"Non più una bugia"

1.4K 61 14
                                    

Mattia: "Bene cominciamo dalla prima cosa: La chiamata con mia sorella. Perché l'hai chiamata?"
Emma: "Io non ho chiamato nessuno. E anche se fosse, non sarebbero cazzi tuoi."
Mattia: "Sì che sono cazzi miei, è mia sorella."
Emma: "E quindi? Il mio numero gliel'ho dato io, ed è libera di chiamarmi quando vuole, e possiamo parlare tranquillamente senza doverti dare spiegazioni."
Mattia: "Bene. Se non me lo dici tu, me lo dirà lei." Tirò fuori il cellulare dalla tasca.
Emma: "Dubito"
Mattia chiamò la sorella: "Rebecca"
Rebby: "Oh Mattì, ndo cazzo sei?"
Mattia: "Sto da Emma. Mi ha appena raccontato tutto dalla vostra chiamata di sabato. Perché non mi hai detto niente?" Si diresse verso il bagno per chiudersi dentro, per evitare che Emma, dopo aver sentito quella bugia, gridasse per far sapere a Rebecca che non era vero che sapeva tutto. Ma la ragazza corse verso il bagno ed iniziò a bussare e a urlargli di uscire da lì.
Rebby: "Scusa Matti! Volevo solo che ti sentisse anche lei mentre realizzavi il tuo sogno, per quello l'ho chiamata. Ero sicura che nonostante tutto ci tenesse. Ma avete fatto pace?" Chiese esaltata.
Mattia: "Ti racconto a casa, grazie! Ciao"
Emma stava ancora bussando e lui aprì la porta soddisfatto: "Sei uno stronzo"
Mattia: "So stato bravo a cantà allora?" Ghignò soddisfatto.
Emma lo guardò schifata e non rispose, tornò in camera sua e iniziò a disfare la valigia.
Mattia si sedette sul letto e la guardò.
Emma sbuffò, lo guardò, prese un respiro e gli disse: "Fammi un favore, vai a casa tua, o da Ludovica, scopatela, facci quello che vuoi, ma vai via da qui e lasciami in pace, per favore." Glielo chiese supplicante con le lacrime agli occhi.
Mattia si alzò in piedi e la raggiunse: "Era una balla."
Emma: "Cosa era una balla?"
Mattia: "Quella di Ludovica, non è vero che me la sono scopata"
Emma fece una risata isterica: "Sì certo, come no."
Mattia: "Te lo giuro non sono andato a letto con lei."
Emma: "Peccato che non sia la stessa cosa che mi hai detto l'altra notte"
Mattia: "Quel giorno non sono uscito di casa. Rebecca può confermartelo. L'avevo raccontata anche a lei questa storia, ma ha capito subito che era una cazzata."
Emma: "E perché dovrei crederti adesso?"
Mattia: "Non lo so, ma sono veramente stanco di continuare a farci del male solo per ripicca. Stiamo facendo a gara a chi soffre di più? Sono stanco di bugie ed omissioni tra di noi. Sono stanco di stare male, quando potrei essere felice..."
Emma lo interruppe: "Bene, la penso come te, quindi te ne puoi andare via."
Mattia: "...con te. Solo con te. Lo sai che da quando ci sei tu non riesco a toccare nessun'altra donna, lo sai benissimo. Non posso essere felice senza di te, per quanto io ci provi, non so più stare senza di te. Ho detto quella minchiata sapendo di farti male, solo perché non accettavo il fatto di essere solo io a sentirmi tre metri sotto terra. Allora la prima cosa che mi è venuta in mente, l'ho detta. Ho pensato che il modo migliore per entrambi per smettere di soffrire, fosse chiudere per sempre la nostra storia, ma la lontananza da te mi fa più male che il nostro continuo scannarci." Fece un sospiro e si avvicinò ad Emma prendendole il viso tra le mani, lei inizialmente cercò di allontanarsi, mentre il suo cuore aveva iniziato a battere fortissimo e i suoi occhi a riempirsi di lacrime, ma appena lui iniziò a parlare si lasciò andare e lo fissò negli occhi, come stava facendo lui. "Ti giuro che vorrei lasciarti andare via Emma, cazzo, ti giuro che vorrei prendere, andare a casa mia e non rivederti mai più, vorrei odiarti, andare avanti con la mia vita ed essere felice. Ma non riesco, porca puttana, non riesco. Perché ti amo da morire, perché mi manchi e non riesco a stare senza di te." Appoggiò la fronte a quella di lei ed entrambi chiusero gli occhi, respirando piano. Emma mise le sue mani sui polsi di Mattia e continuò a respirare il suo profumo, mentre le scese una lacrima. Poi lui continuò "Ti prego, dimmi cosa devo fare, dimmi cosa dobbiamo fare, amore mio."
Emma: "Non lo so... Non ne ho idea" Le scese un'altra lacrima.
Mattia aprì gli occhi, e con un dito le asciugò le lacrime "Non voglio più vederti piangere per colpa mia" poi l'abbracciò, tenendola stretta a sè, con una mano attorno alla schiena e una dietro la testa. "Proviamoci ancora, per favore" le sussurrò "Ma non per l'ultima volta, per altre mille volte" lei lo strinse più forte "Finchè non saremo distrutti del tutto, finché non avremo più forze neanche per amarci."
Emma sussurrò: "Non più una bugia?"
Mattia: "Non più una bugia." Lei fece con la testa, per fargli capire che era d'accordo.
Lui si allontanò lentamente dall'abbraccio e riprendendole il viso tra le mani, le stampò un bacio, calcando le sue labbra su quelle lei.
Emma sospirò, fu come togliersi un peso dal petto, o forse con quel bacio, se lo era tolto dal cuore, il peso. Appena entrambi si erano lasciati andare e appena i loro cuori avevano ricominciato a battere, schiusero la bocca ed intensificarono il bacio. Emma si avvinghiò al suo collo e lui le stritolò la vita.
Dopo interminabili minuti che si stavano baciando, Emma si scostò leggermente, gli morse il labbro e gli sussurrò "Voglio fare l'amore con te." per poi riprendere a baciarlo.
Lui sussultò e gli si riempì il cuore di felicità, le mise una mano sotto la maglia, accarezzandole il fianco coperto dal lungo tatuaggio, salì per la schiena, arrivando al gancetto del reggiseno e glielo slacciò. Lei gli tolse la maglia e la gettò a terra, iniziando a muoversi verso il letto.
Mattia: "Francesca dov'è?" Le chiese tra un bacio e l'altro.
Emma: "Da Luisa, torna più tardi." Ansimò.
Mattia: "Chiudiamo la porta?"
Chiusero la porta senza smettere di baciarsi e di toccarsi. Le tolse la maglietta e il reggiseno facendoli volare chissà dove, si levarono velocemente scarpe e calze, e poi lui la fece sdraiare sul letto allargandole le gambe e piazzandosi tra di esse.
Emma lo baciò con trasporto affondando le dita nei suoi capelli spettinati e cinse le sue gambe attorno ai finchi di lui per attirarlo di più a sè e Mattia sussultò.
Ad un certo punto, lui si bloccò "Aspetta" le sussurrò, e si alzò in ginocchio, restando sempre tra le sue gambe.
Emma: "Che c'è?" Chiese impaurita dal fatto che potesse essere pentito di quello che aveva detto.
Mattia tirò fuori il cellulare e iniziò a digitare un messaggio: "Devo solo annullare un evento"
Emma: "Che evento?"
Mattia: "All'NSPday" Inviando un messaggio a James.
Emma: "No, non puoi annullarlo, devi andare, Mattia!" Tirandosi leggermente su.
Mattia: "Non è così importante questo, sei più importante tu, in questo momento." Spense il cellulare.
Emma: "Sei sicuro di quello che stai facendo?"
Mattia mise via il cellulare: "Sicurissimo. Non sai quanto mi sei mancata" Ricominciò a baciarla ed accarezzarla ovunque. "Anche tu mi sei mancato, da morire." Gli sussurrò lei.
Lei gli slacciò i pantaloni, e in pochi secondi, quelli di entrambi arrivarono sul pavimento.
Le baciò il collo, poi iniziò a scendere con la mano per scostarle gli slip, e lei sussultò al suo tocco.
La sua bocca scese verso le clavicole con dei piccoli ma intensi baci e poi iniziò a succhiare con forza la pelle, facendole una scia di succhiotti fino al capezzolo.
Lei fece scendere la mano ed arrivò ai suoi boxer, inziando a giocare in modo provocante con l'elastico.
Mattia: "Emma..." Ansimò "Se continui così mi farai venire nei boxer"
Lei sorrise sulla sua bocca e poi iniziò a sfilarglieli lentamente, attenta a stuzzicarlo e provocarlo volutamente. Appena si tolse i boxer, appoggiò le mani sui suoi finchi, per tirarle giù gli slip, e quando, per facilitarlo, lei alzò i fianchi, lui gemette al contatto con la sua donna.
Matti ricominciò a baciarla appassionatamente, mentre lei affondò le sue unghie nella sua schiena. Le morse il labbro ed Emma ansimò stringendo le sue gambe attorno ai fianchi di Mattia, e al contatto della loro pelle, sussultarono entrambi, ricoprendosi di brividi.
Mattia entrò in lei e sentirono i loro cuori batteri all'unisono. Si sentivano completi e legati da un qualcosa di profondo e indissolubile, il tempo sembrava essersi fermato, sarebbero rimasti così per sempre.
Mattia: "Ti amo Emma, da morire." Baciandole il collo.
Emma: "Ti amo anch'io" Stringendolo a sè più forte.
Poi, dopo interminabili minuti, vennero insieme urlando i loro nomi e lui si accasciò sopra di lei, baciandole ogni cellula del viso arrossato.
Emma coprì entrambi con il lenzuolo, si accoccolò sul suo petto ed inspirò il suo profumo.
Mattia: "Se ogni volta facciamo pace così, spero di litigare ancora più spesso" Scherzò.
Emma gli tirò una piccola sberla sul petto: "Sei un idiota, Mattia"
Mattia rise e tornò sopra di lei, anche se questa volta erano separati dal lenzuolo, e la riempì di baci accarezzandole i capelli.
Dopo più di mezz'ora che erano nel letto a coccolarsi e baciarsi, Mattia sentenziò: "Ho fame. Cosa mangiamo?"
Emmalo guardò storto: "Brì, sono quasi le dieci e mezza, lo sai?"
Mattia: "E quindi? Non ho cenato, per venire da te. Ed ora ho fame."
Emma scoppiò a ridere: "Sei sempre il solito! Mmh, credo di avere della trippa in frigo" Si girò verso di lui per vedere la sua reazione, e venne incenerita dal suo sguardo di fuoco.
Mattia: "Ho capito, ordino due pizze. Passami il tuo cellulare."
Emma: "Usa il tuo!"
Mattia: "No, è spento e non so dove sia, daje!"
Emma gli passò il suo cellulare e mentre lui ordinava le pizze lei si alzò dal letto, si mise l'intimo e la maglietta di Mattia ed andò in bagno.
Si guardò allo specchio e appena vide la scia di succhiotti che gli aveva lasciato, urlò infuriata: "Mattiaaaaaaa!"
Lui si spaventò e corse subito in bagno nudo, con ancora in linea la pizzeria: "Scusi un attimo." Coprì il microfono con la mano "Stai bene? Cos'hai? Cosa è successo?" Le chiese preoccupato.
Emma si girò verso di lui, si indicò i succhiotti e lo guardò male: "Che cazzo hai fatto?"
Mattia sospirò: "Ma vaffanculo, pensavo che ti fossi fatta male! Lasciami ordinare le pizze in pace!" Le mimò un bacio ed uscì dal bagno per andare in camera.
Una volta ordinate le pizze e messi i pantaloni, cercò il suo cellulare che era finito sotto il letto. Decise di non accenderlo per non rovinare la serata e per non essere disturbato da nessuno. Poi andò in bagno, dove Emma era bagnata con addosso un asciugamano che lasciava poco all'immaginazione.
Mattia si avvicinò da dietro, abbracciandola e posandole le mani sul basso ventre: "Se volevi fare la doccia, mi potevi aspettare. Ti facevo compagnia." Sorrise.
Emma: "Sei un cretino, come cazzo li copro io questi adesso?" Si girò verso di lui.
Mattia: "Io non vedo il problema, devi solo evitare di mettere maglie scollate. Ti copri bene bene, così siamo tutti più contenti, amore" Lasciandole un bacio a stampo. "Dovresti apprezzare il fatto che non te li ho fatto sul collo! Lì sarebbe stato più difficile nasconderli.."
Emma: "Ah, quindi ora ti dovrei pure ringraziare..."
Mattia: "Certo. Non vedi quanto sei bella, con anche la pelle che ti ricorda che sei solo mia?" Le lasciò un bacio dietro l'orecchio e uno sulle labbra.
Emma sorrise e sospirò alzando gli occhi al cielo: "Dai andiamo di là"

Mattia Briga ed Emma Brown- Sarò libera❤️⚡️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora