Mi sveglio con un forte mal di testa, e mi tornano in mente vari flash della serata in discoteca che abbiamo trascorso ieri: Martina e Jacopo che si baciano, io e Roberto che balliamo insieme, ridendo a crepapelle senza neppure sapere il perché.

È da un po', ormai, che ci stiamo comportando in modo decisamente differente rispetto a due semplici amici.

Stiamo diventando qualcosa di più...

Siamo innamorati l'uno dell'altra - ne sono sicura - e ammetterlo fa uno strano effetto.

Vorrei che la mia felicità non dipendesse da lui, ma purtroppo non è una mia scelta; inoltre, non posso cambiare in alcun modo le carte in tavola.

Sarebbe tutto più semplice se non fossi così confusa: forse ho solo bisogno di tempo, perché devo schiarirmi le idee.

Quando penso a Roberto, oltre che ai bei ricordi mi torna in mente anche quella orribile pagina di giornale che ho trovato tre giorni fa nella cantina di casa sua.

Devo togliermela dalla testa... ma non è affatto semplice, anzi: è quasi impossibile.

Spero che con il tempo le cose cambino, almeno un poco, però ne dubito fortemente.

Martina, invece, sembra che abbia già superato la faccenda, e mi chiedo come cavolo ci sia riuscita.

Non è giusto che ogni sera dorma sonni tranquilli, mentre io faccio incubi in continuazione.

Che schifo.

Mi sto rovinando la vacanza, e non va bene.

Tra qualche giorno ripartiremo, perciò voglio sfruttare fino in fondo il tempo che mi è rimasto a disposizione.

<<Buongiorno.>> Riconosco subito la voce di Roberto; anche lui deve essersi appena svegliato.

Mi si avvicina con in mano un vassoio.

Sopra di esso vi sono un cappuccino e un cornetto alla crema.

<<Ti ho portato la colazione>> mi dice, sorridendo.

Wow.

Ancora esistono ragazzi che fanno queste cose?

Credevo si fossero estinti...

Va be', meglio così.

<<Non starai esagerando?>> gli chiedo, scoppiando a ridere.

<<No, tesoro.>> Sorride.

Inizio a mangiare e Roberto esce dalla stanza.

Mi faccio una doccia e scelgo i vestiti da indossare, come ogni mattina.

Oggi fa piuttosto caldo, quindi opto per una felpa senza maniche bianca e degli shorts dello stesso colore.

Mi trucco leggermente, mettendo del mascara e una piccola striscia di rossetto sulle labbra, dopodiché scendo le scale, diretta in giardino.

Jacopo, Martina e Roberto mi stanno aspettando sul vialetto.

Per fortuna, forse per la prima volta in vita mia, sono puntuale.

<< Oddio, Isabelle! Già sei arrivata! Non è possibile: farai piovere...>> commenta la mia migliore amica.

Alzo gli occhi al cielo.

Ma che problemi ha?!

È che sei sempre in ritardo... Insomma, questo evento è più unico che raro, mi ricorda il mio subconscio.

Ecco, ora sì che stiamo a posto.

<<Che facciamo oggi?>> chiede Jacopo mentre saliamo sul fuoristrada di Angelo.

Si è offerto di accompagnarci, e noi abbiamo accettato molto volentieri.

<<Perché non andate a visitare qualche museo?>> ci propone il padre di Roberto.

Jacopo fa una faccia buffissima, ma, se proprio devo essere sincera, a me non dispiace affatto: abbiamo visto negozi, locali, conosciuto un sacco di gente... Tuttavia finora non siamo entrati in un museo neanche per errore.

<<Se volete, possiamo andare in una galleria d'arte moderna non molto distante dal centro>> azzarda Roberto.

Magari!

<<Sarebbe bellissimo>> commento ad alta voce, attirando l'attenzione di tutti.

<<Tu e Roberto avete in comune la passione per la pittura, ma che facciamo io e Jacopo mentre voi contemplate quadri e disegni?>> ci fa notare Martina.

Trattengo a stento una risata.

<<Non ci staremo molto: un'oretta al massimo. Poi, anche se non ne capite il significato, potete comunque osservare i vari dipinti>> ribatte Roberto, mettendosi sulla difensiva.

Stranamente, stavolta sono d'accordo con lui.

<<Ragazzi, Roberto ha ragione. Non sarà la fine del mondo>> dico, rivolgendomi ai miei migliori amici.

<<Okay, va bene...>> si arrendono, non appena incenerisco entrambi con lo sguardo.

<<Eccoci arrivati>> annuncia Angelo, facendoci scendere.

Siamo nel cuore di Milano: non sarà complicato raggiungere la galleria d'arte moderna a piedi.

<<In circa cinque minuti già saremo arrivati>> ci informa Roberto.

Benissimo, perché i miei piedi non ne possono più di camminare.

Parliamo del più e del meno, e in men che non si dica ci troviamo di fronte a un palazzo, fatto quasi interamente in vetro.

È molto suggestivo.

C'è davvero tantissima gente, infatti ci mettiamo un po' ad entrare all'interno.

Ma ne vale la pena: vi sono un sacco di corridoi, le cui pareti sono stracolme di quadri.

Essi sono dipinti su tele di ogni grandezza e forma e sono composti da un bizzarro insieme di materiali differenti.

Trovo il tutto semplicemente affascinante.

Mi piace lo stile di questa galleria: misterioso e al tempo stesso allegro.

Noto che perfino Martina e Jacopo, inizialmente piuttosto scettici, ne sono rimasti estasiati.

<<Non avrei mai immaginato che fosse così bella>> commenta Jacopo.

<<Già.>> Martina mi guarda, per poi affermare: <<Dovrei darti retta più spesso>>.

Mi viene da ridere ma mi limito ad annuire.

<<Ecco, appunto.>>

<<Che bello questo quadro!>> esclama Roberto, indicandocelo.

Vi sono dei pianeti di forma sferica, alcuni quadrati e altri piramidali.

Ognuno di un colore differente.

Lo sfondo, invece, è per metà verde e per metà blu.

In basso a destra, la firma dell'autore.

Accanto c'è una frase, secondo me bellissima: "Non esiste solo il pianeta in cui siamo nati, eppure non li potremo mai scoprire tutti,  perché la nostra vita ha una durata e a un certo punto finisce. Bisogna perciò viverla con felicità e spensieratezza".

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora