CAPITOLO 3

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-Come sarebbe a dire che non é morta?!- chiese incrudulo il vampiro appoggiandosi alla parete e scivolando al pavimento piano.
Si sentiva le gambe molli e le ginocchia tremare.
-No figliolo.
E dovresti farci finire di parlare più spesso- risponse Roland.
-Si si ma... come fate a saperlo?- lo interruppe James.
-Come non lo sai?- chiese stupita Hanna.
Dopodiché contemporaneamente Hanna, Troy e Roland alzarono le maniche delle loro camicie rivelando uno strano tatuaggio impresso sui loro bracci.
Il tatuaggio era un incisione, una frase scritta in una lingua incomprensibile.
-Che cosa sono?- chiese il vampiro.
-Sono comparsi subito dopo che tu te ne eri andato. Siamo sicuri che sia stata Megan a farli- spiegó Roland.
-Ma la domanda più importante é...- continuó Troy.
-Perché tu non ce l'hai?- concluse Hanna.

-Non e ho idea...- sussurró James.

-Come fate a sapere che sia stata proprio Megan a farli?- continuó.
-Non lo sappiamo proprio per certo, ma chi vuoi che sia stato- rispose Troy.
-L'ho vista precipitare nell'Inferno! L'abbiamo vista tutti!
Come é possibile?!- continuó incredulo.
-Forse ti stai dimenticando che lei viene da lì- disse Roland.
-Deve essere lei- sperò Hanna.

James guardó Hanna con uno sguardo strano. Pensò che lei non volesse andare a cercare Megan ma Jimmy e non sapeva neanche se questo gli potesse dare fastidio.

-Sapete cosa significano?- chiese James.
-No, non ancora- ammise Hanna.
-Ma conosciamo qualcuno che potrebbe saperlo, e che ci deve un favore- continuó Troy.
-Ci andremo al più presto, verrai con noi?- chiese Roland rivolgendosi al figlio.
Il vampiro si rialzó da terra e una volta in piedi esordí dicendo:
-Che razza di domande fate?!
É la mia ragazza quella confinata sotto terra. Certo che verrò!-
I Vigilanti sorrisero ed esclamarono:
-Bentornato!-

James aveva lasciato la squadra che stava organizzandosi per la partenza e si era recato sul tetto dell'edificio.
Stare sui tetti gli ricordava Megan.
Avrebbe tanto voluto stare con lei in quel momento sdraiato sotto le stelle.
Aveva perso la cognizione del tempo dopo la botta in testa che gli aveva dato Hanna.
E caspita era già notte fonda.
Era da tempo ormai che non rimaneva sobrio per così tanto tempo o a secco di sangue.
La gola gli bruciava per la sete; si sentiva come se non avesse bevuto per secoli.
Ma la sete era niente in confronto alla moltitudine di dubbi che aveva in testa.

Era stato l'unico a non ricevere quello strano tatuaggio.
E perché proprio Megan aveva chiesto aiuto a tutti tranne a lui, il suo ragazzo?
Sapeva però che in qualche modo doveva essere felice di riaverla, se solo sarebbe stato possibile.
Era tutto così confuso e strano, più del solito.
Sentí allora un rumore di passi che lo ricondusse alla realtà.
Hanna si stava sedendo accanto a lui.
-Ciao- salutó.
Non lo guardava dritto negli occhi: nessuno ne era mai stato capace.
I suoi occhi erano troppo intensi per chiunque. Persino Megan si perdeva in quell'oceano.
La maggior parte delle volte non aveva nemmeno bisogno di soggiogare le persone per far fare loro quello che lui voleva.
-Ciao- disse rispondendo al saluto.
-Va tutto bene?- chiese la ragazza.
James non rispose subito.
Avrebbe tanto voluto gridare al mondo che non stava bene, che avrebbe voluto scappare e continuare a crogiolarsi dell'autocommiserazione.
Ma la sua risposta fu solo un respiro profondo, tremante di un misto di emozioni: paura, impazienza, rabbia e voglia di sapere la verità.

-Immagino che non vada bene- capí Hanna.
-Per niente...- sospiró il vampiro.
-É normale- si affrettó a rispondere per consolarlo.
-Anche noi eravamo sconvolti appena scoperti i tatuaggi- continuó.
Allora Hanna si accorse di aver toccato un tasto dolente.
-Perché io non ce l'ho?- chiese abbattuto.
Hanna non sapeva davvero che rispondere.
-E perché non mi ha chiesto aiuto?- continuó.
Tra sospiri Hanna rispose:
-Non lo so James. Ma se Megan non ti ha rintracciato avrà le sue buone ragioni-
-Ma io sono il suo ragazzo!- ribatté.
-Appunto...- rispose Hanna.
James cominciava a sospettare che Megan non l'avesse contattato per proteggerlo.
-Mi sta proteggendo?
Ma io potrei esserle molto d'aiuto- disse.
-Che cosa stupida!- aggiunse.
-No... é una cosa da umani- ribatté Hanna.
Si rese conto che Hanna aveva ragione.
James non conosceva questo lato di Hanna. La conosceva come cacciatrice, Vigilante, amante, ma non come una ragazza umana.
-Sai non mi dispiace questo lato di te, sembri quasi una sorella maggiore!- esclamó James.
-Maggiore?!
Guarda che hai 100 anni belli e buoni addosso!- lo contraddí lei.
Risero ma ad un certo punto James si fermò.
Un flash: James vide Eric in catene.
Che cosa significava?

-Che ti prende adesso?- chiese allertata Hanna.

No.
Doveva essere solo immaginazione.

-Niente- sussurró.
-Era solo da tanto che non ridevo- le disse sorridendo ancora.
Lei le sorrise dolcemente poi da dietro la schiena uscí una sacca di sangue di quelle usate per i prelievi in ospedale.

-E quella?- chiese agitato il vampiro.
-Oh, l'ho presa a Roland...
Pensavo che avessi fame-
-Ferma ferma.
TU HAI RUBATO DEL CIBO A ROLAND?!- le chiese sconvolto.
-Si...- rispose incerta Hanna con la sacca di sangue ancora in mano.
-Questo lato di te mi piace sempre di più- rispose.
James afferrò la sacca e poi fece segno ad Hanna di andarsene.
Stare vicino ad un vampiro mentre si nutre non é proprio il massimo della sicurezza.
-Grazie- le disse prima che rientrasse nella base.
Lei si fermó come per accettare quel grazie e poi riprese a camminare.

James stappó la sacca.
L'odore del sangue era buono ma come per sorta di una maledizione nessuno era buono come quello di Megan.
Questa cosa lo faceva impazzire.
I canini diventarono zanne e quando andó a bere si fermò di colpo e alzandosi lanció lontano quella sacca di sangue.
-É inutile...- si disse.
Iniziarono a cadere delle piccole gocce d'acqua dal cielo.
E nel giro di pochi secondi pioveva a dirotto.
Una corsa, ecco che ci voleva.
Con un salto scese giù dal tetto e inizió a correre per dimenticare la fame.

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora