CAPITOLO 38

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Megan

Dopo qualche camomilla Troy riuscí ad addormentarsi, anche se qualche volta, quando l'aero sobbalzava un pó, sembrava poté addirittura rimettere nel sonno e Clark, al suo fianco, era terrorizzato dall'idea che questo potesse succedere addosso a lui.
"Come fa a dormire poi, con quell'arco dietro la schiena?!" pensavo.
"É vero é invisibile, ma non incorporeo!"
Lasciando perdere le stranezze di Troy, passai a quelle di Jimmy ben peggiori.
Al Principe dei Licantropi non ci volle molto per cadere in uno stato comatoso.
Come al solito russava tantissimo e gli altri passeggeri fecero piazza pulita delle scorte di tappi per le orecchie della hostess.
Inoltre sembrava essere in un qualche sogno da canide perché, ogni tanto, scalciava come se stesse inseguendo qualcosa.
Per non parlare dei piccoli ululati che emetteva!

Roland ed Eric rimanevano impassibili come sempre.
Cominciai a convincermi del fatto che Eric, dopo il viaggietto negli Inferi, somigliasse sempre di più a suo padre.
Per molti aspetti era una cosa buona ma per molti altri forse no.
"Ma d'altronde quello che ho conosciuto io non era il vero Eric.
Mi ha mentito...
Pergiunta durante la mia amnesia!
Come si fa a mentire ad una persona che non ricorda nemmeno chi é?!"
Eric si voltò, e i nostri sguardi si incrociarono.
Mi si formó un groppo in gola.
Anche lui aveva il potere di leggere nella mente delle persone, perciò aveva sentito ciò che avevo appena pensato.
Niente che lui non mi avesse già sentito dire di persona!
Ma, era inutile rimuginarci sopra.
"Stava cercando di cambiare vero?"
Eric tornò a guardare davanti a sé.

"Non durerà ancora per molto..." pensai.
Ma subito me ne pentí.
Sperai con tutta me stessa che non avesse sentito quest'ultima parte.

Intanto James guardava fuori dall'obló dell'aereo, oltre le nuvole.
Era cosí malinconico.
Niente di ciò che dicevo o facevo lo tirava su di morale.
"Almeno ora é in forze..." pensai toccandomi il collo ancora dolorante.

In quel momento James si alzò.
-Dove vai?- gli chiesi.
-Ho bisogno... di stare un pó da solo- disse correndo via.

-Hey! Dove corre così di fretta James?- mi domandó Hanna.
-Ha detto che...
Voleva rimanere un pò da solo...- le risposi dubbiosa.

"Stare da solo?" riflettevo.

-Correndo verso la sala pilota?- continuò Clark.

-Oh mio Dio!- esclamai scattando in piedi.

Ma un momento dopo stavamo precipitando.

                           ********

Megan

Troy aveva appena vomitato e continuava a starsene sospeso a mezz'aria.
La pressione dell'aereo ci stava facendo fluttuare mentre ci avvicinavamo velocemente alla terra ferma.
I passeggeri gridavano per il terrore a squarciagola e alcuni avevano già perso i sensi.

Dovevo fare qualcosa o tutte quelle persone, donne, uomini e bambini sarebbero morti.

Tentai di muovermi aggrappandomi ai cuscini per il collo dei sedili.
Riuscí ad andare, sedile dopo sedile, facendomi spazio tra persone urlanti, verso la sala pilota.
Mi aggrappai come un gatto alle tende davanti alla porta che conduceva a James.
Sapevo cosa era successo ma non volevo crederci.
Sapalancai le porte di metallo e la prima cosa che vidi furono i corpi del pilota e del copilota ridotti a brandelli sul soffice pavimento inzuppato di sangue scuro.
Sposai gli occhi da quella vista e mandai giù anch'io come Troy, un terribile senso di vomito.
Lo sguardo si posó allora su James: aveva le ali spalancate e le sbatteva in maniera quasi ipnotica.

Sembrava lo stesso ma sapevo che non era cosí.

-James...- lo chiamai.
Ma lui non si voltó.

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora