Inside the soul >>

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Aurora

Perché non sorridere? Perché non ridere? Il tempo delle lacrime era finito. 

Avevo voglia di volteggiare, urlare e gridare al cielo la mia immensa gioia e gratitudine.  

Lui stava tornando da me. E non vedevo l'ora. Fin dentro la mia anima stavo percependo quel senso di pace e leggerezza che mi faceva sentire viva per davvero e sospirare di continuo. 

Tremavo, sì. Il mio interno corpo vibrava di pura energia. 

Come un albero spoglio stavo per sbocciare nuovamente. La mia Primavera personale era arrivata, finalmente, dopo quel lungo e gelido Inverno che sembrava non volesse finire mai.

Sul serio, avevo il cuore a mille dall'emozione. Gli stavo accanto da diverse ore ormai, in attesa che aprisse gli occhi. Ed era questo il tipo d'attesa che stavo bramando con grande ardore, che sognavo di provare da giorni. 

Jonathan non era più intubato da un po', adesso sembrava solo che dormisse. Sapevo che il risveglio sarebbe avvenuto in forma graduale, e continuavo a parlargli, ad accarezzarlo, sfiorargli le mani, osservarlo respirare liberamente. Gli raccontai della serata al Luna Park, senza tralasciare dettagli e mettendoci tutto l'entusiasmo possibile. Gli trasmisi soprattutto il mio profondo amore con veloci ma corposi baci sul viso. 

Quando mosse le dita della mano sinistra fra le mie che le stavano avvolgendo, e le sue palpebre tremolarono, il cuore mi uscì fuori dal petto.

" Jonathan. " lo chiamai raggiante. " Ehi, mi senti? "

Altri piccoli movimenti e...incontrare i suoi occhi verdi fu un altro passo verso il Paradiso.

In piedi, accanto a lui, intravidi in quei due meravigliosi smeraldi smarrimento, confusione e cercai di rassicurarlo immediatamente.

" Va tutto bene. " sussurrai, accarezzandogli la fronte. Era fresca e liscia. 

" Andrà tutto alla grande, adesso. " promisi con voce rotta, scoccandogli un leggero bacio fra i capelli castani. 

Un rianimatore era presente al nostro fianco, per osservare ed al tempo stesso tenere sotto controllo il tanto atteso momento

" Come ti senti? " chiesi io, con voce tremante. 

Jonathan trasse un profondo respiro, chiuse per un attimo gli occhi e cercò di deglutire. 

Non rispose alla mia domanda, ma fece una smorfia di dolore e si limitò a stringere le mie dita con tutta la forza di cui era capace in quel momento. 

Non riusciva a parlare, forse doveva fargli male un po' la gola. 

" E' del tutto normale. " rassicurò il rianimatore, quando gli rivolsi un'occhiata preoccupata. " E' stato intubato per giorni, avrà bisogno di un po' di tempo, ma non c'è alcun motivo di allarmarsi. " spiegò con un mezzo sorriso. 

Annuii e mi rivolsi a Jonathan: " Non sforzarti ora, ok? " gli consigliai premurosa. 

" Parleremo più tardi, anche perché muoio davvero dalla voglia di ascoltare il suono della tua voce. " ammisi fra lacrime di gioia. 

Lui continuava a guardarsi attorno, smarrito e confuso, ed ero sicura del fatto che stesse cercando di ricostruire nella mente tutto quel che gli fosse accaduto e di riordinare e dare un senso logico ai suoi pensieri. 

Cosa ricordava? A cosa stava pensando adesso? 

Quanto avrei voluto entrargli nella mente e rendergli chiaro ogni più piccolo dettaglio, dissipare quella nebbia che ero sicura stesse aleggiando fra i frammenti di ricordi misti a pensieri che si ritrovava dentro l'anima. 

Mi dispiaceva veder sul suo volto quell'espressione pensierosa. 

Corrugò la fronte ed io mi chinai su di lui.

" Non c'è fretta di ricordare, amore. " bisbigliai catturando la sua attenzione. 

Lui si rilassò definitivamente e mi mostrò un mezzo sorriso, limitandosi a guardarmi dritto negli occhi. 

Vidi i miei occhi specchiarsi nei suoi e...fu poesia. 

Come succedeva nei miei sogni, lui s'insinuò dentro di me, anche soltanto attraverso un semplice sguardo, perlustrò ogni angolo di me e ogni traccia di dolore che trovò sul suo cammino fu spazzata via come foglie travolte dal vento autunnale. 

Con la forza nel suo sguardo liberò ogni speranza, ogni sogno, ogni segreto. 

La mia intera essenza era messa a nudo davanti a lui. 

Non avevo più segreti per lui, non più. E nemmeno lui.  

Quanto mi era mancato il suo sguardo così penetrante? 

Quanto il suo sorriso ipnotico? E quanto il suo tocco leggero capace di farmi rabbrividire? 

Non c'erano parole per esprimerlo. Persino le parole si arrendevano davanti alla magnificenza dell'amore che sentivo dentro e che nutrivo giorno per giorno per lui. 

" Ti amo. " gli dissi ad un soffio dalle labbra, sorridente. 

Lui guardò la mia bocca per un istante, prima d'incatenare nuovamente il suo sguardo al mio e dischiudere le sue labbra. 

Un chiaro invito che colsi al volo. 

Posai la mia bocca sulla sua suggellando così l'inizio di una nuova vita insieme.

Un nuovo patto.  

Era tutto finito. Tutto quel male, che in questi mesi non aveva fatto altro che ostacolarci, minacciare la nostra unione, e ciò che eravamo, era giunto al capolinea. Jonathan era libero dal suo passato, in tutti i sensi. E l'ero anch'io. 

C'era stata data una seconda chance, una nuova possibilità, da non perdere. 

Non ne avrei sprecato neppure un solo minuto.

L'occasione di essere felici l'avrei colta a braccia aperte, sempre. 

Le sue labbra erano tiepide, ma morbide e amorevoli come ricordavo. Non avrei mai potuto dimenticare la sensazione che mi regalavano ogni qual volta entravano in contatto con le mie. Era lì, dove le nostre due anime trovavano ristoro, rifugio, dove potevano scontrarsi, fondersi. Le porte d'accesso per rendere ogni giorno unico ed indimenticabile erano i nostri baci. L'amore.  

E quel brivido che scivolava lungo la mia schiena, il tremore alle ginocchia come se fossi sul punto di sciogliermi...soltanto lui ne era il responsabile e al tempo stesso proprietario.    

Respirai di lui a pieni polmoni e lui respirò di me, ci scambiammo tutto l'affetto di cui eravamo capaci, lieti di esserci ritrovati. 

Guidai io il bacio, lui si limitò semplicemente a seguire i miei movimenti lenti ma decisi. 

Durò solo qualche secondo quel piccolo gesto d'amore, ma furono gli attimi più intensi di tutta la mia vita. 

Non l'avevo perso. 

Lui era ancora qui, con me, e una delle sue mani raggiunse il mio viso. 

Premetti la mia guancia contro il suo palmo ed il suo pollice cancellò qualche lacrima che ancora si ostinava a solcarmi il viso. 

Sorrisi: " Queste sono lacrime di pura gioia, e voglio piangerle. Le attendevo da tempo, sai? Quindi non preoccuparti. "   

Lui chiuse gli occhi, stringendo forte le palpebre, e concentrò tutte le sue forze ed energie per far uscire fuori dalla sua bocca due parole soltanto ma cariche di un profondo significato: 

" Ti amo. " 

Strinsi forte le labbra commossa mentre riapriva gli occhi. Con lo sguardo ed un piccolo gesto della mano cercò di scusarsi per la sua voce rauca. 

Ridendo posai la fronte contro la sua: " La prossima volta che vuoi fare l'eroe accertati di mettere in salvo anche la tua vita, d'accordo? " ...


L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora