CAPITOLO 18

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-James no! Non puoi farlo!- urló Roland.
-Se non lo faccio morirete tutti-
La voce del padre si spezzò e per la prima volta Roland non riuscì a contenere le sue emozioni.
Aveva perso un figlio, e l'altro imprudentemente aveva deciso di vendere la sua anima al demonio.
Ma Roland era pur sempre un Vigilante e sapeva dentro di sé che James aveva ragione.
Se non avessero trovato una scappatoia, sarebbero tutti morti.
-Ora- continuó James.
-Accetti la mia offerta o no?!-
Lucifero sembrava riflettere sulla questione.
-La tua anima eh?...-
-Esatto! La mia schiavitù per l'eternità! Ma in cambio, non torcere loro un capello! Inclusa Megan nel prezzo!-
-Perché dovrei rinunciare a, vediamo, l'anima di tutti loro, in cambio della tua? Sarebbe più produttivo uccidervi uno per uno!- disse puntando il suo sguardo su Hanna.
La Cacciatrice rabbrividì e le si geló il sangue.
-Quelle sono anime pure!- esordí James.
-Il tuo unico bottino qui sono io!
L'hai detto tu stesso!
Ho sgozzato troppe persone nella mia vita per poter aspirare alla redenzione! Perciò...-
Lucifero si portò una mano al mento in fare dubbioso ma alla fine esclamó
-Sai ragazzo mi piace il tuo stile! Quindi accetterò la tua offerta!
Prenderò la tua anima e diventerai mio schiavo prendendo il posto di mia figlia Azrael.-
In un lampo Lucifero apparve davanti al vampiro tendendogli la mano per suggellare il patto.
-Allora, affare fatto?- chiese il demonio.
-Non torcerai loro un capello, vero?-

-Certo! Ti do la mia parola!-

James allora strinse la mano a Lucifero e suggellarono il patto.
In quel momento James si piegó dal dolore in un urlo straziante.
-James!- urlarono i Vigilanti.

Lucifero indietreggió di qualche passo cosciente di quello che sarebbe successo da lì a poco.

James era agonizzante.
Conficcó gli artigli nel suolo che si spaccò sotto i suoi pugni.
I Vigilanti si avvicinarono per aiutarlo ma James li fermò urlando
-Via! Allontanatevi!-
In quel momento dalle spalle del vampiro sbucarono fuori delle scheletriche ali bagnate di rosso.
Le urla di James ora somigliavano più a ruggiti che a grida umane.
-Che mi sta succedendo?!- urló.
-Tu devi prendere il posto di Azrael, dovrai finire il lavoro sporco: non puoi carbonizzare le anime da semplice vampiro-
Intanto le ali di James si stavano ricoprendo di una strana pelle color vinaccio.
Erano sottili e già solo guardandole sembravano veloci.
I Vigilanti erano sconvolti.
Nel cuore di Roland l'angoscia si fece ancora più forte.
Il dolore andava attenuandosi e finalmente James si accorse in quello che si era trasformato.

In quel medesimo istante Megan fu colta da un sobbalzo o forse da un brivido freddo di terrore.
No. All'improvviso fu come se Megan si fosse svegliata da un coma, chiuse e riaprì gli occhi: erano tornati alla loro bellezza.
Sembró scossa e disorientata.
Poi vide i suoi amici, i Vigilanti e una strana donna dai vestiti purpurei.
Infine quando vide James sentí il suo cuore fermarsi.
"Ali?" pensó, e purtroppo subito capí che cos'era avvenuto.
-James- chiamò.
Il vampiro sussultó quando si sentì chiamare.
"É sveglia!" Pensó.
I suoi occhi divennero lucidi mentre Megan lo guardava spaventata.
-Sei, sei... un angelo della Morte?!-

Megan aveva confermato i più terrificanti pensieri di tutti.
-Cosa... cosa hai fatto?!- chiese.
-Il ragazzo mi ha venduto la sua anima!- intervenne Lucifero.
Megan rivolse uno sguardo di disgusto al padre.
-Perché, l'hai fatto James?!-
-Sei sveglia grazie a queste Megan- disse indicando le sue ali.
Sembravano...
Erano....
...le ali di un pipistrello?
-É un patto: lui non vi torcerà un capello in cambio della mia schiavitù eterna-
-A tal proposito- lo interruppe Lucifero.
Il Re veloce come un fulmine strappó a tutti loro un capello ciascuno tra
-Ahw!- vari, e tornò da James.
-Questi sono i capelli che non toccherò!- esordí in un sorriso.
-Sono tutti tuoi!- continuó mettendoli in mano al vampiro.
-Cosa?! Mi avevi dato la tua parola!- esplose James.
-Sono il demonio! Che ti aspettavi!?-

Nella sua testa James sentí come il rumore di centinaia di specchi che si rompevano.
"Tutto questo é stato inutile?!" pensò.
-Credevi davvero, che avrei rinunciato ad Azrael dopo tutta la fatica che ho fatto per riportarla quaggiù!?- disse Lucifero tendendo le grinfie verso la ragazza e come per effetto di una calamita, lei fu trascinata verso il padre.
-No, lasciami andare!- urlava Megan divincolandosi.
-Per quanto riguarda i tuoi amici moriranno! Qualcuno ha già cominciato!- disse rivolgendosi all'arciere ancora sofferente per via della freccia piantata nell'addome.        -Nessuno esce vivo dall'Inferno!- esclamó infine.

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Megan

"Cosa é successo? Non capisco!
Perché Troy é ridotto così?!"

Le braccia di Lucifero mi stringevano immbolizzandomi.
Quelle non erano certo le braccia amorevoli di un padre.
Persino un abbraccio di James, dal corpo di ghiaccio, emanava più calore.
Non somigliava per niente all'amore che la mia famiglia adottiva mi aveva dato.
In quei mesi di nuova prigionia pensai molte volte alla mia famiglia umana, e forse il conoscere questa differenza aveva reso tutto ancora più straziante.

Tutto. Tutto stava precipitando.

-Da chi comincio?- chiese ironicamente Lucifero scegliendo con cura la sua prossima vittima.
Nonostante mi avesse liberata da uno dei suoi bracci, non riesciuscivo a liberarmi dalla sua presa.
-La cacciatrice!- esclamó Lucifero.
Il mio cuore perse qualche battito.
-Hai ucciso tu Titania, vero?- chiese la serpe.
"Di cosa sta parlando?"
Hanna spalancó gli occhi confermando con paura le parole di Lucifero.
-Hai ucciso una bambina, perché dovresti pensare che la mia gemma ti salverebbe dalle fiamme eterne di Azrael?!-

La cacciatrice mi guardó tremendamente preoccupata.
Scossi la testa e violentemente riuscí a liberarmi dalla presa di mio padre.
-Io non le farò mai del male!- gli urlai.
-Tu farai ciò che io ti ordino!- esplose lui.
Ma in quel momento, approfittando della distrazione di mio padre, James strappó la gemma dal suo collo.
-Tieni Megan!- urló lanciandomela.
-No!- urló mio padre quando io la afferrai.
Rivolsi la gemma verso Troy ed essa si illuminò.
Ecco, la sentivo ancora, quell'energia.
La freccia dorata di Troy si dissolse e l'arciere si riprese velocemente.
Un pó stordito Troy si rimise in piedi sostenuto da quella strana donna.
-Grazie, sono felice che tu ti sia finalmente svegliata!- mi disse.
Gli rivolsi un veloce sorriso; ero davvero felice che avesse funzionato e che Troy stesse bene.

Aveva chiesto aiuto ai suoi amici e li aveva messi tremendamente in pericolo.
"E James? Perché é qui?! A lui non avevo mandato il tatuaggio!
Proprio per evitare tutto ció!"

"Perché non mi danno mai retta!?"
-Roland, dobbiamo andare! Il portale!- urló quella donna.

"Un portale!?"

La gemma riluceva ancora nella mia mano.
"E se..."
-Ridammela!- mi urló Lucifero.
Improvvisamente mio padre iniziò a bruciare, come facevo io.
Mi fece impressione vederlo nella sua vera forma perché mi somigliava, sembrava guardarsi allo specchio, e questo non era di certo qualcosa di buono.
Delle ali simili a quelle di James sbucarono fuori dalle sue spalle, ma molto più ampie e imponenti ed erano incandescenti.
Lucifero andò su tutte le furie e dal suo corpo di fuoco sembrava schiantarsi contro di noi una pioggia di meteoriti altrettanto infiammate.
-James!- urlai chiamandolo.
-Andiamo!- continuai.
Potevo usare la gemma.
Sì, potevo usare la gemma per scappare via passando da quel portale di cui parlava quella donna.

James correva verso di me schivando le lancie di fuoco lanciate da mio padre.
Quando di colpo si fermò e tornò indietro urlando
-Torno subito, vado a recuperare una cosa!-
"Ma dove va?!"
-James torna qui, dobbiamo andare!-

James era già sparito.

-Ok!- esclamai stufa.

-Vigilanti, con me!- urlai e di nuovo la mia amata squadra, la mia famiglia era pronta lì al mio fianco, a difenderci a vicenda.

LOST WINGS: Nel Regno Dei MortiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora