Entriamo in un locale affollatissimo e ci sediamo a un tavolino non molto distante dalla cucina.

Martina ci ha assillato talmente tanto che alla fine abbiamo deciso di andare a mangiare il sushi, proprio come desiderava lei.

Roberto ci ha consigliato questo ristorante, e, dalla quantità di gente che c'è, intuisco che il cibo sia ottimo.

Sto morendo di fame.

Anche a me andava di mangiare il sushi, perciò sono contenta della scelta che abbiamo fatto.

Jacopo lo è un po' meno, ma pazienza.

Arriva da bere e subito mi fiondo su una bottiglia di Coca-Cola, strappandola di mano a Roberto.

Un secondo dopo mi rendo conto di cosa ho appena fatto.

<<Scusami, voglio solo versartela>> mi affretto a dire, usando peraltro una scusa banalissima e stupida.

Ho già fatto una figuraccia, e siamo solo all'inizio della serata...

Bene.

Riempio i bicchieri di tutti, compreso il mio.

Me lo porto alla bocca e bevo un lungo sorso di Coca, poi lo rimetto al suo posto.

Nel giro di dieci minuti ci portano una quantità industriale di sushi.

Mi ero scordata che aveva ordinato Martina... Dovevo prevederlo.

<<Non pensi di aver leggermente esagerato?>> le chiedo, ma lei scuote la testa.

<<Tranquilla: non avanzerà un chicco di riso>> mi assicura.

Annuisco, alzando gli occhi al cielo.

Poso lo sguardo sul suo piatto e noto che è pienissimo.

Scoppio a ridere molto rumorosamente, non provando neppure a contenermi, ma per fortuna c'è molta confusione e nessuno ci fa caso.

Da una finestra di fronte al nostro tavolo riesco a vedere il cielo stellato: è davvero bellissimo.

Finiamo di mangiare, paghiamo il conto e usciamo a fare un giro.

Passeggiamo per una buona mezz'ora fino a raggiungere una gelateria.

<<Ho voglia di gelato>> dico, attirando l'attenzione di tutti.

<<Entriamo?>> chiedo.

<<Sì, dài. Ne voglio uno anche io>> mi risponde Roberto.

<<Io sono a posto così>> ci informa Martina.

Scoppiamo a ridere.

<<Hai mangiato come se non toccassi cibo da mesi. È normale che tu non abbia più fame>> le fa notare Jacopo.

Lei si imbroncia e io sospiro silenziosamente: non posso rischiare che se ne accorga.

Se mi nota, è la fine.

<<E te? Entri con noi?>> domando al mio migliore amico.

<<No, grazie. Resto qui con Marti.>>

Faccio un segno di assenso e seguo Roberto all'interno della gelateria.

Compriamo un cono gelato da tre gusti ciascuno.

<<Attenta che ti cola>> mi avvisa.

Ridacchio e inizio a leccare la parte che si sta sciogliendo.

Torniamo da Martina e Jacopo, e il mio intuito mi dice che abbiamo interrotto una conversazione importante tra di loro: ci guardano e si scambiano un'occhiata veloce prima di annuire quasi impercettibilmente.

<<Avete fatto in fretta>> commenta Jacopo, incenerendo con lo sguardo Roberto.

Sento che qualcosa mi sfugge.

Ma cosa?

Più tardi chiederò spiegazioni a Martina.

I genitori di Roberto ci vengono a prendere, e mentre stiamo in macchina poso la testa sul sedile.

Sono stanchissima.

È stata una giornata piuttosto pesante, ma davvero bella.

<<Siamo arrivati>> dice Angelo, aprendoci lo sportello.

<<Grazie.>> Scendo dall'auto.

Anna inserisce un codice e apre il cancello.

Troppa tecnologia per i miei gusti.

Sei solo invidiosa.

Cosa? No, non è vero!

Sì, che è vero.

Sbuffo rimanendo in silenzio.

In questo instante, se qualcuno mi vedesse, penserebbe che sono pazza.

E, adesso che ci penso meglio, un po' lo sono.

Un po' troppo.

<<Buonanotte>> saluto tutti, cercando di allontanarmi e di salire le scale; ma Anna si avvicina a me e mi abbraccia.

<<A domani.>>  Sorrido.

Finalmente mi lascia andare.

Io e Martina raggiungiamo la nostra camera, chiudiamo la porta a chiave e ci sdraiamo sul letto.

<<Sono stanchissima. Guarda come sono ridotta!>> esclamo, guardandomi allo specchio.

<<Be', io di certo non sono più carina di te in questo momento.>> Ride Marti.

Scopro che non ha tutti i torti e decidiamo perciò di andare a dormire.

Chiamerò mia madre domani mattina.

Proprio mentre sto per addormentarmi mi torna in mente la strana battuta che Jacopo ha detto rivolgendosi a Roberto.

Scuoto leggermente la mia migliore amica per svegliarla.

Già so che non riuscirei a dormire senza una spiegazione.

<<Ehi>> emette un mugolio.

La sua voce è roca e impastata dal sonno.

Vorrei lasciarla dormire, ma sono troppo egoista e, se sa qualcosa, ne voglio essere a conoscenza anche io.

Perciò le dico: <<Io e Roberto abbiamo interrotto qualcosa quando siamo usciti dalla gelateria?>>.

<<Ne dobbiamo parlare per forza adesso?>> mi risponde, brusca.

Non la biasimo.

<<Scusami. Sul serio, mi dispiace averti svegliata. Comunque, per favore rispondi alla mia domanda. Poi ti prometto che ti lascio dormire.>>

<<Va bene. Sì, io e Jacopo stavamo... discutendo. Già. Penso che sia attratto da me e che me lo stesse per confessare. Quindi probabilmente aveva chiesto a Roberto di lasciarci soli... A dire il vero non lo so con precisione. Domani prova a chiedere a lui>> mi spiega.

<<Grazie mille. Sei l'amica migliore che possa esistere. Ti voglio bene. Domani allora gli parlerò>> le dico.

<<Adesso posso dormire?>> ridacchia.

<<Sì. Buonanotte, Martina.>>

<<Notte, Isabelle.>>

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