Bene. Ero indecisa se pubblicare questo capitolo domani oppure fare doppio aggiornamento oggi. Ho scelto di farvi questa sorpresa ;)
Buona lettura ;)
Aurora
Parcheggiata la moto in un parcheggio sotterraneo, mi ritrovai a correre al fianco di Jonathan per le scale dell'ospedale. Raggiunto il sesto piano, senza aspettare l'ascensore, mi ritrovai con il fiatone ed il cuore a mille. Poggiai un fianco contro la parete destra del lungo corridoio semi-buio appena imboccato, che dava accesso a moltissime stanze e studi medici. La camera in cui era stato portato Patrick non doveva essere molto distante, secondo le indicazioni ricevute da Olivia per telefono.
Quando notai la moglie di Patrick uscire da una stanza, a soltanto un metro di distanza da noi, ebbi un tuffo al cuore. Stava piangendo sommessamente, le mani congiunte come se stesse pregando. Alcuni medici la stavano accerchiando, forse le stavano facendo il punto della situazione.
In un attimo, ricordai quelle terribili ore, quella stressante e snervante attesa provata in questo posto circa due mesi fa, quando era Jonathan che stava minacciando di lasciarci, e tremai visibilmente. Cercai una mano di mio marito e la strinsi forte, lui non capì il motivo del mio gesto.
Mi rivolse uno sguardo interrogativo a cui io risposi con una scrollata di spalle.
" Olivia." chiamò lui, quando la moglie di Patrick restò da sola davanti la porta di quella camera.
" Jonathan, Aurora." salutò con sollievo non appena ci vide, correndo verso di noi.
" Credevo che non saresti venuto." ammise fra le lacrime, abbracciando forte mio marito.
Mi allontanai di qualche passo, era giusto che lui dedicasse tutte le attenzioni ad Olivia.
Jonathan la strinse forte contro il suo petto, accarezzandole i capelli con fare affettuoso.
Ed in un attimo i due mesi di lontananza scomparvero.
C'era soltanto un immenso amore nei loro gesti, nelle loro parole.
Si guardavano come fossero sempre stati vicini, mai divisi.
Olivia amava Jonathan come un figlio, ed ero sicura del fatto che anche lui la ricambiasse come fosse un po' sua madre.
" Come sta? " chiese lui mentre Olivia salutava anche me con un breve abbraccio.
Lei tirò su col naso: " I medici dicono che è ancora presto per sapere se vivrà oppure no, dobbiamo aspettare. Grazie a Dio siamo arrivati qui in tempo, altrimenti a quest'ora sarebbe già morto."
Jonathan deglutì vistosamente, cercando di mantenere un certo contegno serrando la mascella, ma si vedeva chiaramente che non ci riusciva: " Vedrai che andrà tutto bene." disse con occhi lucidi. Cercò di cancellare quelle lacrime ferme lì, sul punto di scivolargli sul viso, con rapidi battiti di ciglia ma una lo sorprese scendendo giù. La cancellò all'istante passandosi una mano sul viso.
" Ehi." lo chiamai, avvicinandomi a lui. " Amore, non perdere la speranza."
Lui si sforzò di sorridermi: " Lo so, ma sono confuso e arrabbiato e..."
Lo baciai: " Ssshhh. Non importa cosa sia successo tra voi, non ora. Adesso l'importante è che si riprenda."
Annuì, voltandosi verso Olivia: " Posso vederlo? "
Olivia ci fissò incredula: " Vorresti vederlo davvero? "
Jonathan mi scoccò un'occhiata, poi annuì: " Sì."
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L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1
ChickLitAurora abita con due bizzarre, ma simpatiche, coinquiline all'ottavo piano in un condominio ormai in decadimento. Troppo presa dai suoi studi, non pensa minimamente a perdere tempo in feste universitarie, svariate uscite notturne e quanto altro, fig...