CAPITOLO 48

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Troy

È fantastico essere un Vigilante, ma ultimamente per l'80% delle volte mi ritrovavo messo KO da cose che vanno oltre la nostra portata, o almeno oltre la mia.
Le orecchie mi fischiavano a causa dell'esplosione.
"A proposito... Che cosa é successo?!" pensai.
Mi rimisi in piedi sbattendo gli occhi per riacquistare la vista, poi notai che il cielo si stava schiarendo: niente più fulmini, niente più nubi viola, niente più Velo aperto.
Nonostante l'esplosione era rimasto tutto immutato.
L'enorme distesa di ghiaccio non aveva subito danni, la nave era sempre lì in lontananza.
L'unico elemento estraneo erano i corpi dei miei amici inermi e, nel migliore dei casi, svenuti.
Notai che, a qualche metro di distanza, James si stava rimettendo in piedi con l'aiuto di Megan.
"QUINDI CE L'HA FATTA!" pensai.
Poi ricordai.
"CLARK!"
Andai verso di lui, che era poco distante da me.
Girai il ragazzino.
Era gelato.
Sembrava quasi una statua di fredda porcellana.
Aveva tratti severi in volto ma quel bambino era la cosa migliore che avesse potuto capitarmi.
Tutti continuavano a dire che salvarlo fosse stata una buona idea, che lui aveva bisogno di una famiglia.
Piuttosto penso che chi ne aveva il bisogno ero proprio io.
Clark lo é stato.
In pochissimo tempo era riuscito a rendermi più docile.
Si é preso il meglio di me, e io non ho fatto in tempo a ringraziarlo.
Gli misi due dita al collo, per controllare il battito.

Niente battito.

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Hanna

Il mio corpo era indeciso se svegliarsi e tornare alla realtà o lasciarsi andare nell'oscurità del nulla.
Volevo abbandonarmi al dolore, alla pazzia, al vuoto.
Perché sapevo.
Sapevo che se avessi aperto gli occhi mi sarei ritrovata in un mondo dove lui non ci sarebbe più stato.
C'è un detto: dice che é meglio aver amato e vedere quell'amore bruciare piuttosto che non aver mai amato.
Che enorme stupidaggine!
"Come potrei rimanere sana di mente sapendo che non potró mai piú essere felice?"
Vivere all'inferno per sempre, avendo conosciuto il Paradiso?
No, grazie.
Niente e nessuno avrebbe mai potuto prendere il suo posto, perció tanto valeva rinunciare a vivere.
Avrei raggiunto Jimmy all'Inferno.
Magari in compagnia del vero amore non sarebbe stato poi così demoniaco quel posto.
Sí, avevo deciso.
Non mi sarei più svegliata.

Questo finché qualcuno, non mi sveglió scrollandomi.
Piano riaprí gli occhi a malincuore, finché non focalizzai Jimmy davanti a me.
Allora sorrisi.
-Sono morta?-gli chiesi piano.
-Avresti voluto?- rispose il licantropo.
Gli occhi verdi del Principe luccicavano e riflettevano la mia figura, esile e stanca ancora supina su quel ghiaccio.
-Sí, se fosse servito a rimanere con te- risposi.
-Sei una stupida- disse con una lacrima che gli incorniciava una guancia costellata di familiari lentiggini.
Poi mi bació bloccandomi il respiro.

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Eric

"Sono vivo?" pensai tastandomi il corpo per controllare che fosse effettivamente così.
Era tutto al suo posto, a parte un piccolo dettaglio.
Mossi il giubbotto nero e al centro del mio petto, brillava una scheggia verde che aveva perforato la maglia fino ad incastrarsi nel torace.
Ed era certo: non ero più morto di quanto non lo fossi nei miei anni da vampiro.
"Ma come é possibile?!" pensai alzandomi ancora un pó stordito.
Ma, era okay.
Persino il fattore rigenerante funzionava alla grande.
Alzai lo sguardo e vidi mio padre barcollare assieme a Lydia.
-Tutto bene?!- gli chiesi.
-Sí- rispose scrollando la testa come per riacquistare equilibrio.
Poii guardó sbalordito.
-Tu piuttosto?! Sei ancora vivo!- esclamó abbracciandomi.
-Sí, credo di sí!- risposi raggiante.
Mio padre era al settimo cielo, una delle pochissime e rare volte che lo vedevo esternare davvero ció che provava.
-Cosa...- inizió.
-Non lo so!- esclamai bloccandolo.
-Ma guarda qui!- dissi mostrandogli il frammento verde nel mio petto.
-E questo cos'é?!- domandó sfiorandoa pietra luminosa.

-Direi che qualunque cosa sia l'hai divisa con me!- esclamó Jimmy che abbracciato alla sua ragazza si era avvicinato a me e a mio padre.
Jimmy, come me, aveva al centro del petto un frammento luminoso.

