Mi appoggiai alla macchina e diedi un tiro di sigaretta.
Il sole di mezzogiorno creava dei riflessi brillanti sul prato davanti all'Università di lettere, rendendo il tutto troppo accecante per i miei gusti.
Chissà magari se avessi avuto dei sentimenti sarei anche riuscito ad apprezzare tutte quelle sfumature di verde.
Scrollai la testa. Ogni minuto che aspettavo lì fuori mi sembrava un'eternità, dovevo parlare con Daniel il prima possibile e, ovviamente, non si decideva ad uscire da quella maledetta scuola.
Alzai gli occhi verso le ampie finestre dell'edificio e sbuffai via il fumo.
Leonard...
Ogni tanto me lo ripetevo per non dimenticarlo; era quello il mio vero nome. Il nome che avevo prima di essere trasformato, prima che Lisa mi guardasse con i suoi occhioni da bambina e mi dicesse: « Trevor sarebbe perfetto non trovi? »
Avevo solo dieci anni.
Scrollai di nuovo la testa mentre la sigaretta spandeva il suo fumo nell'aria, sempre più in alto.
Era strano come quella sigaretta mi sembrasse più gustosa del solito. Forse il Segugio che avevo ucciso la notte prima mi aveva lasciato qualcosa.
Il rimasuglio di un'emozione forse, l'unica cosa che potevo provare.
Guardai l'iniziale sbiadita che mi si era stampata sulla mano e gli angoli delle mie labbra si sollevarono.
Non mi ero mai sentito umano quanto quel giorno.
Se mi sforzavo riuscivo persino a sentirmi nervoso, forse.Cercai di non pensare alla sensazione che avevo provato uccidendo gli umani. Era una sensazione forte che durava per giorni e che ti faceva sentire ... vivo. Come se tutto fosse come prima, come se potessi vivere, sentire e persino innamorarmi.
Un ricordo mi colse impreparato e l'immagine di me e Daniel che cacciamo nella notte mi colse alla sprovvista. Mi ricordavo perfettamente la fame che ci spingeva a cacciare, il desiderio di volerne sempre di più, il bisogno di sentire qualcosa, di smettere di essere vuoti ...
Storsi la bocca lanciando via la sigaretta.Che importanza aveva?
Era stato difficile imparare a controllarsi ed ora non avevo più nemmeno bisogno di sforzarmi. Non potevo più provare quel bisogno incessante, non da quando... con la mano sfiorai la "G" sul mio collo, la stessa che aveva Daniel...
"Grafathas.. l'angelo nemico di satana che combatte contro il male viaggiando attraverso le regioni celesti, la terra e gli Inferi"
Mi uscì un sibilo dalle labbra e, scordandomi dei miei pensieri, ritornai a guardare la folla di ragazzi che si addensava sul prato al termine delle lezioni mattutine. C'erano moltissime tipologie di persone diverse... ma nessun mortale poteva essere come eravamo noi.
«Trevor» Il professor Scott mi si piazzò davanti «Cosa ci fai qui?»
Accanto a lui c'era Lisa con la solita espressione immobile e stanca. Un'espressione che in questo periodo si era accentuata notevolmente.
«Aspettavo gli altri» Abbozzai un sorriso che nessuno dei due corrispose.
«Come va la ferita?» Scott mi guardò con aria interrogativa.
Era uno degli Anonimi più anziani della zona ma non avevamo mai avuto modo di parlare tanto. Non che ci tenessi, non siamo molto socievoli tra di noi, se non con i nostri compagni. E lui non era uno dei miei.
Sfiorai con un dito il braccio dove il Segugio mi aveva ferito ed il dolore tornò a farsi sentire «Sta guarendo»
Lui annuì e si voltò senza aggiungere altro «Ci vediamo stanotte ragazzi, tenetevi pronti»
![](https://img.wattpad.com/cover/71251052-288-k475232.jpg)
STAI LEGGENDO
APATHY
ParanormalMia Anderson è una diciannovenne bella, esuberante e con la passione per la letteratura. Ma nel suo passato si nasconde un episodio dal quale cerca disperatamente di fuggire: la misteriosa scomparsa di sua sorella. L'inizio dell'università...