I raggi del sole filtrano dalla finestra di fronte al mio letto e mi costringono ad aprire gli occhi.
Mi alzo dal letto controvoglia e controllo l'ora sul mio telefonino.
Sono già le sette e mezza...È tardissimo!
Ieri sera ero così stanca che mi sono completamente scordata di impostare la sveglia!
Complimenti Isabelle, bella prova, penso ironicamente.
Ho davvero tantissimo sonno, e non sono per niente pronta a iniziare una nuova giornata, anzi, tornerei volentieri a dormire.
Purtroppo, però, non posso: devo andare subito a scuola, e di corsa!
Sento la porta sbattere, segno che mia madre ha fatto irruzione nella stanza.
<<Isabelle, vai subito a prepararti! Hai visto che ore sono?>> esclama, arrabbiata.
Be', la giornata non poteva iniziare in modo migliore, no?
<<Ieri sera mi sono scordata di impostare la sveglia. Comincio subito a prepararmi>> le dico.
Annuisce, e mi lancia un'ultima occhiataccia prima di uscire dalla stanza.
Senza ulteriori indugi, prendo una camicetta a maniche corte bianca e dei jeans neri dall'armadio, quindi corro in bagno a farmi una doccia.
Se il buon giorno si vede dal mattino, certamente non sarà una bella giornata, non c'è alcun dubbio.
Mi asciugo distrattamente i capelli, mi vesto e torno in camera a prendere lo zaino, il telefono e gli auricolari.
Saluto velocemente la mia famiglia e, senza neanche fare colazione, mi incammino verso la scuola.
Mi metto a correre per cercare di arrivare puntuale, anche se ormai credo che sia totalmente inutile: è decisamente troppo tardi per sperare di arrivare in classe prima del mio professore, e credo che oggi, quasi sicuramente, prenderò una nota per il ritardo.
Ho il fiatone, nonostante ciò continuo lo stesso a camminare perché dopo le otto e mezza, per via del regolamento scolastico, non si può più entrare alla prima ora, ma solamente alla seconda.
Se i miei scoprissero che ho saltato un'ora di lezione andrebbero su tutte le furie, perciò mi conviene muovermi.
Conosco i miei genitori anche troppo bene, e quando si tratta di scuola sono sempre molto severi, secondo me anche un po' troppo.Al contempo però c'è da dire che, proprio perché hanno delle aspettative parecchio alte nei miei confronti, sono costretta a impegnarmi nello studio; e questo sicuramente non è un male, anzi, è una cosa molto positiva.
Arrivo davanti all'entrata della scuola letteralmente esausta, con il fiatone che si sente a chilometri e chilometri di distanza.
Supero la portineria e attraverso uno dei corridoio principali della struttura, in fondo al quale vi sono la maggior parte delle classi, tra cui la mia.
Giunta davanti alla porta della mia aula, busso leggermente, un po' titubante.
<<Avanti>> dice il professore, usando un tono calmo e tranquillo.
Dalla voce lo riconosco subito: si tratta del prof di Religione, e se è di buon umore non mi metterà nemmeno l'annotazione del ritardo sul registro.
Tiro un sospiro di sollievo: è come se mi avessero levato un peso dalle spalle.
Mi faccio coraggio e apro la porta, quindi mi dirigo al mio banco.
Gli sguardi di tutte le persone presenti in classe sono puntati su di me, compreso quello del professore.
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Now... I still believe.
Teen FictionIsabelle ha diciannove anni. È una ragazza timida, introversa e molto insicura. Capelli biondi, viso cosparso di lentiggini, labbra carnose, occhi di un azzurro intenso, inconfondibile, dello stesso colore del mare. È la persona che tutti sognano d...