Giacomo
I sensi di colpa possono uccidere, ma da questi dobbiamo semplicemente imparare...non farci condannare.
Meravigliosa giornata. Sì. Perfetta.
Ogni giorno è un occasione perfetta per prendere in mano la propria vita e renderla migliore, un capolavoro.
Sì, ero di questo parere.
Ed oggi, era un' ottima giornata per trovare il coraggio di parlare con mister ribelle alias Jonathan Corindone.
Era metà Giugno, finalmente.
Il cielo era limpido, terso, rifletteva la sua maestosità sui vetri dell'edificio, che meraviglia.
Faceva caldo, ormai era Estate, e avevo una gran voglia di sorbetto a limone.
In ascensore fui sul punto di togliermi la giacca, sarebbe stato poco professionale lavorare solo con camicia e cravatta? Mah sì, che me ne importava! Stavo andando dal mio capo/ amico/ nemico/ fratello/ giusto?
Tolsi la giacca ed anche la cravatta, sbottonandomi persino i primi tre bottoni della camicia celestina che indossavo.
Perché stavo andando da Jonathan? Quando in tutti questi mesi di lavoro avevo fatto il possibile per non incrociare mai il suo cammino?
Per Aurora.
Stava male, nonostante non volesse ammetterlo.
La luce nei suoi occhi si era spenta, avevo fatto il possibile per farla rimanere accesa, e persino per riaccenderla quando era scomparsa, ma non c'ero riuscito.
Non sorrideva più, neanche a me, questo mi aveva allarmato oltre misura.
Soltanto una persona poteva risolvere tutta questa situazione, soltanto un uomo su questa terra poteva prendersi cura di lei e riaccenderla, restituirmi l'Aurora di cui un tempo mi ero innamorato.
Jonathan era la scintilla, detestavo ammetterlo ma era così.
Incontrai Sebastian, il fratello di Aurora, non appena uscii dall'ascensore.
" Che ci fai qui? " chiese sorpreso di trovarmi lì, su quel piano. Assomigliava così tanto a sua sorella, incredibile. " Tu non lavori al quinto piano? "
Feci una smorfia: " Sì, il fatto è che devo parlare con il caro Jonathan."
Sgranò gli occhi, sventolandomi davanti agli occhi dei fascicoli che aveva tra le mani: " Tu? Sicuro? Vuoi che chiami la guardia all'ingresso per garantire la tua sicurezza? "
Sbuffai, passandomi una mano fra i capelli: " Si tratta di tua sorella. Sebastian, lei ha bisogno di lui. E' al sesto mese di gravidanza, ormai e..."
" Lo so." disse di colpo. " Credo che anche lui abbia bisogno di lei, è ridotto proprio male. Ho provato a parlargli da cognato, oltre che come suo vice a lavoro, diverse volte ma...in tutte ha preferito urlarmi contro ed io per non ucciderlo per overdose di pugni e calci nel sedere ho sempre lasciato il suo ufficio immediatamente. Da un po' abbiamo scelto entrambi di parlare solo ed esclusivamente di lavoro, sarà meglio per la salute di tutti e due. "
Trassi un profondo respiro: " Devo provarci, comunque. Io conosco quell'idiota da più tempo e magari potrei avere la meglio. "
Sebastian mi afferrò una spalla: " Fallo ragionare tu, allora. Se avrai bisogno di qualcosa sono nel mio ufficio."
Con le mani sui fianchi, mi passai la lingua sulle labbra per inumidirle ed annuii.
Rimasto solo mi fermai davanti quella porta , ormai erano passati due anni dalla morte di mio padre. Un tempo, avrei trovato lui seduto dietro quella scrivania, ora invece c'era il mio fratellastro.
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L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1
ChickLitAurora abita con due bizzarre, ma simpatiche, coinquiline all'ottavo piano in un condominio ormai in decadimento. Troppo presa dai suoi studi, non pensa minimamente a perdere tempo in feste universitarie, svariate uscite notturne e quanto altro, fig...