Aprì gli occhi di scatto.
La stanza era molto buia e, nell'aria, c'era uno strano odore di chiuso.
Non ci feci caso.In quel momento riuscivo solo a pensare a come mi sentivo leggera, sicura e forte.
Scesi dal letto ed uscì a passi veloci dalla stanza. Non pensavo ad altro che a quello che dovevo fare.
Percorsi il corridoio buio in silenzio. I miei passi erano piccoli e veloci, proprio come se non vedessero l'ora di raggiungere la loro meta.
E in effetti era così.Sapevo cosa era importante. Sapevo cosa dovevo fare.
Dovevo solo trovarla.
Un rumore mi fermò. Un grande scossone, proveniente dalla stanza affianco alla mia camera, ne fece sobbalzare la porta.
«... è successo ...» Una voce sembrava parlare dentro alla stanza. Ma questa voce mi arrivava ovattata nelle orecchie e non riuscivo a capirla. Non la ritenevo importante «... è il momento ...»
Proseguì senza darci importanza.
Solo una cosa era importante.
Dovevo solo trovarla.Feci qualche passo verso la porta d'ingresso. Il mio cuore iniziò a battere più forte di prima ed un'ondata di libertà mi invase le vene.
Sapevo dove andare. Dovevo raggiungere i portali.
Dovevo raggiungere lei.La porta d'ingresso si spalancò di colpo.
«Mia»
Una voce familiare mi chiamò. Ma io la ignorai. Nulla poteva distrarmi dal mio obbiettivo.
«Non dovresti prepararti per uscire?»
Ci fu una risata ed io mossi un piede verso la porta. Verso i portali. Verso di lei.
«Dove vai?» Qualcuno mi afferrò il polso «Non uscirai così, vero? Capisco che il Mind non sia un locale troppo elegante ma,... la tuta!?»
Strinsi i pugni per la rabbia ed un familiare formicolio mi invase il braccio. Lasciai che quella sensazione si propagasse in tutto il mio corpo e sorrisi. Era il mio potere che mostrava la sua energia e la sua forza. Un potere così chiaro, limpido, perfetto.
Era un piacere usarlo in libertà, esserne finalmente padroni.
Alzai gli occhi sulla figura che mi stava di fronte con un sorriso di gloria dipinto sul viso.
Ma prima che potessi agire... i miei occhi titubarono, si fermarono su quella persona troppo a lungo, ne videro i contorni, i capelli nocciola comodamente annodati dietro la nuca,...
June sogghignò e mi sorrise «Che hai?»
June... la voce familiare era la sua, mi sentì strappata in due e poi tutto finì.
●■●■●■●
June era di fronte a me. Un sorriso strampalato le si allargava sul viso.
Ciondolai da un lato all'altro e mi passai distratta una mano tra i capelli.«Devo essermi addormentata .. che ore sono?» Dissi.
Cercai di assumere un'espressione che nascondesse la mia sorpresa e, subito, abbassai lo sguardo per nascondermi dai curiosi e vivaci occhi di June.
Non avrei dovuto addormentarmi in questo modo.
Non potevo credere che fosse successo di nuovo.«Addormentata? Ma se eri in piedi!» June rise più forte mentre si incamminava, a grandi passi, verso la cucina «Comunque sono le nove e mezza»

STAI LEGGENDO
APATHY
ÜbernatürlichesMia Anderson è una diciannovenne bella, esuberante e con la passione per la letteratura. Ma nel suo passato si nasconde un episodio dal quale cerca disperatamente di fuggire: la misteriosa scomparsa di sua sorella. L'inizio dell'università...