Parte 36

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"Lei .. ecco.. sembra che sia quella che sta più male di tutti"

Le parole di Trevor continuarono a rimbombarmi in testa per tutto il viaggio fino al Mind.

Era vero. Lisa stava davvero più male di tutti.

Nell'ultimo mese era come impazzita. Improvvisamente, tutti gli sforzi che aveva fatto per controllare la sua fame erano sfumati nel nulla e, più il tempo passava, più vedevo scomparire l'ultima parte di umanità che le era rimasta. Era diventata talmente brusca, talmente insoddisfatta, talmente attratta verso la mortalità...

Ma io avevo cercato di nasconderlo cazzo... ci avevo provato davvero.

Strinsi forte il volante e cercai di concentrarmi sulla strada. Non ci riuscì.

Il pensiero che per gli altri il suo cambiamento fosse evidente era terribilmente irritante.
Cosa sarebbe successo se la verità fosse venuta a galla?

Non riuscivo a smettere di ripetermi che dovevamo fare in fretta, che dovevo tornare da Lisa il prima possibile, prima che succedesse ancora.

Era stato stupido lasciarla sola.

«Daniel...» Trevor emise una specie di grugnito «Sei sicuro che... sia una buona idea?»

Parcheggiai l'auto nel posto più vicino all'ingresso e sospirai profondamente prima di allungare la mano verso la maniglia «No, ora puoi muoverti?»

Trevor rimase in silenzio, irrigidendo la mascella.

«Trevor, cazzo, muoviti per favore» Sbuffai insofferente e mi passai una mano tra i capelli. Ogni minuto che passava era un altro minuto che mi impediva di ritornare da Lisa «Trevor!»

Senza dire niente questo estrasse dalla cintura un piccolo pugnale d'argento e me lo porse «So che ne hai già uno d'oro ma... con i Nephilim è meglio usare l'argento»

Afferrai il pugnale con la mano destra e ne strinsi con forza l'impugnatura.

Era stato difficile abituarsi a combattere con le armi anziché solo con i miei poteri, ma ormai avevo imparato quanto l'oro e l'argento potessero essere fondamentali per combattere le creature paranormali.

«Trevor, Megan è una figlia di Shamziel» Cercai di sopprimere il fastidio che provavo per quell'imprevisto ritardo «Non può attaccarci, sarebbe contro le loro regole»

Lui sollevò le spalle rassegnato «Meglio esserne sicuri»

Quando lo vidi scendere dall'auto tirai un sospiro di sollievo. Iniziavo a credere seriamente che non si sarebbe mai più mosso dal di li.

Velocemente ci avviammo verso il Mind che, per fortuna, era ancora mezzo vuoto. Sorrisi: io l'avevo detto che era un bene arrivare alle dieci e mezza.

E se Mia fosse la causa del cambiamento di Lisa?

Quel pensiero mi attraversò come un pugnale fa con la pelle provocandomi, quasi, lo stesso dolore.

La prima volta che lo avevo pensato era stato il giorno in cui l'avevo trovata nel bosco. Se ne andava in giro senza scarpe, farfugliando cose a caso,...

Serrai i pugni continuando a camminare dietro a Trevor.

Quando mi aveva attaccato con i suoi poteri avevo capito subito che cos'era. Come se lo sapessi già da prima e non aspettassi altro che una conferma.

Era un'impronta.

Mia... se era davvero lei la causa di quello che stava accadendo a Lisa, sarei stato in grado di rinunciare a lei?

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