Parte 18

224 21 0
                                    

La casa era vuota e silenziosa e il romanzo che stavo leggendo era iniziato anche fin troppo bene. Talmente tanto che non riuscivo più a smettere di leggerlo. Le pagine si susseguivano senza interruzione, e le ore passavano indisturbate. 

Quando qualcuno bussò alla porta alzai la testa spaventata, provando una vera e propria fitta di dolore nel separarmi dalla storia che stavo leggendo. 

Saltai giù dal letto e per poco non inciampai nell' acchiappasogni ancora abbandonato sul pavimento. Lo guardai velocemente chiedendomi se fosse meglio raccoglierlo, metterlo di nuovo in valigia o appenderlo semplicemente vicino al letto, come voleva mia madre. Strinsi i pugni a questo pensiero e decisi semplicemente di calciarlo via.
Il più lontano possibile da me e dalla mia vita. 

Diedi una rapida occhiata al piccolo orologio che portavo al polso.
Le dieci. Era già passato così tanto tempo?

Quando aprì la porta vidi subito gli occhi nocciola di Ethan che risplendevano come fari nel pianerottolo scuro. Rimasi immobile per qualche secondo a fissarli finché lui non mi sorrise alzando un sopracciglio.
«Ciao anche a te Mia»

Alzai una mano, la abbassai, mi appoggiai alla porta e per poco non scoppiai a ridere. Non riuscivo a capire che cosa fosse venuto a fare.
«Ciao Ethan» Mi passai una mano tra i capelli in disordine «Cosa ci fai qui?»

Lui alzò le spalle con indifferenza facendo ondeggiare davanti a se una piccola busta di carta «June e Carol mi hanno detto che eri a casa da sola allora ...»Sorrise di nuovo mostrandomi il contenuto della busta: una bottiglia di vino « ... ho pensato ti servisse compagnia»

Mi spostai dalla porta e gli feci cenno di entrare mentre una sottile ciocca di capelli mi rimbalzava sugli occhi.
Dovevo assolutamente metterli in ordine.

Ethan entrò nel corridoio con grandi falcate e si diresse deciso verso il tavolo della cucina, sedendosi ad una delle tante sedie. Sembrava anche fin troppo a suo agio, quasi più di me, ed io pensai che probabilmente, essendo il fratello di Alex, era già stato molte volte in quella casa.

Appena trovai un elastico mi feci uno chignon e mi sedetti accanto a lui appoggiando i gomiti sul tavolo. 

Lo guardai aprire la bottiglia di vino senza dire una parola. Sul viso gli si andava disegnando un'espressione concentrata che rendeva ancora più marcato il contorno dei suoi zigomi. Quando, finalmente, riuscì ad aprirla un ampio sorriso gli illuminò il volto e i suoi occhi si riposarono su di me. Luminosi come sempre.

«Avete dei bicchieri per il vino?»

Annui indicando la mensola alle sue spalle e, subito, mi chiesi se June avesse mai veramente usato quei bicchieri.

Lui versò il vino rosso nei calici senza alcuna difficoltà e me ne porse uno. Io lo presi facendolo ondeggiare delicatamente e guardai estasiata le tante sfumature scarlatte che si andavano creando sul vetro, cercando di ignorare lo sguardo intenso di Ethan. I suoi occhi, infatti, erano puntati su di me carichi di un'intensità tale da farmi venire i brividi. 

Mi sfuggì un risolino nervoso e, a quel suono, lo vidi scrollare la testa come per abbandonare un pensiero invadente.
«Allora Mia parliamo un po'?» Alzò il bicchiere verso di me prima di avvicinarlo alle labbra ed io mi immobilizzai. 

Erano labbra colorate con un rosso talmente intenso da non sembrare naturale.
Per un attimo desiderai di sapere dipingere solo per potere immortalare quei colori sulla tela. 

«Di cosa vuoi parlare?» Diedi un lungo sorso di vino e sorrisi. 

Lui alzò le spalle facendo comparire tante piccole increspature sulla camicia nera che indossava «Voglio sapere di te» I suoi occhi incontrarono nuovamente i miei «Raccontami quello che vuoi»

APATHYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora