Epilogo

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Un anno fa era tutto apparentemente perfetto, ma nel giro di un secondo, una brutale realtà ha preso vita di fronte ai miei occhi increduli, e da lì niente è rimasto uguale.

Sono stata privata di una persona importantissima per me, che adesso non c'è più e non tornerà mai.

Nei giorni successivi all'omicidio, mi sono scavata la fossa da sola e ho deciso di finirci dentro volontariamente.

È stato difficile riprendermi, davvero: a un certo punto credevo di mollare, convinta che non ce l'avrei fatta.

E invece...

Sicuramente il tempo ha giocato a mio favore, infatti adesso i ricordi, seppur ancora vividi nella mia mente, non fanno più male.

Sto quasi bene, direi.

La parte peggiore è stata scoprire che mio padre doveva dei soldi al papà di Martina, quindi quest'ultimo aveva ingaggiato dei criminali per derubarlo.

Lui, però, forse non dando loro corda e mostrando resistenza, si è ritrovato steso sul pavimento del suo studio, privo di vita.

Qualcosa è andato storto quel giorno, non si sa precisamente cosa ed è probabile che non lo scoprirò mai.

Ma l'importante non è quello: ora chi doveva pagare sta scontando la sua pena, perciò va bene così.

Sono tornata a far visita a mio padre nel cimitero dove è stato seppellito, alla fine della strada in cui si trova la vecchia casa, che vorrei visitare ma tuttavia non ne ho ancora il coraggio.

La paura mi blocca, mi fa tremare, mi rende succube di essa.

Un passo alla volta, mi ripeto sempre, senza alcuna fretta.

Dopo aver lasciato un mazzo di fiori sulla lapide di mio padre e aver colmato il vuoto dentro di me con tante, dolorose lacrime, ho optato per una passeggiata sul lungomare.

Tante volte sono venuta a sfogarmi qui, sulla spiaggia, con le onde proprio davanti a me, e le cause sono state molteplici, ma mai avrei immaginato il motivo che mi avrebbe portato di nuovo qui, questa volta...

Osservo, seduta sulla sabbia, il sole che sta tramontando di fronte a me.

È davvero bellissimo: pian piano si sta rifugiando nel mare, leggermente mosso e di un colore azzurro scuro.

Numerose onde si infrangono sulla costa e il loro rumore mi rilassa, distraendomi da tutti i pensieri che ho costantemente in testa.

I ricordi non fanno più male.

Alzo gli occhi verso il cielo, il quale ha assunto tre differenti colorazioni: l'arancione, il rosa e il celeste.

Questi colori, mischiati tra loro, danno vita a uno dei tramonti più belli che abbia mai visto.

Ce l'ho fatta, sì, incredibilmente ce l'ho fatta: ho vinto io, nessuno mi strapperà più la felicità.

La spiaggia in cui mi trovo è costituita da tantissimi sassolini e da un mare limpidissimo, in cui ci si potrebbe tranquillamente specchiare.

La vita ha avuto questo in serbo per me, e non posso provare rancore per nessuno.

Ho perdonato tutti, dal primo all'ultimo: anche Martina, Jacopo, Roberto, Chiara e Andrea.

Tutti.

Ma loro non lo sapranno mai, meritano di continuare a essere divorati dai sensi di colpa.

Sapevano tutti ciò che sarebbe accaduto, nessuno ha voluto dirmelo, forse per paura, non ne ho idea.

Sapevano tutti.

Tutti.

Vorrei che il tempo si fermasse, cessasse di scorrere, per poter ammirare questo spettacolo all'infinito.

Non posso continuare a vivere con la rabbia e il risentimento, con quel costante desiderio di vendetta incontenibile.

No.

Ho vinto io, finalmente mi sento libera.

Fine.

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