<<Che facciamo?>> Martina stringe sempre con più forza la mia mano.
<<Non ne parleremo agli altri. È meglio di no. Alla fine, che cosa cambia? Tra qualche giorno torneremo a casa, e tutto tornerà come prima. Sei d'accordo?>>
Fa un piccolo cenno di sì con la testa.
<<Ora andiamo a prendere l'acqua... Sicuramente si staranno domandando perché ci stiamo mettendo così tanto tempo>> le dico, accartocciando il foglietto che ho ancora in mano.
Lo rimetto esattamente nello stesso punto in cui l'ho trovato.
Afferriamo tre bottiglie a testa e usciamo il più in fretta possibile dal seminterrato.
Saliamo le scale e torniamo in cucina.
<<Ecco qua.>> Posiamo le bottiglie d'acqua nella credenza, seguendo le indicazioni di Anna, e ne diamo una ad Angelo, che la mette al centro della tavola.
<<Ci avete messo un po'>> commenta Roberto.
Martina finge un colpo di tosse.
<<Sì... Non riuscivamo a capire dove fossero>> mento, sperando che mi credano.
<<Tranquille, non fa niente>> interviene Anna.
<<Torniamo a mangiare.>>
Be', in realtà mi è passata la fame.
Ma sarebbe troppo sospetto, se non mangiassi nulla; perciò, sospirando, afferro la forchetta.
Mi sembra di star vivendo un film dell'orrore: è così surreale ciò che ho letto...
Per un attimo mi domando se sia vero, ma senza dubbio lo è: quella vecchia pagina di giornale rappresenta una prova schiacciante.
<<Ti vedo più pensierosa del solito.>> Jacopo mi distoglie dai miei pensieri.
<<Sono solo molto stanca>> gli dico.
<<Va bene... okay.>> Si arrende, anche se mi rivolge uno sguardo da "so che è una bugia".
Vorrei davvero parlarne con qualcuno, oltre che con la mia migliore amica, che è già molto scossa, ma rischierei di scatenare un casino.
Quindi è meglio che chiuda la bocca, e che Anna e Angelo rimangano convinti del fatto che io non sappia nulla del passato di questa dimora.
<<Vuoi qualcos'altro, Isabelle?>> mi chiede Anna.
Poso lo sguardo suo mio piatto e noto che ho già finito tutta la pasta.
Non me ne ero neanche accorta...
<<No, Anna. Grazie, ma per stasera basta così.>> Mi sforzo di sorriderle, nonostante in questo momento sia molto difficile per me.
Il risultato, infatti, è pessimo, e lei se ne accorge subito.
<<Vai in camera a riposarti, tesoro... Domani vedrai che starai meglio>> mi consiglia.
Penso che Anna sia la persona più apprensiva che conosco.
Annuisco e mi alzo, seguita da tutti gli altri.
Stavano aspettando che finissi di mangiare...
Non ci credo.
Vado in camera e mi butto a peso morto sul letto, sperando di addormentarmi presto.
Invece passa il tempo e non faccio altro che girarmi e rigirarmi.
Non riesco a prendere sonno, perciò decido di uscire fuori in giardino, o magari in veranda.
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Now... I still believe.
Teen FictionIsabelle ha diciannove anni. È una ragazza timida, introversa e molto insicura. Capelli biondi, viso cosparso di lentiggini, labbra carnose, occhi di un azzurro intenso, inconfondibile, dello stesso colore del mare. È la persona che tutti sognano d...