Aurora
Adesso, ricordavo tutto.
Ogni singola cosa, ogni più piccolo dettaglio.
Di solito, ero una ragazza a cui piacevano molto i dettagli, ma in questo caso ne avrei fatto volentieri a meno.
Mio padre aveva ragione, era meglio se non avessi mai ricordato.
Perché quei ricordi ora mi stavano devastando, mi stavano travolgendo e trascinando in una valle di rimpianti e lacrime. Ero come in balia delle alte onde dell' oceano, alla deriva senza possibilità di ritorno.
Ero a rischio.
Ero sul punto di perdere la mia ancora. E senza ancora cos'era una nave se non un burattino nelle mani del mare?
Percepivo ancora le sue forti braccia intorno al mio corpo, mi stringevano contro il suo petto nel disperato tentativo di proteggermi, il suo respiro affannato che s'infrangeva fra i miei capelli sciolti lungo le spalle, e la sua calda voce che mi aveva sussurrato in un attimo: " Andrà tutto bene."
Era stato lui a dirmi quelle tre parole. Le ricordavo sin da quando mi ero svegliata.
Non avrei mai pensato di provare tanto dolore in vita mia, dentro e fuori. Era umano provare tutta questa rabbia e devastazione?
Avevo solo voglia di piangere, urlare e tirare calci e pugni contro qualcosa. Avevo bisogno di sfogarmi e non sapevo come farlo.
L'amavo, l'amavo ancora e sempre di più, ma ogni singola volta che tra di noi s'instaurava un clima sereno fatto di baci e sorrisi e di piacevoli avvenimenti, ecco che crollavamo nuovamente nelle mani del fato meschino e crudele, che sembrava avercela a morte contro il nostro amore. Non credevo nel destino, ma ero stufa di tutte queste ingiustizie. Ero stufa di tutta questa rabbia, di tutto questo dolore. Volevo amarlo in totale libertà, avere una vita serena e duratura con lui al mio fianco. Desideravo crescere i nostri figli come qualsiasi altra famiglia, pensando a risolvere i problemi di ogni giorno e non al come difenderci da continue e possibile tragedie.
Alberto e Mirko non c'erano più, Giacomo e Jonathan erano riusciti a fermare entrambi, seppur arrivando ad una soluzione estrema, ma a rimanere ancora qui erano le conseguenze delle loro azioni assurde e crudeli.
Alberto aveva tentato nuovamente di separarmi da mio marito, ma ancora una volta non c'era riuscito...forse.
Un proiettile partito dal suo fucile aveva colpito me e mio marito, proprio mentre eravamo abbracciati, proprio mentre lui tentava di proteggermi ed io tenevo la fronte contro il suo petto, spaventata e confusa, incapace di muovermi e di comprendere tutto quel che stava accadendo.
Avevo percepito il momento in cui mi aveva perforato la spalla, quell'attimo in cui Jonathan aveva perso il respiro e la forza nelle braccia.
Io mi ero salvata, ma lui era ancora in bilico tra la vita e la morte.
Il saperlo in terapia intensiva mi distruggeva il cuore, ma cos'altro potevo fare?
Pregare e aspettare.
Aspettare e pregare.
Con una smorfia mi alzai dal letto, il tutore che avevo al braccio destro limitava il dolore che altrimenti avrei percepito maggiormente, ma era comunque fastidioso.
" Tesoro, non dovresti alzarti. " consigliò mio padre, chiudendo il giornale che stava leggendo comodamente seduto sulla sedia.
" Mi hanno sparato alla spalla, non alle gambe. " risposi acida.
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L'amore nei tuoi occhi - Trilogy of forgiveness Vol.1
ChickLitAurora abita con due bizzarre, ma simpatiche, coinquiline all'ottavo piano in un condominio ormai in decadimento. Troppo presa dai suoi studi, non pensa minimamente a perdere tempo in feste universitarie, svariate uscite notturne e quanto altro, fig...