Il sole sta cominciando a tramontare, e solo ora mi rendo conto che molto probabilmente sono già le sette, o forse anche le otto di sera.
Devo tornare subito a casa, altrimenti i miei genitori si arrabbieranno tantissimo: avevo detto loro che andavo a fare un giro con degli amici e che sarei rientrata entro le sette di sera, invece sono ancora in giro insieme a Jacopo e Martina.
Devo necessariamente farmi prestare un cellulare e avvisare i miei che tra pochissimo sarò a casa, perché non posso chiamarli con il mio. Purtroppo è scarico, non si accende nemmeno!
Siamo rimasti solo io, Jacopo e Martina, tutti gli altri se ne sono andati già da un po'.
Stavamo camminando senza una meta precisa mentre parlavamo del più e del meno, e abbiamo perso la cognizione del tempo.
Abbiamo appena preso un gelato credendo che fosse presto: non ci siamo resi conto che, in realtà, è tardissimo.
<<Uno di voi due potrebbe prestarmi il telefonino? Il mio si è scaricato, e devo per forza avvisare i miei genitori che torno a casa a momenti. Se non lo faccio subito, rischio di finire in punizione per chissà quanto temp...>> ma non riesco a terminare di parlare perché sia Martina che Jacopo mi porgono i loro smartphone e mi zittiscono con un cenno della mano.
<<Grazie mille, non so proprio come farei senza di voi>> dico, sorridendo sinceramente.
<<Ma figurati!>> mi rispondono all'unisono.
Ho degli amici davvero speciali, non smetterò mai di pensarlo.
Afferro il cellulare di Jacopo, compongono velocemente il numero di mia madre e attendo ansiosa una sua risposta.
Sono un po' preoccupata perché prevedo che sarà molto arrabbiata con me, ma se l'ho fatta preoccupare è solo colpa mia, o almeno in parte: non potevo immaginare che mi si sarebbe scaricato il telefonino, tuttavia potevo metterlo in carica prima di uscire.
Uno, due, tre squilli... Finalmente risponde.
<<Isabelle!>> tuona.
Proprio come mi aspettavo è molto arrabbiata... Non sarà facile spiegarle tutto ciò che è successo, ammesso che me ne dia la possibilità. Infatti, sono sicura al cento per cento che non vorrà ascoltarmi, ma riuscirò a farle cambiare idea: se voglio, so essere davvero convincente.
<<Ti ho contattata non so quante volte!>> esclama, con un tono di voce decisamente troppo alto poiché Jacopo e Martina mi guardano con aria preoccupata.
Roteo gli occhi, facendo così capire loro che non è nulla di grave: mia madre ce l'avrà con me per un po' di giorni e poi tornerà tutto alla normalità.
Ora devo solo fingermi pentita e dispiaciuta e il gioco è fatto.
<<Lo so che sicuramente mi avrai chiamato un sacco di volte, mamma, ma dato che avevo il cellulare scarico non potevo rispondere né a te né a papà. Mi dispiace tanto, tra cinque minuti sono a casa>> dico tutto d'un fiato.
<<Va bene, ma sbrigati perché tuo padre è molto arrabbiato>> mi avvisa.
Oh, fantastico! Di male in peggio.
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Now... I still believe.
Teen FictionIsabelle ha diciannove anni. È una ragazza timida, introversa e molto insicura. Capelli biondi, viso cosparso di lentiggini, labbra carnose, occhi di un azzurro intenso, inconfondibile, dello stesso colore del mare. È la persona che tutti sognano d...