In quel momento comparvero Megan e James.
L'Angelo aveva un cumulo di pietre nelle mani messe a coppa.
-Credo che nell'esplosione la Corona di Cassiopea non abbia retto.
Manca una Pietra all'appello.
La Pietra del Respiro, quella di Clark...-
La ragazza volse lo sguardo verso Troy sconvolto e piegato dal dolore e il suo amato piccolo grande apprendista.
James, ancora debole, andó verso di loro e si sedette al fianco dell'arciere.
-Quando ero lassú i Primi Vigilanti mi sono apparsi.
Azrael me l'aveva detto.
Non sarebbe servito un altro sacrificio, perché già era stato versato troppo sangue. Ma non immaginavo si riferisse a questo...- continuò Megan.
Seguí le orme di mio fratello seguito  dal resto della squadra.
Quel ragazzino aveva dato la vita per un mondo che non gli aveva mai dato niente per cui essere riconoscente.
Forse ero un vampiro da ormai troppo tempo, tanto da dimenticare un valore umano cosí importante: il sacrificio.
Dare via il dono più grande: la vita stessa.
Nessuno osava parlare davanti all'esistenza spezzata di un bambino.
Solo il pianto di Troy si sentiva echeggiare tutt'intorno.

-É stata solo colpa mia- annunció James rompendo lo straziante silenzio.
-Se io non fossi stato cosí debole, cosí manipolabile,il sacrificio di Clark non sarebbe stato necessario!- continuó.
Eccolo qui, James.
In tutta la sua perfezione.
Forse Lucifero aveva ragione, forse in me sarebbe sempre stata vigile l'invidia nei suoi confronti.
Nei confronti della sua nobiltà d'animo.
-NON É GIUSTO!- sboccó.
-DOVEVATE FERMARLO! PERCHÉ SALVARE ME?! É UN BAMBINO! É MIGLIORE DI ME SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA, LUI MERITAVA DI ESSERE FELICE PIÚ DI TUTTI NOI!-
All'improvviso Troy poggió una mano sulla spalla di James poi alzó il capo e lo guardó dritto negli occhi.
Pensai l'avrebbe maledetto, invece lo... abbracció.
-HAI RAGIONE! MERITAVA DI VIVERE! ERA SOLO UN BAMBINO!
Ma la colpa non é tua.
Sono stato io a concedergli di venire a salvarti.
Di usare la sua Pietra e il suo potere.
Perció non rimuginare sui sensi di colpa.
Se qui c'è qualcuno che deve farlo sono io- rispose.

Dette queste parole sentí un fluido caldo scorrermi nelle viscere e risalire fino al centro del petto, fino al frammento.
-Jimmy lo senti?!- esclamai.
Il licantropo annuí.
La stessa luce verde della Pietra di Clark si sprigionò dai nostri frammenti fino a che due serpenti di luce non si fusero in una figura proprio davanti a noi.
Era Clark.
Rimanemmo senza parole e Troy si alzó con cautela in piedi.
-Un uomo grande e grosso come te che piange?!- sbuffó il fantasma di Clark.
L'arciere accennó un sorriso, ma uno di quelli che trasudano dolore e angoscia.
-Sto bene, vedi!- esclamó il ragazzino.
-E anche voi state bene! A quanto vedo sono riuscito nel mio intento!- continuó indicando me e Jimmy.
-Cosa intendi?- chiese il licantropo.
-Quelle schegge sono la mia Pietra.
Ricordate? Riesco a dare la vita!
Sono riuscito a conficcarne due frammenti dentro di voi prima di esalare l'ultimo respiro-
Alle parole "ultimo respiro" Troy singhiozzó mandando giú un'altra ondata di lacrime.
-Stai ancora piangendo?!- lo rimproveró Clark.
-Non devi sai! Sono un VIP lassú ai Piani Alti! Mi chiamano l'Eroe della Speranza!-
esclamó.
Troy abbassó la testa.
-Cos'é non ti piace?! É ridicolo lo so!- sboccó imbarazzato il ragazzino.
-No- rispose il suo mentore.
-L'Eroe della Speranza é perfetto!- esclamó sorridendo.
Clark sorrise splendenti ancora un pó di piú di verde, il colore della speranza.
-Ora devo salutarti Troy, il mio tempo su questa Terra sta scadendo.
Volevo solo dirvi che siete stati la prima vera famiglia che mi abbia mai accolto...
E non mi pento di nulla, sappilo Troy!
Io saró sempre qui con voi, con te.
Non sarai mai solo!- esclamó.
-Perció fai attenzione a non fare cose imbarazzanti, perché ora posso vedere tutto!- aggiunse ridendo, dopodiché, in un saluto si dissolse come nebbia,che rientró nei frammenti della Pietra del Respiro.
Clark ci aveva ridato la vita, rinunciando alla sua.

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora