Sento il campanello suonare, quindi scendo le scale e trovo mio fratello e Jacopo che stanno chiaccherando in salotto.
Che ci fa a quest'ora in casa mia?
<<Ehi.>> Cerco di attirare la sua attenzione.
<<Isabelle!>> esclama, appena si accorge di me.
<<Dobbiamo fare due chiacchere>> mi comunica.
Annuisco.
<<Andiamo nella mia stanza?>> propongo.
<<Va bene, però sbrighiamoci perché non ho molto tempo. Se mia madre scopre che non sono a casa mi uccide...>> dice, mentre si passa una mano tra i capelli.
Rido alla sua affermazione.
Una volta arrivati in camera mia, ci sediamo sul grande letto a baldacchino.
<<Ehm...Okay, ci sono. Il discorso che avevo preparato, ecco, diciamo che ora non me lo ricordo proprio. Perciò cercherò di spiegarti tutto a parole mie...>> inizia, e mi sforzo di non scoppiare a ridere: non è affatto bravo con le parole, anzi, è davvero imbranato.
<<Stai tranquillo.>>
<<Sì, sì. Allora...Sarò molto breve. Praticamente ti ricordi che ieri avevamo parlato di Martina, e io ti avevo detto che non era il mio tipo?>>
Annuisco e gli faccio cenno di continuare.
Già ho capito dove vuole andare a parare, ma voglio comunque ascoltarlo: è davvero uno spasso.
<<Bene, ecco...Ci ho riflettuto bene, e sono giunto alla conclusione che mi sbagliavo. È il mio tipo, eccome. E mi piace, tanto. Finalmente sono riuscito a capirlo.>>
<<Me lo aspettavo>> ridacchio, forzando un sorriso.
<<Comunque, per me non c'è nessun problema. Però non farla soffrire, per favore: se le chiedi di essere la tua ragazza, devi esserne sicuro. Perché se un giorno verrà da me piangendo e dicendomi che l'hai mollata, io mi precipiterò sotto casa tua e ti spaccherò la testa. Intesi?>>
Lo guardo mentre attendo una risposta impazientemente.
<<Intesi.>> Ci stringiamo la mano.
<<Io vorrei dirglielo domani stesso, ma credo che sia meglio aspettare almeno un'altra settimana. Te che ne dici?>> mi chiede.
<<Anche due>> scherzo e ridiamo insieme.
Lo accompagno alla porta e ci salutiamo con un abbraccio.
Nei prossimi giorni potrebbe accadere di tutto, ma spero che vada tutto liscio.
Mi sdraio sul divano e controllo i messaggi sul telefonino.
Ce ne sono un paio da Martina e uno di Alex.
Lo apro e lo leggo: Vieni a tavola. La cena è pronta.
Rido rumorosamente e vado a lavarmi le mani.
Domani sarà una lunga giornata, ma per il momento non voglio pensarci.
Preferisco concentrarmi su altro.
Giunta in cucina, noto che sul tavolo c'è un sacco di pizza.
<<E io che pensavo che avessi davvero preparato la cena...>> commento per prenderlo in giro.
<<Be', ho chiamato la pizzeria, ho ordinato le pizze e ho anche pagato. Quindi sicuramente ho fatto qualcosa, a differenza tua>> si mette subito sulla difensiva, come al solito.
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Now... I still believe.
Teen FictionIsabelle ha diciannove anni. È una ragazza timida, introversa e molto insicura. Capelli biondi, viso cosparso di lentiggini, labbra carnose, occhi di un azzurro intenso, inconfondibile, dello stesso colore del mare. È la persona che tutti sognano d...