Parte 37

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Ricordavo solo di essermi, improvvisamente, sentita cadere.
L'ultima cosa che avevo visto con chiarezza erano stati gli occhi bui di Daniel puntati nei miei.

Ricordavo la loro oscurità. La loro profondità e completezza.

Avevo sentito le sue braccia calde sollevarmi.
E poi non avevo sentito più niente.

Probabilmente avevo perso conoscenza perché intorno a me non c'era altro che ombra. Mi sentivo come se fossi sottacqua e cercassi disperatamente di tornare in superficie. Senza riuscirci.

Era un'acqua scura, profonda, ... proprio come gli occhi di Daniel.

Ogni tanto percepivo qualche suono e provavo a raggiungerlo. Ma la marea, molto più forte di me, sembrava spingermi verso il fondo.

«Mia...» Una voce mi raggiunse fin sotto al mare ed io provai a seguirla. Era una voce calda, rassicurante.
Era la voce di Daniel.

Mi sembrò quasi di vederlo, seduto accanto a me. Eravamo entrambi sospesi su un letto di nebbia, o almeno così mi sembrava, tutto aveva gli stessi contorni indistinti di un sogno.

«Non si è ancora svegliata?» Un'altra figura entrò nella stanza. Aveva gli stessi capelli scuri di lui, ma più lisci.

Mi sforzai di capire chi fosse, ma tutto mi appariva sfocato, come se intorno a me non ci fosse che ombra.

«No, Trevor» Daniel si passò una mano tra i capelli arruffati e sospirò.

Quel sospiro mi ricoprì come un soffio di vento gelido e io rabbrividì.

«Sono già passate due ore, dovresti andare» Ci fu silenzio e, in quell'attimo, ebbi paura di essere tornata nell'oscurità. Avrei voluto gridare, chiedere aiuto, poi, però, Trevor parlò di nuovo «Non possiamo permettere che ci associno a quello che è successo al Mind. Devi andare da Lisa e fare la ronda ai portali come se non fosse successo niente»

«Non puoi andare tu?» La voce di Daniel era rotta.

Avrei voluto allungare una mano verso di lui. Chiedergli aiuto.
Ma non riuscivo a muovermi.

«Daniel ... questa realtà non esiste senza di me» Trevor si sedette o si appoggiò semplicemente a qualcosa. Non capivo «Io devo restare»

«Trevor...»

«Ci penso io a lei»

Daniel cercò la mia mano tra la nebbia e forse la trovò.
Avrei voluto trattenerlo, gridargli di non lasciarmi.

Ma, lentamente, lo sentì alzarsi «Il ragazzo?» La sua voce mi rimbombò nelle orecchie come un eco lontano.
Due occhi color nocciola mi tornarono alla mente come un ricordo lontano e difficile da recuperare.

Aidan.

«Non si sveglia nemmeno lui, è già fortunato ad essere vivo, secondo me» Disse Trevor.

Daniel si incamminò verso la porta e tutto inizio di nuovo ad apparirmi sfocato «Mentre sono via cerca di pensare a come trovare l'oro blu e... stai attento» La sua voce rassicurante diventò più sottile, come se si allontanasse o si dileguasse intorno a me «Ci vediamo stanotte»

Tutto venne di nuovo inghiottito dall'oscurità.
Tutto tranne due parole. Due semplici parole che continuarono a rimbalzare nell'acqua, come se fossero il suono stesso delle onde.

"Oro blu"

●■●■●■●

Era sera. La lampada disperdeva una luce giallognola nella stanza rendendo i contorni dei mobili stranamente simili a mostri.
Strinsi la mano di mia madre accanto a me e rabbrividì.

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