Gift //

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Aurora

" Dove mi porti di bello? " cinguettai allegra, trotterellando intorno a mio marito. 

Lui mi rivolse un'occhiata in tralice: " Se ti dico dove andiamo che sorpresa è? " 

Gli feci una linguaccia e gli saltai sulla schiena, lui rise di gusto e mi afferrò per le cosce, che avevo stretto intorno ai suoi fianchi, per non lasciarmi cadere.

" Da uragano Sbrodolina a scimmietta curiosona il passaggio è stato mooolto breve. " commentò con uno straordinario sorriso, che intravidi quando poggiai una guancia contro una delle sue. Il profumo del suo dopobarba mi travolse, inebriò, come sempre. Ne respirai in quantità esagerata.  

Poi gli scoccai un rumoroso bacio sul collo: " Ora posso rimettere i piedi a terra, Tric. Sono soddisfatta. " 

Lui mi accontentò, si avvicinò al mobiletto accanto all'ingresso e recuperò le chiavi...della moto? Come? Perché?  

" La moto? " chiesi titubante.  

A lui non sfuggì la nota timorosa nella mia voce: " Amore, arriveremo prima a destinazione. Stai tranquilla guiderò con la massima prudenza. " rassicurò con un occhiolino. " E' da moltissimo che non facciamo un giretto in moto insieme, vorrei approfittarne. Soltanto per oggi, promesso." 

E come potevo non renderlo contento quando mi guardava con quegli occhietti dolci dolci? Il verde delle sue iridi era così luminoso che proprio non riuscivo a resistergli.

Sospirai: " Concesso. " 

John mi cinse la vita con un braccio e facendomi fare il casqué mi baciò appassionatamente. Per poco non mi ritrovai con le gambe all'aria.  

" Divertitevi. " urlò Olivia dal salotto, già intenta a prendersi cura dei gemelli.

Avendo le labbra occupate mi era un po' difficile risponderle, mio marito mi aveva letteralmente rubato il respiro.  

" Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarci. " rispose lui al posto mio, quando mi permise di ritornare dritta. 

Io ero ancora su di giri mentre lui mi sorrideva con gli occhi. 

" Va bene. " diede conferma Olivia, sempre dal salotto. 

E io ricambiai lo sguardo di mio marito con tutto l'amore di cui ero capace mentre mi prendeva per mano per condurmi alla moto. 

In garage mi offrì il casco che indossai all'istante, lui infilò il suo e montò in sella avviando il motore della Ducati, che mi rimbombò nelle orecchie per un bel po'.  Lo raggiunsi a distanza di qualche secondo, prendendo posto dietro di lui - facendo aderire il mio petto alla sua schiena - e cingendogli la vita con le braccia, poggiando i piedi sui supporti appositi. 

" Vai. " dissi, dandogli così il consenso per partire. 

E lui non se lo fece ripetere due volte. 

Era Novembre, ormai. Faceva veramente freddino, ma non quanto mi aspettassi. Era una giornata soleggiata seppur qualche nuvoletta nera era sospesa pigramente sopra di noi, ci osservava con aria minacciosa, in effetti. 

Avrebbe piovuto? Qualcuno nella mia testa mi suggerì che prendere la moto non era stata poi una bellissimissima idea, ma ero sicura al mille per mille che non mi sarei pentita. 

Stretta a lui, mentre il vento accarezzava i nostri corpi, mi accorsi per la prima volta di quanto fosse veramente stupendo percorrere le strade su una moto. John non aveva tutti i torti quando diceva che andare in moto gli regalava emozioni uniche. Ma forse, me ne ero accorta soltanto adesso perché avevo rischiato di non salire più su una moto insieme a lui. 

L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora