CAPITOLO 11

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Sconfitti i rettili i Vigilanti erano oramai dinanzi al castello di Lucifero.
Un portone di roccia nero si innalzava possente.
-Come entriamo adesso?- chiese James.
-Potremmo arrampicarci- propose Hanna.
-Ci vorrebbe troppo tempo- concluse James.
-Potremmo buttarlo giù, che ne dite?- propose Roland.
-Non essere ridicolo! Mi dispiace lupo cattivo ma il porcellino in questione ha costruito una casa di mattoni!- lo scherní così Hanna.
Roland la guardó torvo.
-Non sono un lupo- disse fermo.
-E purtroppo non abbiamo a che fare con un porcellino- aggiunse.
Stavano lì a parlare di strategie, tattiche quando la cosa più facile, anche se improbabile, era...
-E se...- sussurró Troy studiando il portone.
Afferrò la fredda maniglia davanti a se e bussó.
I tre videro la strada aprirsi dinanzi a loro e rimasero sbalorditi.
-Andiamo?- disse Troy voltandosi verso di loro.
-É una pessima idea ma... andiamo!- sottolineó James.

-Il re dell'Inferno ci ha invitati ad entrare in casa sua? Non mi sembra un buon segno. State in guardia!- affermó Roland.
I Vigilanti stringevano nelle mani le loro armi e camminavano cauti per il castello senza sapere esattamente dove stessero andando.
Il castello sembrava tutt'altro che un mortorio: le mura nere rilucevano di un riflesso violaceo, il pavimento scuro era straordinariamente lucido e pulito, lustro come le scalinate e gli straordinari lampadari di pietra vulcanica lucente più dei diamanti.

-E adesso?- chiese Troy.
I quattro affacciavano su quattro bivi.
Quattro corridoi.
Quale sarebbe stato quello giusto per continuare e ritrovare Megan?
-Dovremmo dividerci- propose Hanna.
-É la scelta più logica- aggiunse.
Roland annuí.
E l'arciere e il vampiro si videro costretti ad accettare.

Ognuno di loro imboccó un corridoio.

ROLAND

I passi rimbombavano all'interno di quella sorta di tunnel ma a parte l'eco sembrava tutto normale.
Una volta solo, Roland iniziò ad infastidirsi in quel silenzio, un silenzio straziante, come la quiete prima della tempesta.
Allora intorno a lui iniziò a suonare una voce e al suono di questa si fermò di colpo.
Una figura femminile esile comparve davanti al vampiro lasciandolo senza fiato.
La donna aveva dei lunghi capelli biondi che gli ricadevano sulle spalle, intrecciati nella parte superiore con dei fiori di campo. Indossava un abito leggero e candido che terminava giusto sopra il ginocchio.

-Roland- lo chiamò lei.

Era Beatrice, la madre di James e di Eric.
-Beatrice...- sussurró Roland sentendosi mancare le forze.
-Non devi per forza continuare quest'impresa assurda- diceva lei con voce soave.
-Ha ragione- continuó un'altra voce alle sue spalle.
L'altra persona era Jasmine.
Era così diversa da Beatrice: la sua prima moglie era umana e così pura, mentre Jasmine era fedele al suo lato vampiro.

Amava entrambe alla follia e rivederle era una gioia indescrivibile.
-Rinuncia- sussurrava Jasmine.
-Non posso, come faranno i ragazzi senza di me, e Megan!-
-Megan?- chiesero.
-Lei non é nessuno. Ha portato solo dolore a tutti noi!- continuó la vampira.
-Siamo morte- continuarono.
-Nostro figlio é morto!- esclamó rabbiosa Beatrice.

Beatrice e Jasmine si libravano intorno al vampiro.
-Se lei non fosse comparsa, tutto sarebbe andato per il meglio- disse Jasmine.
-Lasciali e vieni con noi- sussurrava.
-Saremo di nuovo felici- disse sorridendo Beatrice.
Le mogli gli tendevano una mano.
-Abbiamo bisogno del tuo amore, per favore, torna da noi-
Il vampiro stava cedendo: l'idea di essere di nuovo amato era impossibile da rifiutare.
-Per l'eternità- aggiunsero infine.
Prima di sfiorare le loro mani una luce accecante si sprigionò dal tatuaggio del Vigilante.
E in quella luce le due figure scomparvero.
Era tutto finito e Roland ritornò alla realtà sospirando tremante.

TROY

"Odio quando ci separiamo, é sempre una pessima idea!" pensava l'arciere.
"Non mi aspetto niente di buono".

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora