Spazio autrice: Grazie a tutti per l'attenzione che mi state dando! Sono molto felice di essere riuscita a proseguire anche dopo la lunga interruzione di questo mese.
Prometto anche di passare a correggere le prime parti che sono piene di errori di battitura come alcuni mi hanno fatto notare.
Aspetto con ansia altri pareri e suggerimenti :)
Atterrai sul pavimento di camera mia con i gomiti in avanti e dovetti trattenermi per non urlare dal dolore. Rotolai sulla schiena e respirai forte, guardando il soffitto, le pareti, la porta chiusa.
Mi passai una mano sulla fronte sudata.La porta era chiusa, grazie a Dio.
Aspettai qualche secondo prima di rimettermi in piedi. Non ero sicura che ne sarei stata in grado, ma dovevo alzarmi, nascondere il pugnale e cercare di far credere a Carol che ero entrata dalla porta principale.
Una risatina mi sfuggì dalle labbra.
Come sarebbe stato bello essere entrata davvero dalla porta, magari avere preso un taxi per arrivare a casa o qualunque altro mezzo che non fosse un portale come quello che avevo attraversato.
Ripensai al vorticare frenetico di quel tunnel buio e sentì un conato di vomito farsi strada nella mia gola.
Lo ributtai giù.
Almeno non ero matta. O forse si?Mi alzai in piedi tremando.
Ero ancora sconvolta per quello che avevo visto e scoperto. Talmente scioccata che non ero sicura si trattasse della realtà.Mi rigirai il pugnale fra le mani ripensando alle parole di Trevor; probabilmente avrei avuto bisogno di difendermi, avrei avuto bisogno di usarlo.
Ne sfiorai, con le dita, la lama affilata e, la consapevolezza di essere in grado di uccidere mi bruciò lo stomaco come fosse acido.Subito ripensai a Matt e mi tornò in mente la piacevole sensazione che avevo provato nell'esercitare un potere così grande su di lui, nell'ucciderlo.
Se Daniel non mi avesse fermato lo avrei ucciso, e l'avrei fatto con un sorriso sulle labbra.Scrollai la testa allontanando questo pensiero e, più in fretta che potei, corsi a nascondere il pugnale insieme al mio diario e ai fogli della biblioteca.
I fogli della biblioteca. Avrei dovuto leggerli.
Mi promisi di leggerli appena possibile e mi diressi, silenziosamente, verso la porta.Camminando, però, incontrai il mio riflesso nello specchio: i jeans che indossavo da tutto il giorno erano ormai logori ed io, io... avrei avuto bisogno di una doccia.
Immaginai il viso di Carol che mi guardava arricciandosi come davanti ad un cumolo di spazzatura e capì che prima di andare da lei mi sarei dovuta cambiare.
Infilai il primo vestito che trovai e, dopo essermi legata i capelli, aprì la porta della camera il più silenziosamente possibile.Carol era in soggiorno. Dormiva sul divano con un libro sotto la guancia e i capelli biondi che si aprivano intorno a lei come fossero raggi di sole.
Era strano vedere quella luce su di lei dopo essere stata immersa per tutta la notte nel buio degli occhi di Trevor e Daniel.Anonimi...
Senza pensarci afferrai la maniglia della porta principale e la sbattei più volte finché Carol non si svegliò.
Non so perché lo feci. Avevo solo bisogno di fare finta che fosse tutto normale.
Avevo semplicemente bisogno di Carol, della mia migliore amica.«Ah...sei tornata» Lei si sollevò lentamente. Aveva la guancia destra totalmente rossa ed i capelli biondi ridotti ad un cumulo informe.
«Eh... già» Mi appoggiai sulla poltrona di fronte a lei e sollevai le gambe. Carol alzò lo sguardo su di me ed io, di nuovo, mi stupì della luce che questi racchiudevano.
Era come vedere l'oceano attraverso il blu dei suoi occhi.Carol chiuse il libro sotto di lei con un unico gesto delicato. Lei era sempre stata così: delicata e decisa in tutto quello che faceva «Potevi dirmelo che non c'eri... sono stata sola fino ad ora e quel casino in camera tua è inquietante»
Per un attimo mi sembrò di scorgere in quei suoi occhi chiari, qualcosa di molto simile alla rabbia, ma questa, veloce come era comparsa, se ne andò.
«Si lo so... scusa è stata una decisione improvvisa...>> Alzai le spalle. Dentro di me le lacrime combattevano per non uscire. Non ero mai stata così vicina a Carol sentendola, però, così lontana «June non c'è?»Carol scosse lentamente la testa «Dorme da Alex»
Si alzò distratta e si sistemò il pigiama rosa. Mi ricordavo il giorno che l'aveva comprato ed il modo in cui l'avevo presa in giro la prima volta che l'avevo visto.
Ora però, non mi veniva più in mente nessuna ragione per prenderla in giro.
Carol sbadigliò «Penso che io andrò...»I suoi occhi luminosi si posarono su di me diventando più severi «Che cosa hai fatto al braccio?!»Io alzai il braccio e vidi una sbucciatura proprio sul gomito dove ero atterrata.
Un improvviso freddo mi entrò nelle ossa quando realizzai che era inutile cercare di fare finta di niente.
Ecco la prova che nulla era normale, la prova che tutto stava cambiando.
Alzai le spalle «Sono caduta... in cortile»Carol scosse la testa «Me ne vado a dormire, non credo di volere sapere altro»
Io annuì guardandola andare via. Qualcosa, dentro di me, si rompeva ad ogni suo passo, come se sentissi che, giorno dopo giorno, stavo perdendo la mia migliore amica.
Mi chiesi quanti altri segreti avrei dovuto nasconderle, e desiderai di avere il coraggio di parlarle.
Ma cosa avrei dovuto dirle?
Non avevo risposte nemmeno per me stessa.Socchiusi gli occhi lasciando scivolare la testa all'indietro.
Volevo trattenermi il più possibile lontano da camera mia, avevo paura di stendermi sul letto perché sapevo che lì i pensieri mi avrebbero trovato troppo facilmente, ed io non avevo le forze per affrontarli. Non subito.Non potevo essere certa nemmeno di dormire... sarei potuta andare chissà dove, sarebbe potuto accadere ancora.
Mi morsi il labbro con forza e cercai di non farmi prendere dal panico.Mi costrinsi a camminare verso la mia stanza con l'amaro nel cuore e, dopo essermi chiusa dentro, iniziai a rovistare per trovare l'acchiappasogni che se ne stava, da giorni, abbandonato sul pavimento.
Dopo averlo appeso sopra il letto mi stesi con ancora le scarpe ai piedi e mi addormentai pensando che, quella notte, almeno sarei stata pronta.

STAI LEGGENDO
APATHY
ParanormalMia Anderson è una diciannovenne bella, esuberante e con la passione per la letteratura. Ma nel suo passato si nasconde un episodio dal quale cerca disperatamente di fuggire: la misteriosa scomparsa di sua sorella. L'inizio dell'università...