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Aurora

Protese una mano verso di me. 

I suoi occhi verdi fissi nei miei, garantivano e promettevano forza e stabilità. 

Afferrai la sua mano senza non qualche esitazione. Io...ancora non riuscivo a credere a quel che stavo facendo, a quel che avevo scelto di fare. L'avevo fatto davvero? 

Il sentire le nostre dita intrecciarsi in una presa salda, solida, comunque, mi fece correre un brivido lungo la schiena. Se per piacere, per il fatto di averlo al mio fianco, o per la semplice paura di quel che stavamo per fare, non riuscii a comprenderlo. 

Jonathan avanzò con passo deciso verso il centro esatto della sala ed io non potei fare altro che seguirlo, lasciandomi guidare dalla sua fermezza. 

Dopotutto, si trattava della strada che avevo scelto d' intraprendere. Si faceva presente il mio futuro. E non avrei mai pensato che sarebbe stato così. 

A pensarci bene, adesso non avrei mai accettato di sposare Jonathan Corindone. Non più. Forse. 

Nel momento in cui avevo pronunciato il mio sì, non avevo pensato minimamente al fatto che sarei caduta in una rete di menzogne, oltre al rinunciare a sposarmi per vero amore. Avrei dovuto mentire persino ai miei genitori, coloro i quali mi avevano messa al mondo. Odiavo mentire, odiavo le menzogne più di qualsiasi altra cosa. E ora...stavo per farlo, persino davanti a Dio. 

Jonathan mi piaceva, ma l'innamoramento è qualcosa che prima o poi è destinato a finire. Non si possono provare emozioni come il tremore alle ginocchia, le farfalle nello stomaco e tutto il resto che ci fa sentire al di sopra delle nuvole a vita. E' l'amore ciò che rimarrà per sempre.  Ed io non ero sicura del fatto che l'avrei amato per davvero. Lo conoscevo da circa una settimana! 

Per questo pregai con tutto il cuore e con tutta l'anima a Dio. Lo pregai di perdonarmi e di rendere il mio matrimonio vero, reale, in tutti i sensi, in qualche modo. 

" Signori " esordì Jonathan ad alta voce, per farsi ascoltare da tutti. La musica di sottofondo fu abbassata ancor di più e in sala scese un silenzio irreale. 

Gli ospiti si aprirono a cerchio, intorno a noi. Io e Jonathan eravamo al centro esatto. 

Tutti presero a fissarci straniti, confusi, curiosi. C'era chi aveva già in mano una macchina fotografica per immortalare quel momento esclusivo. 

Deglutii vistosamente. 

In tutta la mia vita avevo sempre scelto di restare dietro le quinte, in qualsiasi cosa, ora ero al centro della scena. 

Mio padre, in compagnia di mia madre, fece capolino fra due uomini baffuti. Appena dietro di loro, c'era Patrick che sorrideva raggiante, incoraggiante. 

L'espressione di Marco Valtelli? La gioia fatta persona mista a sorpresa. 

" Spero che vi stiate divertendo." aggiunse il mio compagno d'armi. Perché per me questa era una battaglia, sul serio. 

Una battaglia contro chi voleva dividere una famiglia. Due fratelli. Non mi sfuggì lo sguardo soddisfatto di Jonathan quando si pose su una donna dal comportamento altezzoso, fiero, capelli corti e scuri, piccoli occhi azzurri. L'assistente sociale. 

" Vi ho invitati qui, non solo per festeggiare il mio ingresso in azienda e per brindare al nostro futuro insieme. Siete qui, per conoscere anche colei che ha conquistato il mio cuore e che sarà al mio fianco alla guida di questa azienda. Festeggeremo adesso il mio fidanzamento ufficiale con Aurora Valtelli. La donna che presto - se lo vorrà - diventerà mia moglie. " disse, per poi voltarsi verso di me. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora