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Da due giorni a questa parte le uniche cose che ho fatto sono state sciare e mangiare.

Anzi no, ho anche giocato a carte insieme ai miei genitori, quando ne avevo voglia e riuscivo a tenere gli occhi aperti...

Ho perso ogni partita, ma pazienza: avrò l'occasione di rifarmi, magari proprio stasera, visto che mi sono svegliata alle dieci e sono arzilla come forse non lo ero mai stata prima di adesso qui a Cortina.

Per quanto sia bello trascorrere ore e ore sulle piste da sci, appena tolgo gli scarponi nel tardo pomeriggio sento un dolore lancinante ai piedi e alle gambe, nonché tanta fiacchezza.

Oggi è Natale, Il mio giorno preferito dell'anno.

Non siamo ancora andati a sciare, semmai lo faremo dopo pranzo poiché il personale dell'albergo dove alloggiamo ha organizzato un buffet gigantesco.

Magari potremmo andarci dalle cinque alle sette, non so...

Mi affaccio alla finestra: sta nevicando!

Indosso in fretta e in furia un pantalone della tuta grigio, una felpa pesante e infine un giaccone impermeabile.

Esco a fare una passeggiata, e a malincuore scopro che fin troppe persone hanno avuto la mia stessa idea: si riesce a malapena a respirare per quanto sono affollati i marciapiedi e le strade!

Alla fine non fa neppure tanto freddo, grazie al sole che risplende nel cielo.

Trovo che nell'aria ci sia un non so che di magico, oltretutto percepisco allegria, gioia ed euforia ovunque, in ogni angolo dove mi capita di posare lo sguardo; quindi di conseguenza il mio stato d'animo rispecchia questo fantastico clima.

È una reazione a catena.

In famiglia non usiamo scambiarci i regali - ormai io e mio fratello siamo abbastanza grandi per queste cose - però di solito compro un piccolo pensiero a tutti, anche banale, come ad esempio un libro.

Non conta l'oggetto in sé, e poi lo faccio esclusivamente per non perdere lo spirito natalizio che tanto adoro.

In men che non si dica sono di nuovo in hotel, nella mia stanza.

Sono dovuta rientrare così presto perché è già ora di pranzo.

Mi guardo allo specchio appeso alla parete, sorridendo, dopodiché mi spoglio e mi cambio.

Ieri sera avevo perso mezz'ora per scegliere l'outfit di oggi, e conoscendomi ho fatto bene: sarei sicuramente andata in crisi.

Ho finito di prepararmi, perciò scendo le scale e i miei occhi si spalancano appena si posano su ben sei tavoli situati al centro dell'enorme sala, pieni di cibo.

Rimango immobile, stregata da questa visione strepitosa, fino a che non mi vibra il telefonino.

Un nuovo messaggio, sempre da un mittente sconosciuto...

Anche ieri ne avevo ricevuto uno: R; 4.

Leggo quello di oggi, incuriosita e al contempo nervosa.

Ho una paura tremenda di quello che vi potrebbe essere scritto.

Mi faccio coraggio e divento paonazza: R; 3. Buon Natale.

Sul serio?!

Cosa ci sarebbe di divertente, se fosse uno scherzo?

E se invece non lo fosse?

Devo prendere dei provvedimenti?

Penso che a questo punto sia meglio...

Sarebbe immaturo da parte mia prendere questa situazione sottogamba, dato che sembra abbastanza seria: uno sconosciuto sta facendo quello che apparentemente sembra un conto alla rovescia... E mi chiedo il perché.

Sto passando in rassegna tutte le possibili eventualità, e la peggiore che mi viene in mente è che questa persona che neppure conosco voglia comunicarmi la fine imminente di un qualcosa.

Ma cosa?

Oddio!

Non è un giorno come gli altri, è Natale: non posso rovinarmelo così...

Faccio un respiro profondo e cerco con lo sguardo i miei genitori.

Sono seduti insieme ad Alex a un tavolino appartato, forse per non far vedere a tutti quanto mangio.

Abbozzo un sorriso e ridacchio, anche se dentro di me un sacco di domande mi stanno divorando.

Spero che non sia nulla di grave ma solo un giochetto di Chiara o di un altro cretino della nostra scuola... Non vedo altre possibilità.

<<Che vuoi da bere?>> mi chiede papà mentre mi siedo di fronte a lui.

<<Non so... Prendo una bottiglia di Coca>> ribatto distrattamente.

Spengo il cellulare e lo nascondo nella mia borsa, per poi sistemare quest'ultima sotto la mia sedia.

Sobbalzo appena scorgo in lontananza una torta al cioccolato che ha l'aria di essere buonissima.

Devo assaggiarla per forza.

Non mi lascio mica sfuggire occasioni del genere!

<<Torno tra un secondo>> farfuglio, alzandomi di scatto.

Mamma mi guarda stranita, mentre Alex di sicuro ha già intuito quale sia il mio scopo.

<<Visto che ci stai, informa qualcuno che dobbiamo ordinare!>> esclama mio padre.

Faccio un veloce cenno di assenso e comincio a correre verso il cameriere che tiene in mano quello che ai miei occhi è un gioiello preziosissimo.

Taglia in tante fette la torta e d'istinto prendo l'iniziativa di aiutarlo, passandogli dei piattini.

<<Oh, tranquilla! Non c'è bisogno!>> balbetta, imbarazzato.

<<Sei ospite. Lasciali, per favore>> continua, ammonendomi, ma lo ignoro poiché sta sorridendo sotto i baffi.

<<Mi chiamo Isabelle. E ora pensa a tagliare la torta senza fare troppe storie>> esordisco, fingendomi irritata.

Scuote la testa ma non ribatte.

Perfetto!

In questo modo, mi sono guadagnata due pezzi di torta, come minimo.

Sono piuttosto golosa, ma dubito che non si fosse capito in precedenza...

Ammiro gli affreschi che ricoprono interamente il soffitto, e chiedo al giovane accanto a me se ha mai conosciuto chi si è tanto impegnato nella loro realizzazione.

<<Bella domanda... Ora che ci penso, se non erro, sì. È stato il cugino del proprietario dell'intera struttura, e li ha dipinti interamente da solo, impiegandoci all'incirca quattro anni, o probabilmente anche di più. Ce ne sono davvero tanti, dappertutto, perfino nelle camere e nella spa!>> mi spiega gentilmente, con un sorriso luminoso stampato sul volto.

Il livello dell'educazione e della cordialità delle persone che lavorano qua è elevatissimo!

Insomma, è Natale e non sono dalle loro famiglie... Eppure sono contenti lo stesso, o perlomeno apparentemente sembrano esserlo.

<<Grazie. Mi hanno incuriosito molto sin da subito>> gli confesso, prendendo altri due piatti.

<<Puoi venire al nostro tavolo per le ordinazioni?>> gli faccio.

<<Ma certo!>> acconsente.

<<Comunque siamo il numero ventidue>> lo informo.

<<Arrivo tra due minuti>> si congeda, sparendo nella cucina.

Sono molto soddisfatta: ho ottenuto sia la torta al cioccolato tanto desiderata e ho fatto quasi amicizia con un cameriere, che spero non mi farà morire di fame...

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora