Parte 35

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"Secondo la leggenda, ogni Anonimo vive solo grazie alla sua impronta. Questa è, infatti, l'ultimo frammento della sua anima e quindi se l'impronta viene distrutta anche l'Anonimo muore. Ma,nonostante questo, sembra non essere così semplice distruggere un' impronta. Infatti, si dice, che ogni impronta abbia dei poteri, più o meno forti, per nascondersi o difendersi. Secondo la leggenda è quasi impossibile trovarle e altrettanto difficile distruggerle completamente"

«Mia, vuoi da bere?» Aidan mi sorrise, ma l'aria piena di fumo e le luci colorate del Mind, resero il suo sorriso gentile più simile ad un ghigno terrificante.

Cercai di allontanare i miei pensieri dal contenuto di quelle maledette fotocopie ed annuì «Si, mi farebbe molto piacere»

Non mentivo, avevo davvero bisogno di distrarmi.
Prima di uscire avevo letto tutto quello che avevo trovato e stampato in biblioteca senza trovare niente che potesse aiutarmi. Erano solo milioni di parole sulla creazione degli Anonimi e sulla lotta tra bene ed il male. Tutte informazioni buttate li e raccontate come una qualunque storia sul paranormale.

Ma questa non era una storia ed io lo sapevo anche fin troppo bene.

«Allora andiamo di là» James, l'amico di Aidan, si sporse verso di noi «La barista è uno schianto»

Allungai lo sguardo sulla barista alla nostra destra. James non si sbagliava, era proprio bella. Aveva lunghi capelli corvini che contrastavano con il suo incarnato chiaro. Incarnato, che, tra l'altro, metteva in mostra le perfette labbra rosse e i grandi occhi... occhi bui, neri come il carbone.

Repressi un brivido e cercai di sorridere mentre ci avvicinavamo nella sua direzione.

Camminando, lasciai scivolare lo sguardo sulla sala affollata. June non si era sbagliata quando lo aveva definito un posto "non elegante". C'erano persone di ogni tipo e nessuna di loro poteva essere descritta come il ragazzo o la ragazza della porta accanto.

Ma non era quello a mettermi sotto pressione.
A farlo era la sensazione che, tra le molte persone normali, ce ne fossero altrettante con i capelli anche fin troppo scuri e gli occhi spaventosamente simili a quelli di Daniel.

Rabbrividì di nuovo.

Stavo diventando pazza ed improvvisamente mi sembravano tutti Anonimi?

«Che cosa vuoi?» Aidan mi si avvicinò all' orecchio parlandomi con la sua voce dolce.

Agitai la mano distrattamente mentre con gli occhi continuavo a perlustrare la stanza. Non sono sicura di quale espressione mi segnasse il volto in quel momento ma, molto probabilmente, era qualcosa di simile allo sconcerto «Non saprei»

Aidan ridacchiò per la mia strana reazione ed alzò le spalle «Allora faccio io, in questo posto si va quasi sempre sul sicuro» Dopo aver detto questo, si sporse sul balcone farfugliando le nostre ordinazioni alla barista. Tutta la scena, però, mi apparve sfocata.

Non riuscivo a togliere gli occhi di dosso alla ragazza al bar. Più la guardavo più la sua bellezza mi sembrava vuota, la sua pelle così chiara, innaturale ed i suoi occhi scuri, spaventosi e profondi.

Boccheggiai leggermente quando questa mi sorrise e si spostò verso di me per passarmi il drink.

Dovevo calmarmi. Così non andava bene.

«Bel tatuaggio, che cos'è?» James le sorrise raggiante con l'evidente intenzione di farsi notare da lei.

«Oh...» Lei alzò il polso «Ma niente solo una stupida storia che mi è rimasta in testa»

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