Parte 15

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«Fermati!» Qualcuno stava urlando «Davvero Mia, no!»
Carol stava davanti alla porta d'ingresso, nei suoi occhi azzurri c'era una scintilla strana, incomprensibile, simile alla paura.

Io scossi la testa, guardandomi intorno.
June era in un angolo, ci guardava con un'espressione sconvolta.
«Oddio...» Feci un passo indietro alzando le braccia «Che succede?» La mia voce era sottile, tremolante. Dentro di me sapevo cosa stava succedendo, di nuovo.

«Io... » June balbettava, terrorizzata «Non lo so! Dicevi cosa strane .. non sembravi tu»

Carol ancora attaccata contro la porta d'uscita sembrò rilassarsi e fece un passo avanti.
«Eri sonnambula di nuovo ...» Indicò la porta a labbra strette «Volevi uscire»

«Non sembrava sonnambula!» June era ancora lì con le braccia strette intorno al petto e la voce rotta da un'impercettibile singhiozzo «Parlava! Insomma.. non lo sembrava e basta»

Guardai Carol mentre si sedeva, dietro di me, su una delle piccole sedie intorno al tavolo.
«State calme» Si passò una mano tra i capelli biondi «In effetti ci hai fatto prendere un colpo ma è tutto ok, .. può succedere»

Io mi accasciai per terra, terribilmente frustata, dispiaciuta «Cosa...» Deglutii lentamente «Cosa dicevo?»

June scosse la testa e lasciò cadere le braccia sottili lungo i fianchi. Sospirai vedendo che iniziava a rilassarsi.
«Che... dovevi trovarla» Si avvicinò a passo malfermo fino al tavolo e si sedette vicino a Carol «Che ti stava chiamando e dovevi andare»
Carol annuì e si accasciò sul tavolo.

«Ma che ore sono?» La mia voce rimaneva un sussurro, non riuscivo a calmarmi, anche se ero felice che mi avessero fermato in tempo.

«Appena l'una» Carol rialzò la testa e mi fissò intensamente «E' solo la seconda volta che ti capita, vero?»

Annuii, mentendo.

«Tu ...» June si nascose il viso tra le mani «... mi hai spinto via, mi hai spaventato»

«Mi ... mi dispiace June, io...» Lasciai che la frase cadesse e si smontasse proprio come stava succedendo a me. Ero terrorizzata e non sapevo cosa dire, non sapevo con chi parlarne, non sapevo cosa stesse succedendo.
Abbandonai la testa all'indietro e socchiusi gli occhi.

«Non preoccuparti» Carol ruppe il silenzio agitando una mano in aria «Speriamo che non riaccada» Un sorriso gentile le si disegnò sul volto e, per quell'unico gesto, sarei voluta correre da lei ed abbracciarla.
Non lo feci.

«Ehm ... » Mi alzai da terra tremando «Torno in camera»

Carol e June annuirono e si alzarono anche loro. Guardai per un attimo June, i suoi occhi erano lucidi e sconvolti. Mi strinsi le braccia al petto.

Quando mi stesi nel letto anche i miei occhi divennero lucidi.
Avevo paura. 

Mi passai una mano sulla fronte; non sapevo cosa stesse succedendo e sentivo di non avere il completo controllo dei miei pensieri. Pensieri che continuavano a tornare a quei maledetti fogli, a quel maledetto simbolo, a mia madre.
Singhiozzai rigirandomi nel letto. 

Dopo dieci minuti in quello stato, senza nemmeno accorgermene, mi sollevai dal letto per andare verso la valigia.
L'acchiappasogni che mi aveva regalato mia madre era ancora li. Lo sollevai tremando e lo toccai con l'indice. Quel tocco riuscii a calmarmi il minimo indispensabile per permettermi di tornare nel letto. Quando fui di nuovo stesa lo strinsi al petto talmente forte da farmi male e l'ultima cosa che pensai prima di addormentarmi fu: sono proprio come mia madre.

***

Quando mi svegliai e vidi quel "coso" accanto a me sussultai lanciandolo via. Mi odiavo per avere dormito abbracciata ad un acchiappasogni.
Era sicuro, stavo davvero impazzendo.

Mi alzai barcollando dal letto e mi bloccai davanti allo specchio. A giudicare dalle grosse occhiaie che mi solcavano gli occhi non dovevo avere dormito benissimo.
Sbuffai.

Dopo essermi legata i capelli ed essermi cambiata andai in cucina per fare colazione. Carol era già li, leggeva un libro, forse quello dell'altra sera.

L'altra sera.

Il ricordo di quello che era successo mi colse all'improvviso e io mi bloccai, improvvisamente sopraffatta dalle situazioni, dal senso di colpa, dalla paura. 

«Mia hei» Carol mi sorrise dolcemente e io cercai di fare lo stesso.

«Hei» Alzai una mano e poi la riabbassai subito, che cosa stupida da fare «Dov'è June?»

Carol alzò le spalle «E' andata da Alex, stanotte non riusciva più a prendere sonno»

Mi coprì il viso con le mani soffocando un piccolo lamento «Cazzo ... mi dispiace»

Carol alzò le spalle di nuovo e chiuse il libro. Il sole rendeva al meglio gli splendidi riflessi ramati dei suoi capelli chiari. L'avevo sempre invidiata per quello splendido colore. Biondo e allo stesso tempo leggermente aranciato.
«Stai tranquilla, sai che lei ha paura, è normale che abbia reagito così»

Io non risposi.
Era normale? Qualcosa mi diceva di no. 

«Ad ogni modo... » La voce di Carol aumentò improvvisamente d'intensità perforandomi le orecchie « ... oggi pomeriggio pensavo di andare a comprare un po' di cose» Si guardò l'unghia smaltata «Dovrei prendere una borsa per i libri»

Io annuì versandomi un bicchiere di succo d'arancia. Avrei dovuto anche io mettermi un po' di smalto.

«Ho sentito anche June ma rimane da Alex fino a stasera» Il succo era fresco, proprio quello che mi ci voleva «Quindi viene Alice, per te va bene?»

Mi arrotolai una ciocca di capelli su un dito, i pensieri vagavano lontani, molto lontani da quel momento, da Carol, dalla sua domanda.
Improvvisamente mi ripresi «Alice?»

Carol sghignazzò «Mi sta molto simpatica, alla festa abbiamo legato»

Sul mio viso si formò una specie di smorfia. In realtà non conoscevo bene Alice ma mi aveva dato l'impressione di essere terribilmente altezzosa «Ah... ok»

Carol si stiracchiò «Fidati ti piacerà»





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