"Traccerò qualcosa entrando in te"

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Il giorno dopo Emma si sentiva stanchissima, non aveva chiuso occhio tutta la notte, pensando che nella stanza vicino alla sua c'era Mattia.
Era la prima volta che dormivano separati, pur essendo a pochi passi di distanza. Si sentiva strana e... Incompleta.
Ad un tratto sentì la voce della sua manager che urlava a Mattia di alzarsi per andare a registrare, e quando realizzò che stava per fare lo stesso con lei, si tirò il lenzuolo sopra la testa, come una bambina che non voleva alzarsi per andare a scuola.
Ma dopo poco Francesca spalancò la porta della sua camera urlando: "Emma vedi di alzarti che sono le sette e mezza! Dobbiamo andare in studio. Muoviti!"
La poca delicatezza che Francesca aveva quando svegliava le persone, la stupiva sempre di più. Ma dopo aver sbuffato sonoramente, tirò giù il lenzuolo dalla faccia e si alzò seduta strofinandosi gli occhi.
Ad un certo punto vide passare davanti alla sua porta, ancora spalancata, un Mattia appena sveglio che si dirigeva verso il bagno.
Aveva i morbidi capelli arruffati, un'espressione stanca e rincoglionita e soprattutto, solo i boxer in dosso.
Forse Emma aveva fatto una faccia strana e l'aveva fissato un po' troppo, perché lui non esitò a farle un sorrisino soddisfatto e una battuta. "Che c'è Sergè? Voi un poster?", rise il cretino.
Emma diventò rossa per l'imbarazzo e la rabbia, poi si alzò dal letto e chiuse la porta sbattendola.

Francesca sospirò, dopo la millesima prova andata male, e decise di intervenire per fare una bella ramanzina a quei due: "Statemi bene a sentire, voi due: dopo pranzo arriveranno Luca Mattioni, Lorenzo Piermattei e Carlo Roscioli, per incidere la canzone e per registrare il tuo video, Mattia. Quindi mettetevi in testa che dovete cantare in modo da far venire i brividi a tutti! Dovete entrare dentro le persone, far arrivare le vostre parole al loro cuore, come fate di solito. E se continuate a cantare con quelle facce da schiaffi e l'entusiasmo sotto ai piedi, non ne veniamo più fuori, lo capite, sì? Vi dovete concentrare ed impegnare!" Disse sgridando entrambi.
I ragazzi non risposero sentendosi colpevoli, e Francesca continuò: "Sono le undici e dieci. Io ora vado a prendere Luca Mattioni, andiamo alla stazione a prendere i tuoi amici, pranziamo insieme e poi torneremo qui verso l'una e mezza. Per quell'ora fatevi trovare carichi, okay?" I due annuirono, come due bambini che erano appena stati sgridati dalla mamma.
Franci, prese le sue cose, e prima di uscire dalla porta, puntò addosso ai ragazzi le chiavi della macchina: "Un'ultima cosa: Non mettetevi a litigare - come state facendo da quando siamo arrivati qui - davanti a Luca. Evitiamo figure di merda, per cortesia.." Lì fulminò con lo sguardo e poi uscì.
Rimasero qualche minuto in silenzio, dopo che ebbero sentito la porta chiudersi, guardando in terra.
Poi Mattia decise di rompere il ghiaccio: "C'è solo un modo per sciogliere questa tensione." La guardò negli occhi. "Dobbiamo risolvere i nostri problemi"
Emma: "L'unico mio problema, qui, sei tu."
Mattia: "E tu il mio. Benvenuta nel club." La guardò male.
Emma strinse i pugni: "D'accordo, parla! Cosa vuoi dire?"
Mattia: "Veramente, quella che dovrebbe dire qualcosa, saresti tu. Non sono io lo stronzo che ti ha accusata di un sacco di cazzate." Si avvicinò.
Emma: "Io non ti ho accusato di niente! Ho solo detto la verità!"
Mattia fece una risata isterica: "E allora perché io non credo che quello che mi hai detto siano parole tue? Chi ti ha inculcato tutte quelle stronzate in testa?"
Emma: "Cosa?!" Lo guardò come se avesse detto la cosa più assurda del mondo, anche se in realtà aveva fatto centro in pieno. La conversazione che aveva fatto con la sua amica Veronica, l'aveva convinta che infondo, a Mattia di lei, non importava poi così tanto e che la stesse solo usando. "Nessuno mi ha inculcato niente. Se le ho dette, è perché le penso veramente."
Mattia: "Sai perfettamente che sono tutte cose senza senso."
Emma: "Beh, io credo che sia tutto vero."
Mattia: "Emma, smetti di fare la stronza, cazzo." Si passò una mano tra i capelli e sospirò "Sai benissimo quello che provo per te. Sai che quelle cose che mi hai detto non sono vere." Disse a denti stretti, avvicinandosi ancora di un passo.
Emma: "Credevo di sapere quello che provavi, ma ora ho aperto gli occhi."
Mattia: "Andiamo Emma, non ci credi nemmeno tu."
Emma: "Ti ho già spiegato, che tutto quello che ti ho detto, lo penso davvero, Briga." Rispose seccata.
Mattia si passò le mani sul viso e si avvicinò ancora di più a lei. Ormai erano vicinissimi, ed Emma non poteva scappare, perché era appoggiata ad un tavolo: "Okay. Allora guardami negli occhi e ripetimi tutto con la stessa convinzione dell'altro giorno. Fallo." Lei deviò il suo sguardo e il fiato cominciò a mancarle per la troppa vicinanza tra di loro. Lui le alzò il mento, facendo incontrare i loro occhi, mentre lei fu attraversata da mille brividi in tutto il corpo. "Dimmi che pensi che sarei in grado di tradirti con altre donne. Dimmi che sei convinta che con te sia solo sesso. Dimmi che pensi che io non ti ami davvero. Dimmi che credi che io stia usando il tuo nome per avere fama. Dimmi che in tutto questo tempo, non hai capito un cazzo di me. Dimmi che non ti batte il cuore forte quanto batte a me, in questo momento, solo perché siamo vicini. Dimmi che non hai una voglia matta di baciarmi. Dimmelo."
Rimasero entrambi in silenzio per una ventina di secondi, fissandosi negli occhi, con il cuore a mille e tanta voglia di baciarsi.
Poi Emma ruppe il silenzio sussurrando un "Ti odio, Briga" e, azzerando le distanza tra le loro bocche, lasciò che la lingua del suo uomo si insinuasse tra le sue labbra, mentre le sue gambe sembravano cedere, dal tanto che tremavano.
"Ti odio anch'io" Sussurrò Mattia.
Lui le mise una mano dietro al collo e una sulla schiena, per attirarla ancora più vicina. Si stringevano talmente forte, che sembrava volessero fondersi l'uno con l'altra, sembrava che volessero entrarsi dentro, per diventare una cosa sola, e in un certo senso lo erano davvero, in quel momento e sempre.
Basta. Non esisteva più nessuna canzone da registrare, nessun dubbio, nessun rancore e nessuna paura. Non erano più in uno studio di registrazione, o per lo meno, non gli importava. Niente aveva più importanza.
Si stavano lasciando trasportare dalla loro passione travolgente.
Le mani di lui vagavano per tutto il suo corpo, e quelle di lei, gli scompigliavano i capelli.
Senza che se ne accorgesse, Emma si ritrovò seduta sullo stesso tavolo al quale prima era appoggiata, con Mattia tra le gambe, che continuava a divorarle la bocca e ad accarezzare la pelle sotto la maglietta bianca.
Mattia ansimò, portando le labbra sul suo collo, baciandolo e mordendolo.
Nel frattempo fece entrare una mano nei suoi jeans e oltrepassò i suoi slip, accarezzando la sua parte più sensibile, così lei, in risposta, sussultò e ansimò, tirandogli leggermente i capelli.
Dopo scese con le mani sulle sue spalle, le fece scivolare fino all'orlo della sua maglietta, e l'alzò un pezzo. "Levala", gli sussurrò all'orecchio. Lui non se lo fece ripetere due volte, tolse delicatamente la mano dall'intimità di Emma e si tolse la felpa verde e la maglia nera dell'Adidas.
Subito dopo, riprese a baciare il collo di Emma, le tolse il laccio che le teneva legati i capelli e li se strinse nella sua mano, come per avere la certezza che davvero lei era lì con lui, che era sua e che non l'avrebbe lasciata mai scappare. Le levò la maglietta di cotone e se la tirò ancora più vicina per sentire il suo corpo addosso.
Lei iniziò a sbottonargli i pantaloni e lui fece lo stesso con i suoi. In poco tempo si trovarono entrambi in intimo a baciarsi ogni parte del corpo.
Mattia la fece sdraiare sul tavolo continuando a baciarle le labbra, e piano piano, scese lasciandole dei baci su collo, sul seno e sulla pancia. Quando arrivò agli slip, glieli tolse delicatamente, e le lasciò un bacio sul basso ventre.
Poi le accarezzò le gambe e i glutei, piegandosi su di lei e ricominciando a baciarla.
Emma strinse le gambe attorno ai fianchi di lui, facendo gemere entrambi, poi si mise nuovamente seduta, con il suo uomo tra le gambe, per avere più contatto con lui.
Lui le accarezzò la schiena e le slacciò il reggiseno, le baciò la spalla destra e delicatamente le tirò giù lo spallino, poi fece lo stesso con quella sinistra. Glielo tolse ed iniziò a baciarle il seno, mentre lei scese con le mani per sfilargli i boxer.
Le entrò dentro, entrambi ansimarono, e lei gli graffiò la schiena, mentre Mattia mise la testa tra il collo e spalla della sua donna.
Alzò lo sguardo verso di lei e la guardò negli occhi, ricominciarono a baciarsi e a stringersi sempre più forte, mentre la loro passione non faceva altro che aumentare, ed il loro amore riempiva la stanza.

Mattia Briga ed Emma Brown- Sarò libera❤️⚡️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora