai mai averla, non potrai neanche solo desiderarla, fattene una ragione." aggiunsi serio, molto serio.
" Ehi voi! Io sono qui." urlò lei, ma nessuno dei due pensava minimamente a fare retromarcia.
Giacomo rise, scuotendo il capo: " Tu l'hai sposata solo per i tuoi scopi, lo sanno tutti. Ti sei approfittato del suo amore per te. Sappi che non meriti neanche un briciolo della sua presenza."
" Tu - non - sai - niente - di - noi." scandii, parole per parola.
" Ragazzi!" chiamò Rora, con occhi sgranati. Era molto preoccupata su quel che sarebbe potuto succedere.
" Io potrei renderla felice, tu non sei altro che un bambino capriccioso che potrebbe esporla a rischi inutili. Mio padre non sarebbe morto se tu mi avessi ascoltato, ma figurati! Eri troppo impegnato a spassartela tra sesso e alcool per capire che ti stavano pugnalando alle spalle! Oltre che sciocco sei stato persino un ingenuo! " sputò Giacomo dalla bocca, come veleno.
" Giacomo, basta." supplicò mia moglie, gli occhi lucidi.
Non sopportavo che le ricordasse la mia infedeltà.
" Tuo padre era anche il mio." sbottai furioso, sporgendomi in avanti, proprio verso di lui. " In passato, potrò anche aver commesso degli sbagli, ma non puoi dare a me tutta la colpa, chiaro? "
Giacomo non si arrese: " Silvia? Lei? Se quella notte Alberto fosse riuscito a prenderla, cosa sarebbe successo? E' accaduto tutto perché tu non ti sei allontanato da loro quando avresti dovuto!"
" Non è successo niente. Silvia sta benissimo, ed abbassa il tono. Lei è qui, può sentirti anche se è chiusa in camera sua al primo piano." tagliai corto, portandomi una mano alla ferita.
Lui osservò il mio movimento, sbuffando: " Stavi quasi per farti ammazzare, Jonathan!"
Scoppiai a ridere, nonostante qualche fitta di dolore arrivò puntale come un orologio svizzero: " Non dirmi che ti sei preoccupato per me, fratellino."
Disgustato, forse dal suo essere stato realmente preoccupato per la mia salute, distolse lo sguardo da me e aprì bocca: " Non m'importa, lascia perdere. Tuttavia, ascolta, ho un'idea di chi possa essere stato il complice di Alberto."
Come? Prima voleva sbattermi fuori a calci nel sedere dall'azienda di nostro padre, per poterla distruggere in santa pace e poi si preoccupava per la mia salute? Eh? Il pinguino, qui presente, aveva le idee un pochetto confuse.
Sospirai e dissi: " Intendi quel tizio che l'ha aiutato ad entrare in azienda? "
Lui s'irrigidì come una statua di marmo: " No, intendo chi l'ha semplicemente aiutato a scappare." precisò.
Mi feci attento: " Vuoi dire che non sono la stessa persona? "
Annuì, con aria...colpevole? Eh?
" Chi, allora? " domandai curioso. Non sopportavo essere tenuto sulle spine.
Giacomo si alzò ed io lo seguii con lo sguardo: " Mirko." rivelò pensieroso. " Oltre Alberto, anche lui mi stava ricattando per ottenere un ingente somma di denaro. Ci considerano traditori, in più siamo noi quelli ricchi. Quindi..."
Mi passai la lingua sulle labbra: " Quindi vogliono i nostri soldi e la nostra vita."
Si voltò verso di me: " La talpa in azienda che l'ha aiutato ad entrare...ero io. "
Aurora schizzò in piedi come una molla: " Sei impazzito?" urlò serrando i pugni, pronta a colpire. " Eri dalla parte di quel pazzo? Tu...avevi detto che non c'entravi nulla con questa storia. Mi hai mentito? Come hai potuto? Volevi uccidere tuo fratello? "
Negò subito: " No!" sbottò, guardandomi.
Io non avevo parole, tutto qui. Mi aspettavo già qualcosa del genere da parte sua.
" Non volevo che ti facesse del male, né che ne facesse a Silvia, neanche pensavo che sarebbe arrivato a tanto! Non fino a questo punto! Ok, sapevo quanto fosse pericoloso, ma..." scrollò le spalle, con aria impotente. " non lo so, io...ero furioso con te e non avevo tutti quei soldi che mi stavano chiedendo, non sapevo cosa fare. Il più ricco tra noi due sei tu, in tutti i sensi. Così, in cambio dei soldi che avrei dovuto dare per essere lasciato in pace, ho offerto ad Alberto un incontro con te, tutto qui. Pensavo che volesse solo intimidirti. "
Aurora diventò rossa di rabbia: " Tutto qui? Tutto qui un corno!"
Io lo guardai e dissi solo una parola: " Vattene"
Giacomo scosse la testa: " No, perché sai che abbiamo bisogno di restare uniti..."
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L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1
ChickLitAurora abita con due bizzarre, ma simpatiche, coinquiline all'ottavo piano in un condominio ormai in decadimento. Troppo presa dai suoi studi, non pensa minimamente a perdere tempo in feste universitarie, svariate uscite notturne e quanto altro, fig...