La sala era buia e nell'aria ristagnava il solito, familiare, odore di incenso e polvere.Io sedevo sulla sedia nell'angolo, quella rosa e con i braccioli che avevo comprato una ventina di anni fa. Il mio sguardo non faceva altro che vagare sulle pareti intorno a me, sulle tende, sui velluti variopinti di quella piccola stanza dove avevo portato avanti la mia attività da medium e lettrice di tarocchi.
Mi lisciai i lunghi capelli scuri con le dita, una o due volte, ed alcuni braccialetti sul mio braccio destro tintinnarono. Aspettavo e speravo che il dolore per la ferita al braccio si attenuasse, ogni tanto puntavo lo sguardo verso il basso ed esaminavo i tanti piccoli tagli che mi costellavano l'avambraccio, storcevo le labbra.
Miranda mi aveva detto di contattare il padrone così tante volte che avevo aperto almeno cinque cerchi di transizione.Sbuffai
Odiavo quella situazione. Odiavo vivere facendo finta di essere solo una stupida umana, una banale lettrice di tarocchi.
Io ero una figlia di Moloch, sembrai ripetermi quindi appoggiando il braccio sulla gamba destra, non volevo più nascondermi. Desideravo solo sconfiggere i Cacciatori. Bramavo il momento in cui finalmente grazie al nostro padrone, uno dei principi dell'inferno, avremmo potuto sconfiggerli. Riprendere il potere sul mondo e smettere di fuggire.E quella ragazza, quella impronta, era la nostra occasione. Finalmente.
«E' incredibile» Diceva Miranda muovendosi da un lato all'altro della stanza «Come è potuto accadere? Pensavo che appena i poteri si sarebbero svegliati, pensavo... pensavo che la ragazza sarebbe stata in nostro potere»
Io sbuffai con forza «Il padrone la pensa come te, Miranda. L'ho evocato almeno cinque volte, ha detto che, se la gemella anonima è morta, allora la ragazza dovrebbe essere in mano nostra grazie all'amuleto»
Miranda prese il ciondolo grigio con quegli strani ciuffi di capelli attaccati e me lo agitò davanti al naso «Quando Carol mi ha detto che Mia si comportava in modo strano io ... io l'ho usato. Ho suggerito alla ragazzina di cercarci, di seguire Carol, di venire da noi» Miranda agitò le braccia, i suoi occhi azzurri assunsero uno strano colore, più cupo «Non ha funzionato. Mia non ha fatto che prendere le distanze da Carol! Ed ora è anche sparita!»
Io presi una ciocca di capelli e me la avvolsi intorno ad un dito. Il dolore al braccio continuava a farsi sentire ed io sapevo che presto avrei perso la pazienza. Mi sentivo fiacca a causa dell'esaurimento dell'incantesimo rigenerante. Se non avessi provveduto in fretta presto la mia pelle sarebbe tornata alla sua età naturale ed io avrei assunto la forma di una vecchia schifosa. Al solo pensiero mi sentì rabbrividire e subito scossi la testa.
Parlai con voce forte, sempre continuando ad accarezzarmi i capelli lunghi «Il padrone ha detto che sarebbe bastato questo. L'amuleto è fatto per controllare i suoi poteri. Se la gemella è viva allora il suo frammento di anima le sarà fedele fino alla fine, ma Eva è morta quindi l'amuleto dovrebbe attirarla da noi, permetterci di controllarla»
Miranda me lo lasciò cadere sulle ginocchia con un gesto irritato «Controlla allora. Io non so più che fare... Se abbiamo aspettato venti anni per scoprire che...» Scosse la testa da una parte all'altra ed alcune ciocche di capelli biondi che erano sfuggiti alla sua acconciatura elegante le caddero davanti agli occhi « ... il padrone ci ucciderà. Siamo finiti. Ed io... io ho coinvolto anche mia figlia. Anche Carol! »
La voce di lei divenne stridula ed io strinsi gli occhi «Cerca di stare calma. Il piano era perfetto, i poteri sono attivi. Tutti l'hanno vista lì a Lilith. Gli Anonimi non parlano che di lei» Un sorriso mi deformò le labbra «Abbiamo creato un'impronta umana. Ce l'abbiamo fatta» Di nuovo immaginai il momento in cui finalmente i Cacciatori sarebbero stati eliminati e i figli di Moloch avrebbero riniziato a camminare a testa alta per le strade. Una forte euforia si impadronì di me quando con la voce ferma continuai «Io l'avevo capito già da quel giorno in cui era stata qui con Carol. Avevo visto che c'era qualcosa, nella sua anima, che le permetteva di nascondersi» Lasciai scivolare la testa all'indietro e sospirai «Forse il problema è il talismano?» Lasciai passare le dita sopra il piccolo ciondolo, sui piccoli ciuffi vecchi che pendevano da questo; capelli avvizziti, resi ruvidi dal tempo «Sono di Eva questi, vero?»

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APATHY
ParanormalMia Anderson è una diciannovenne bella, esuberante e con la passione per la letteratura. Ma nel suo passato si nasconde un episodio dal quale cerca disperatamente di fuggire: la misteriosa scomparsa di sua sorella. L'inizio dell'università...