Guardai l'orologio districandomi tra le varie borse che avevo appese al braccio.
Forse avevo un tantino esagerato con lo shopping.
Ne cadde una.
Si, avevo decisamente esagerato.Quando riuscii a guardare l'ora, mi accorsi che erano già le sette di sera e mi si strinse il cuore.
Sarei dovuta andare in biblioteca.
Avevo appena finito il libro che mi aveva prestato Carol e non sapevo proprio vivere senza una lettura. In più dovevo prendere i libri per l'università.
«June, a che ora chiude la biblioteca?»Carol mi guardò con uno sguardo di fuoco mentre nella mano stringeva un frullato alla fragola che aveva comprato almeno dieci ore fa. Come faceva ad essere tanto lenta?
«Davvero vuoi andare in biblioteca ora?!»Io annuì con fermezza. June sembrò dispiacersi.
«Sicura? Quindi non vieni al cinema con noi? Ho appena sentito Alex, ci sarebbe anche lui e ... Ethan»Carol alzò gli occhi al cielo ed io cercai di ignorarla.
«No ragazze, mi dispiace ma sono veramente stanca»June alzò le spalle e cercò di spiegarmi come arrivare in biblioteca a piedi, ma, data la mia espressione al dodicesimo tentativo, decise di accompagnarmi lei in macchina.
Quando arrivai davanti all'ingresso Carol mi urlò qualcosa su quanto fossi noiosa o cose così e io le sorrisi teneramente.
Che bella l'amicizia.Entrando nella biblioteca di Lilith venni subito sommersa da uno strano odore di polvere e di chiuso.
Mi guardai intorno stranita; era una biblioteca veramente gigantesca. Non facevo altro che girare il viso da una parte all'altra con la bocca semi-aperta. Non mi sembrava vero.
Iniziai a camminare, estasiata, ed ogni mio passo sembrava riecheggiare per ore all'interno dell' enorme spazio. Le grandi finestre facevano entrare il chiarore del giorno creando una romantica atmosfera soffusa e, ad ogni angolo, c'era qualche tavolo per la lettura. Notai con piacere che non c'era quasi nessuno e desiderai, con tutta me stessa, di rimanere li per sempre. Era perfetta.
Alzai leggermente la testa per cercare la bibliotecaria e consegnarle l'elenco dei libri ma, sommersa in quel mare di scaffali, non riuscivo a vedere il banco prestiti.
Rinunciai e mi persi a curiosare tra gli scaffali.Mentre camminavo scorrevo con gli occhi i libri, incontrando la maggior parte dei miei autori preferiti. Ogni volta che vedevo uno di quei libri che avrei voluto leggere sentivo il bisogno di fermarmi, di prenderlo e leggerlo subito, ma qualcosa me lo impediva e mi diceva di continuare, di curiosare un altro po'.
Dopo una ventina di minuti arrivai nell'ultima sezione della biblioteca. Tra i libri di quella zona non riconoscevo più alcun autore. La maggior parte di quei libri erano molto vecchi e, a giudicare dalla polvere che li sommergeva, anche poco letti. Ne sfiorai uno con il dito lasciando un'impronta lucida sulla copertina impolverata. Non so perché, ma iniziai a toccarne uno ad uno. Una parte di me era come in fiamme davanti a quello scaffale. Tutti i suoni si erano attutiti improvvisamente.
Ero stata come catturata da quei libri e li guardavo con una concentrazione propria solo di chi cerca qualcosa in particolare, anche se, ufficialmente, io non stavo cercando proprio nulla.Il mio dito si fermò, forse avevo trovato il libro giusto. Lo guardai un attimo, sul dorso si poteva vedere un simbolo strano e una scritta in corsivo.
Anonymus.
«Sai...» Una voce profonda mi riscosse dai miei pensieri e io scrollai la testa come se mi fossi appena svegliata da una trance «...stavo proprio per prenderlo io, quello»
Due occhi neri come la notte mi guardavano, divertiti. Io boccheggiai un attimo, era lui, il ragazzo del pub, Daniel. Se ne stava li, ad indicare il libro, totalmente indifferente a come la luce soffusa facesse risplendere i suoi capelli neri.
«Si.. ehm.. stavo solo curiosando, prendilo pure»
Lui sorrise visibilmente divertito e io ebbi la sensazione che conoscesse bene l'effetto che faceva sugli altri. E su di me. Soprattutto.
Si appoggiò al muro dietro di lui e incrociò le braccia.
«Comunque io mi chiamo Daniel» Sorrise di nuovo e sulle sue guance si formarono due piccole fossette «Daniel Green»Io rimasi in silenzio e annuì, confusa.
«E tu ..» Si passò una mano tra i capelli «...sei?»
«Anderson .. , Mia Anderson»
Lui inclinò la testa e si avvicinò allo scaffale. Prese il libro con decisione e se lo mise sotto il braccio.
«Mia.. nome curioso»Io lo guardai cercando di apparire rilassata, anche se non ci riuscivo per niente bene.
C'era qualcosa in quel ragazzo che riusciva a mettermi terribilmente sotto pressione.
Quello sguardo.., ero sicura di non averne mai visto uno tanto profondo.«Si ... Mia madre è una persona interessante»
Lui annuì guardandomi intensamente, mentre sul suo viso si disegnava un'espressione sempre più concentrata.
«E tu?» Sorrise di nuovo.Ah quelle fossette.
«Io cosa?»«Sei interessante?»Si avvicinò di un passo verso di me, l'espressione divertita che aveva sul viso era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare.
Girai la testa, in imbarazzo. Io, interessante?
«Penso .. che dipenda dai punti di vista»Lui annuì convinto e un piccolo riccio gli cadde sugli occhi senza che lui se ne accorgesse.
«Hai ragione, dipende sempre dai punti di vista» Abbassò lo sguardo per un attimo e, quando lo ripose su di me, notai che era diventato come ... vuoto «Quindi cosa ci fai qui Mia? Ti piacciono i libri?»«Bè si, molto» Io sorrisi per la prima volta in quei cinque minuti, visibilmente sollevata per la piega che aveva preso la conversazione «Ma in realtà ero qui per ritirare i libri dell'università» Mi guardai intorno «Sai con chi devo parlare?»
Lui annuì.
«Per quello devi andare in libreria, al primo piano» Con un dito indicò verso l'alto.«Ah ok.. grazie»
Lui si avvicinò di un altro passo.
«E che università farai?»«Ehm ... lettere»
Sul suo viso si disegnò un'espressione indecifrabile, indifferente, quasi scortese «Anche io» Si allontanò con un rapido passo indietro e si passò una mano tra i capelli «Bè allora ci si vede»
Annuì confusa mentre lui si allontanava e rimasi lì altri cinque minuti a chiedermi se era successo davvero oppure no.
Sul viso uno stupido sorriso iniziava a prendere forma.Quelle fossette.. le avrei sognate tutte le notti, o almeno lo speravo.

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APATHY
ParanormalMia Anderson è una diciannovenne bella, esuberante e con la passione per la letteratura. Ma nel suo passato si nasconde un episodio dal quale cerca disperatamente di fuggire: la misteriosa scomparsa di sua sorella. L'inizio dell'università...