CAPITOLO 14

652 51 12
                                    

-Perché finiamo sempre in trappola!?- chiese Troy esasperato mentre scoccava le sue frecce dorate per riuscire a ferire il mostro per bene.
Cerbero era un concentrato di muscoli: si sentivano muovere possenti anche da quella distanza.
Le frecce si spezzavano al contatto con questi, si disintegravano in polvere dorata e riapparivano nelle mani dell'arciere.

Intanto James sollevava le macerie dal suo corpo schiacciato.
Tra mugolii si stava però rialzando e curando con i suoi poteri da vampiro.

Le tre teste del mostro impressionarono i ragazzi e perfino la strega.
Era un grosso rotvailer nero, solo che sbavava il TRIPLO, mangiava probabilmente il TRIPLO, puzzava il TRIPLO e sfortunatamente metteva dannatamente paura il TRIPLO.

-Visto! L'avevo detto che quella bambina non era normale!- esclamava isterica Hanna contro i suoi compagni  agitando per aria la sua scure.

-Ferma o taglierai un arto a qualcuno- le disse fermo Roland che intanto scrutava il mostro con calma.

Di solito era Hanna quella che manteneva la calma anche nelle situazioni più critiche.
Il suo ruolo nella squadra era proprio quello: essere una stupefacente cacciatrice.
Ma in quel momento non si sentiva affatto degna della sua fama.
Guardó Roland con occhi sbarrati.
Non era affatto stupito dal fatto che Cerbero si fosse presentato.*
Hanna aveva la sensazione che non dipendesse dal fatto che Megan avesse avvertito James del suo arrivo, era come se ne avesse già avuto a che fare.

Cerbero allora abbaiò fortissimo in direzione di Troy. La voce del mostro creó delle onde d'urto che spedirono Troy a fare compagnia a James.
Ma un momento prima che anche Troy si sfracellasse contro la roccia vulcanica, con risultati diversi da quelli di James, il vampiro riuscì ad afferrarlo e frenarlo evitando che il suo compagno finisse come un insetto su un parabrezza.

Il corpo di James si autocurava l'ultima lussazione alla spalla.
Un braccio gli penzolava come se fosse sotto anestesia mentre con l'altra mano si pulì un rigolio di sangue che scendeva dalla bocca e dal naso.

-Sono ferito! Perché non mi attacchi!?- urló James.
Cerbero stava lì, davanti alla bambina  e ringhiava possentemente tenendo con i suoi sei occhi in totale sotto controllo ogni nostra mossa.
Non sembrava volesse davvero attaccare o fare del male. Ne sarebbe stato certo capacissimo, ma solo contro chi attentava la vita della sua padroncina.

Nella mente di James balenò allora un'idea, stupida forse folle ma un'idea.

Cominció a muovere dei passi e si avviò verso il guardiano della casa di Lucifero.
Possedeva ora la stessa tranquillità di Roland e Hanna osservandolo ne rimase stupita doppiamente.

-Che cosa fa?!- chiese Hanna.
-Amico, torna indietro!- urló Troy tentando di alzarsi, ma il viaggio a mezz'aria l'aveva scombussolato e la testa gli girava non poco.

Morgana rimase lì fianco a fianco con Roland. Silenziosi osservavano il ragazzo avanzare.
Intanto il mostro ringhiava nervosamente all'avvicinarsi del ragazzo.

-No! Sei impazzito!- continuava Hanna.
-E voi non fate niente!?- chiese esasperata ai due che rimanevano lí immobili.

Hanna non ricevette alcuna risposta e spostò subito lo sguardo sul giovane vampiro che ora era a una distanza tale che con una zampata Cerbero l'avrebbe ridotto in croccantini per cani.

Le tre testone del cane ringhiavano e sbavavano facendo ricadere sul pavimento nero della densa e melmosa saliva.

Hanna fremeva per la tensione.
"Perché stavano tutti lí impalati mentre James andava incontro ad una morte assicurata?!" si domandava.

Cerbero non si muoveva di un millimetro. James faceva altrettanto.
Erano l'uno davanti all'altro.
Entrambi si guardavano fissi negli occhi, come per giocare a chi riesce a guardare fisso per più tempo.
James sembrava non aver paura del mostro e Cerbero non ne aveva del vampiro.
La bambina era attaccata alla zampone del mostro e si nascondeva dietro ad essa.
-So che vuoi soltanto proteggerla- disse James.
James stava tentando di comunicare con il guardiano dell"Inferno.
"State lontani!" ordinò Cerbero.
Usava una sorta di comunicazione mentale come quella che possedeva James.
-Non preoccuparti! Noi non vogliamo farle niente- continuó James.
-Lasciaci passare- aggiunse.

Ma Cerbero ruggì e disse
"Tornate indietro scocchi! Finché siete in tempo!"
-Non torneremo indietro- rispose il vampiro.

Il mostro smise per un secondo di sbuffare e drizzó le orecchie.

-La dentro, c'è la persona a cui tengo di più al mondo. Non permetterei mai che qualcuno le facesse del male. Siamo uguali io e te. Non é vero?-

Cerbero era pietrificato.
Forse aveva davvero compreso?
Possibile che un mostro potesse provare emozioni così nobili?
Eppure Cerbero era il guardiano degli Inferi!

James pensava di si.
Anche lui era un mostro quindi perché per Cerbero dovrebbe essere diverso.

Una delle teste del guardiano ammiró la sua padroncina.
Quello che voleva era davvero soltanto proteggerla.
Non aveva nessun altro scopo fuorché quello, da sempre.

Lo sguardo della creatura era mite e il suo cuore per la prima volta dopo millenni si senti avvolto da un caldo abbraccio.
Cerbero poteva fidarsi del vampiro.

James allungò piano la mano verso il muso umido del cagnone.
Il cuore di Hanna stava esplodendo per l'agitazione.
Le mani le sudavano e nella testa sentiva solo panico.

James aveva ora la mano gelida sulla testa di Cerbero altrettanto freddo.
Il cane sembrò sollevarsi in un respiro della tensione accumulata durante il tempo della sua morte.
Tutte le sue teste erano prese dalla sua carezza.
Chiuse gli occhi e respirò tremante.

-Quindi ti prego- lo supplicó James.
-Fammi riabbracciare la mia Megan-

La piccola sussultó al suo nome è Cerbero sgranó gli occhi agitandosi e staccandosi dal tocco del vampiro.
"Azreal!" esplose Cerbero.
"La figlia di Lucifero?!" continuó ruggendo.
"Se passerete Lucifero ci annienterà"
"Mi dispiace, ma voi non andrete da nessuna parte!"

Cerbero ruggì con tutte e tre le teste concentrate sul vampiro.
Ma James resisteva, affondò gli artigli nel suolo e si teneva saldo, mentre tutto intorno la terra si infrangeva.

Cerbero era fortissimo e ben motivato, ma lo era anche James.
Avrebbero potuto continuare così per sempre ma il palazzo avrebbe ceduto.

Improvvisamente un urlo acuto si levó nell' aria e Cerbero si bloccò smorzando il suo ruggito.
James ricadde sulle ginocchia e si alzó lentamente.
Cerbero si voltó e vide Hanna con la sua ascia insanguinata e tremante.
La bambina era immobile e senza vita davanti a lei.

Hanna lasciò cadere la sua scure e scoppió a piangere.
James rimase senza fiato.
-Hanna- sussurró.
Gli occhi di Cerbero si riempirono di rabbia e la sua mente si annebbiò d'ira.
Il suo ruggito fece tremare le fondamenta del palazzo e con la forza di un treno in corsa caricò verso Hanna che aveva come spento il cervello e con esso ogni capacità di muoversi o pensare.

-James!- urló Troy.
Più veloce della luce l'arciere scoccó una freccia dorata verso il vampiro che la bloccò, soffocando un urlo.
Si precipitò su Hanna lanciandola via e prendendo il suo posto.
Cerbero balzò ruggendo e James sparí sotto di lui.

Parecchi metri lontano Hanna riprese conoscenza sbalordita e ancora traumatizzata.
-James!- urló alzandosi freneticamente.

Inizió a correre verso il compagno ma Morgana la fermò con un campo di energia.
-Aspetta- le disse.

-La mia freccia non si é ancora materializzata- osservò Troy.

Tutti i Vigilanti rimasero in silenzio quando Cerbero si mosse.
Roland continuava a fissare con una strana aria la scena.
Ma improvvisamente Cerbero venne spinto di lato e James sbucò fuori.
Il cagnolone aveva la freccia di Troy conficcata nel cuore.
Tutte e tre le teste non respiravano più.
Cerbero era morto e così anche la sua padroncina.

Morgana abbassò allora il campo di energia che tratteneva Hanna.
La cacciatrice corse verso il compagno di squadra e lo abbracciò.

Doveva avere ancora qualche costola rotta perché gemette.
-Stai bene?- esclamó lei.
James annuí tenendo il capo chino.
-Fammi vedere- disse cercando di alzargli il viso.
James le scansò brutalmente le mani di dosso e si alzó.
Hanna si sentì vuota in quel momento.
Realizzò soltanto allora che aveva ucciso una bambina.
Hanna era ancora in ginocchio quando disse
-James era già morta... io volevo solo...-
Il vampiro la zittì con lo sguardo.
Per la prima volta gli occhi di James le misero paura e le scombussolarono gli organi interni.

-Hai fatto quello che si doveva fare, dopotutto sei una cacciatrice- rispose.

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora